Giorno per giorno – 28 Ottobre 2022

Carissimi,
“Disceso con loro, Gesù si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, che erano venuti per ascoltarlo ed esser guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti immondi, venivano guariti” (Lc 6, 17-18). “Disceso con loro”. Loro erano i dodici che Gesù aveva scelto tra i suoi discepoli per farne i suoi apostoli (= inviati, missionari). Questo vangelo ci è proposto per via della memoria che celebriamo oggi di due dei Dodici: Simone e Giuda, figlio di Giacomo. Matteo, che organizza il suo vangelo in maniera differente da Luca, pone la chiamata degli apostoli subito prima del Discorso missionario (cf Mt 10, 1-4). Luca la fa invece precedere al Discorso della pianura (equivalente al Sermone della montagna in Matteo), quasi a sottolineare ciò che fonda imprescindibilmente l’annuncio del Regno e che mai perciò potrà essere dimenticato dai suoi inviati (come invece spesso capita). Le folle di ogni tempo e luogo giungono infatti per sentirselo dire e ridire, oltre che per sperimentare gli effetti benefici della sua traduzione in gesti ed azioni, che mirino a sottrarre, quanti ne sono colpiti, dalla tormentosa presenza del male. Questa è la missione della Chiesa, che nasce dalla chiamata di quei primi Dodici, a cui tutti i battezzati vengono lungo il tempo associati.

Oggi è, dunque, memoria di due dei Dodici: Simone Zelota e Giuda Taddeo, apostoli.

Simone, detto lo Zelota, originario di Cana di Galilea, appare nell’elenco degli apostoli assieme a Giuda, chiamato Taddeo. Il soprannome del primo lascia intendere che, prima di porsi al seguito di Gesù, appartenesse al partito degli “zeloti” (sostenitori della lotta armata contro l’occupazione straniera), o che, per lo meno, ne fosse stato simpatizzante. Giuda, secondo il Vangelo di Giovanni, è colui che durante l’ultima cena, a Gesù che diceva: “Ancora un po’ e il mondo non mi vedrà più, ma voi mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete” (v. 14,19) domanda: “Signore, perché mai ti manifesterai a noi e non al mondo?” (v. 22). Al che Gesù risponderà: Chi non ama non vive la mia Parola [e si chiude così ad ogni possibile manifestazione dell’amore] (cf v.24). Un’antica tradizione vuole che i due abbiano sofferto il martirio in Persia.

I testi che la liturgia propone alla nostra riflessione sono propri della festività odierna e sono tratti da:
Lettera agli Efesini, cap. 2,19-22; Salmo 19; Vangelo di Luca, cap.6,12-19.

La preghiera del Venerdì è in comunione con i fedeli dell’Umma islamica che confessano l’unicità del Dio clemente e misericordioso.

È tutto, per stasera. L’imminenza delle elezioni politiche ci spinge, una volta di più, a condividere con voi, un appello sottoscritto, con il titolo “Manifesto Brasil”, da un Pastore evangelico e un Professore ateo, Ricardo Gondim e Adriano Viaro, a favore di una scelta di civiltà, in difesta della democrazia. Ed è questo, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Scriviamo insieme. Viaro a Rio e Gondim a San Paolo. Affratellati, vogliamo trovare ragioni per resistere e forze per sperare. Ciò che viviamo, sentiamo e vediamo è diventato ostinazione. Il Paese, sul punto di agonizzare, subisce un blackout dei principi e dei valori democratici. Vi abbondano disamore e impudenza. Castro Alves non permette che dimentichiamo: Dio rimane la risorsa degli sfortunati. Ci appelliamo a Lui con fede e anche senza credere. Siamo già una post-nazione – iniziata con “ingenue” manifestazioni di piazza nell’antico 2013. Siamo un popolo reso estraneo a ciò che pensavamo di essere, solidificati nell’indifferenza. Pretesi cristiani prendono d’assalto la patria imponendo formati familiari, stili musicali, letterature pseudo-canoniche, sessualità e leader autoritari: questi, sotto la lente d’ingrandimento, spiegano tutto. Il caos ora ha un partito, sopravvive di pregiudizi e deturpa la solidarietà. Che idea di Dio è questa che lo descrive posseduto dalla vendetta? Chi è interessato alla manipolazione di masse impaurite e impotenti? Che tipo di incantesimo spirituale produce questo immenso contingente di adepti bellicosi? Il 30 affronteremo, nei solidi limiti della cittadinanza (se ne è rimasta), la difesa più urgente della democrazia. Il Paese ha bisogno di respirare per poter rimanere (o tornare a essere) un luogo minimamente dignitoso. Viviamo la dicotomia di essere la nazione con la maggiore diversità e, allo stesso tempo, con la meglio rifinita struttura schiavista. I disgraziati sulle navi negriere di Castro Alves non sono mai stati accettati. Temiamo che dopo il 30 ottobre continueranno senza alcuna dignità. Con il voto non sceglieremo un nuovo presidente, ma decideremo quanti resteranno in vita. (Adriano Viaro, Ricardo Gondim, Manifesto Brasil. Um cristão e um ateu pela democracia).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 28 Ottobre 2022ultima modifica: 2022-10-28T21:57:13+02:00da fraternidade
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