Carissimi,
stasera, nella chiesetta dell’aeroporto, c’erano, per la prima volta, Jesus e Maria, una coppia già di età, che abita in un altro quartiere, venuta lì per ringraziare il Cielo, lei di una operazione complicata a cui si era sottoposta con successo, lui, per essere uscito bene da un’emorragia cerebrale. C’erano, poi, seu Manuel e Bernadete, dona Margarida e gli altri di sempre. Le letture erano quelle della festa del tredicesimo apostolo, Mattia. Ercí, partendo dalla prima lettura (At 1, 15-17.20-26), che ricorda il tradimento di Giuda e la decisione degli altri apostoli di rimpiazzarlo, dice che l’infedeltà è esperienza fin troppo comune, in tutti gli ambiti e in tutte le età della vita. E forse anche noi ci si dovrebbe interrogare su quando e come, oggi, arriviamo a tradire Gesù. E succede più spesso di quanto non si creda. Quando, per esempio, non si compie il mandato che Lui ci ha affidato nel Vangelo di oggi: “Amatevi gli uni gli altri” (Gv 15,12). Con una precisazione di non poco conto: “Come io vi ho amati”. Seu Manuel osserva che se la Chiesa, cioè noi, avesse preso sul serio il comandamento di amare come Gesù (fino a dare la vita, anche per i nemici), la storia sarebbe stata diversa. Maria Ferreira dice che Gesù ci è comunque amico, ma noi siamo davvero amici di Gesù? Gerson aggiunge che sono i frutti che produciamo che lo rivelano: se siamo capaci di diffondere attorno a noi serenità, pace, fiducia, solidarietà, e, dimentichi di noi stessi, ci poniamo in un’attitudine di servizio, abbiamo ragione di sperarlo. Arcelina sottolinea che è Lui che sceglie e se noi si è lì stasera è perché ha scelto anche noi, indipendentemente dalla nostra pochezza e dalle nostre fragilità. E se noi lo chiederemo al Padre, nel nome di Gesù, Egli concederà anche a noi, di portare frutti non deteriorabili.
Oggi il calendario ci porta la memoria di Mattia, apostolo e martire, e di Isacco di Ninive, eremita del VII secolo.
I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono propri della memoria dell’Apostolo e sono tratti da:
Atti degli Apostoli, cap.1, 15-17.20-26; Salmo 113; Vangelo di Giovanni, cap.15,9-17.
La preghiera del mercoledì è in comunione con con quanti, nei più diversi sentieri, operano in favore della pace, della giustizia e della fraternità dei popoli.
Le dimissioni irrevocabili (per altro tardive a giudizio di molti) presentate ieri alla presidenza della Repubblica, dalla ministra del Medio ambiente, Marina Silva, se rappresentano probabilmente un’ulteriore sconfitta degli ambientalisti, chiariscono in maniera fin troppo evidente, se qualcuno avesse ancora dubbi, le scelte strategiche del governo Lula, che risulta così definitivamente compromesso – a giudizio del movimento ambientalista – “con un tipo di sviluppo corporativistico, che oggettivamente favorisce disuguaglianza sociale, monocultura e distruzione ambientale, e mercantilizza i beni naturali, a cominciare dalla salute della popolazione e dalla stessa Foresta Amazzonica”. Come dire: gli oppositori di un tempo e forse anche quelli di domani non avrebbero saputo e non sapranno fare di meglio. Cioè di peggio. Il che, ne converrete, è piuttosto triste. Ma torniamo a Isacco di Ninive. E a ciò che ci può insegnare sul come vivere meglio le relazioni fraterne. Che noi si sbaglia ad ogni piè sospinto. Eccovi qui di seguito il brano di un suo discorso che vi proponiamo, nel congedarci, come nostro
PENSIERO DEL GIORNO
Quando incontri il tuo prossimo, sforzati di rendergli un onore più alto della sua misura. Baciagli le mani e i piedi. Stringigli a lungo le palme con venerazione e posatele sugli occhi. Lodalo, anche in quello che non ha, e quando si sia allontanato, non dire di lui se non cose belle e onorevoli. Con simili maniere, guidi il tuo prossimo verso il bene e lo costringi a convertirsi per diventare conforme al saluto di cui l’hai colmato. Così avrai seminato in lui i semi della virtù. Non solo, ma con queste belle maniere, alle quali ti vai abituando, si stabiliranno in te solidi atteggiamenti di bontà e di umiltà e senza fatica arriverai a una gran perfezione. Non è ancora tutto. Se il tuo prossimo ha qualche difetto, riceverà da te facilmente la guarigione, perché si sentirà confuso per la stima con cui l’hai onorato. Agisci sempre così, saluta e rispetta tutte le creature. Non irritare nessuno, non essere mai geloso; non accusare qualcuno per la sua fede o per le sue opere cattive. Bada di non rimproverare o biasimare nessuno per nessun motivo: abbiamo infatti tutti nei cieli un giudice giusto. Se vuoi convertire il fratello alla verità, soffri per causa sua e con lacrime di affetto digli solo una parola o due. Ma non ardere d’ira contro di lui, né egli possa vedere in te segni d’inimicizia. L’amore non sa adirarsi, non si irrita e non biasima con passione. La prova dell’amore e della conoscenza è l’umiltà che nasce dalla buona coscienza in Cristo nostro Signore. A lui gloria e potenza, con il Padre e lo Spirito Santo, nei secoli eterni. Amen. (Isacco di Ninive, Logia, Discorso 5).
Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.