Carissimi,
“Dissero dunque a Giovanni: Dicci chi sei, perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?. Rispose: Io sono voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore’’ (Gv 1, 22-23). Ed ecco che, dopo l’ultimo giorno dell’Ottava di Natale, torna nuovamente in scena la figura di Giovanni Battista, che addita colui che deve venire. Come si fosse nuovamente in Avvento. Quasi che la Chiesa intendesse suggerirci che la vita è continua attesa di sempre nuove manifestazioni di Gesù. A noi, ma anche attraverso noi. Valdecí, stasera, nella chiesetta dell’Aparecida, richiamando il versetto che dice: “In mezzo a voi c’è uno che voi non conoscete” (v.26), diceva che Lui continua ad essere il grande sconosciuto. Per il mondo che ci circonda, ma spesso anche per noi. Che ne perdiamo di vista il significato più vero: il dono di sé. Se lo conoscessimo, se ci credessimo davvero, potremmo anche noi rispondere con Giovanni: io sono niente, sono solo una voce che prepara la strada a Lui. E invece. Anche le chiese dovrebbero essere così. E invece corrono così spesso il rischio di annunciare solo se stesse, nello splendore dei templi, nello sfarzo delle liturgie, nella magnificenza dei paramenti. Dimenticando e facendo dimenticare il Bambino avvolto in fasce in una mangiatoia; il maestro itinerante dai piedi impolverati sulle strade della Galilea; l’uomo nudo e piagato sulla croce. In cui Dio ha voluto identificarsi e, perciò, rivelarsi. Noi, allora, chi siamo davvero, che possiamo dire di noi, oltre ogni apparenza, sotto ogni cosmesi di vecchia data o dell’ultima ora, al di là di ogni giudizio altrui?
Il nostro calendario ci porta oggi la memoria di Ioann di Kronstadt, presbitero ortodosso, amico dei poveri.
I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
1ª Lettera di Giovanni, cap.2, 22-28; Salmo 98; Vangelo di Giovanni, cap.1, 19-28.
La preghiera del mercoledì è in comunione con tutti gli operatori di pace, quale ne sia il cammino spirituale o la filosofia di vita.
È tutto. Noi ci si congeda qui, lasciandovi ad una preghiera di Ioann di Kronstadt, tratta dal suo Diario spirituale, che vorremmo fosse vera per ciascuno(a) di noi, chiamati a essere pastori gli uni degli altri, a custodire vite con la nostra vita. È il nostro
PENSIERO DEL GIORNO
Signore, accogli la mia preghiera unita alle lacrime per i miei figli spirituali, per tutti i cristiani che cercano di esserti graditi, e vedi in questa preghiera l’espressione della mia preoccupazione per la loro salvezza, il segno della mia dedizione pastorale. Fa’ che sia per loro la voce che li ridesta dal loro sonno, lo sguardo che scruta il loro cuore, la mano che guida il loro pellegrinaggio verso il Regno, che li rialza dalle cadute nell’incredulità, nella vigliaccheria, nello scoraggiamento. Sii tu stesso, Signore, il pastore e il maestro del gregge che mi hai affidato: conducilo verso pascoli abbondanti. Sii per loro, al mio posto, luce, occhi, labbra, mani, sapienza. Ma sii soprattutto l’amore, di cui io, peccatore, sono così povero. (Ioann di Kronstadt, Diario spirituale).
Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.