Giorno per giorno – 10 Giugno 2022

Carissimi,
“Fu pure detto: Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto di ripudio; ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all’adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio” (Mt 5, 31-32). Dopo aver ammonito severamente chi attenta alla bellezza di un matrimonio che dovrebbe sempre sancire l’amore incondizionato e per sempre della coppia, con espressioni provocatorie e paradossali che parrebbero preferire l’automutilazione alla possibilità di vedere la propria vita consegnata al terreno scivoloso della banalità e all’abisso dell’insensatezza, Gesù corregge anche in questo caso la legge mosaica, che si limitava a prendere atto del fatto compiuto o della decisione presa. Corregge, non per sostituire ad essa una legge più severa, ma per additare una possibilità “altra”, che risponda alla vocazione originaria della coppia, chiamata ad essere immagine di Dio, che non sacrifica nessuno alla scelta egoistica. Certo, questo non si improvvisa, né, tanto meno, ci è offerto come criterio per giudicare gli altri. È, piuttosto, “buona notizia” che dovrebbe aiutarci a non fare del matrimonio quell’eccezione che anche per Gesù consentirebbe il ripudio: una relazione basata sull’immoralità (nel testo greco “porneia”, risolto qui un po’ sbrigativamente in “concubinato”), che si configura oggettivamente come negazione dell’amore, attraverso il disprezzo, la violenza, la pretesa di chi si sente padrone del corpo e della vita altrui.

Il nostro calendario ecumenico ci porta oggi la memoria di Abraam di al-Fayyoum, pastore, amico e padre dei poveri, e il ricordo dei Martiri ebrei delle milizie cosacche.

Abraam, il cui nome era Boulos (Paolo), nacque a Gilda, nel distretto di Mallawi (governatorato di al-Minya, Egitto), nel 1829 (1545 dell’Era dei Martiri), da genitori cristiani. Ordinato diacono da Anba Yousab, vescovo di Sunabbo, a diciannove anni entrò nel monastero di al-Muharrak, e subito si distinse per la grande umiltà, la purezza e l’amore alla preghiera. Quando Anba Yakoubos, vescovo di al-Meniah, ne udì parlare, lo volle alla sua residenza, e dopo qualche tempo lo ordinò prete, rimandandolo poi in monastero. Lì, nel 1866, i monaci lo elessero quale loro abate. Durante i cinque anni che mantenne questo incarico, fece di tutto per incrementare la vita spirituale dei monaci, migliorare la produzione dei loro terreni agricoli, ma soprattutto per andare incontro alle necessità dei poveri della regione, che, a migliaia, presero a bussare alle porte del monastero. Ma fu proprio questo suo atteggiamento che suscitò l’ira di un gruppo di monaci, che lo accusarono presso Anba Morcos, vescovo di al-Behira, facente le funzioni del patriarca dopo la morte di papa Demetrius II. Questi accolse le proteste dei monaci e depose l’abate. Dal monastero di al-Muharrak, con altri monaci, più vicini alla sua spiritualità, Boulos si trasferì al monastero di al-Baramous, dove era abate Youhanna lo Scrivano, che nel 1874 sarebbe diventato il 112º papa di Alessandria, col nome di Kyrillos V. Nel 1881 Kyrillos consacrò Boulos vescovo di al-Fayyoum e di al-Giza. Il monaco, assunse allora il nome di Abraam e, nel suo servizio episcopale, continuò con lo stile di sempre, semplice e povero, facendo della sua residenza il rifugio dei poveri, alimentandosi alla loro stessa mensa, rifiutando ogni segno di distinzione esteriore. Abba Abraam morì il 10 giugno 1914 (corrispondente al 3 Baouna 1630 dell’era dei martiri). Oltre diecimila persone, cristiane e musulmane, accompagnarono i suoi funerali. La sua tomba, nel monastero della Vergine Maria a al-Elzab, è ancora oggi meta di continui pellegrinaggi.

Il 10 giugno 1648 le milizie dei cosacchi di Bodan Chmielnicki, sotto la guida del comandante Ganja, assediarono la città fortificata di Nemirov, in Polonia, dove avevano trovato rifugio seimila ebrei. Spazzata via ogni resistenza, i cosacchi entrano in città, sterminando tutta la popolazione ebraica. Nemirov rappresenta solo una delle centinaia di comunità ebraiche annientate dalle orde cosacche. Anche se resta difficile avere un quadro preciso sul numero delle vittime, le statistiche oscillano da un minimo di centomila a oltre seicentomila morti. Il tutto nel quadro di una rivolta dei cosacchi (di fede ortodossa), contro il dominio dei polacchi (cattolici), al fine di unificare l’Ucraina con la Russia.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
1° Libro dei Re, cap.19, 9a. 11-16; Salmo 27; Vangelo di Matteo, cap.5, 27-32.

La preghiera del Venerdì è in comunione con i fedeli della Umma islamica, che confessano l’unicità del Dio clemente e misericordioso.
È tutto, per stasera. Noi ci si congeda qui, lasciandovi ad una pagina della vita di Abraam di al-Fayyoum, tratta dal libro di William A. Hanna, “Anba Abraam, The Bishop of Fayoum, “Friend of The Poor””, che potete trovare in rete e che è, per oggi, il nostro
PENSIERO DEL GIORNO
Quando gli fu chiesto di diventare vescovo, Anba Abraam inizialmente rifiutò e raccomandò cinque dei suoi discepoli. I suoi discepoli divennero vescovi prima che egli stesso fosse elevato alla carica di vescovo. Ed era estremamente felice di vederli nominati. Questo lo rese ancora più rispettato tra i suoi fratelli, i monaci e i vescovi del suo tempo. Infine, quando anch’egli venne nominato, divenne un esempio da seguire, mostrò al mondo intero l’importanza del servizio disinteressato e sincero a tutte le persone del suo gregge. Questo, poi, includeva anche i non cristiani. (William A. Hanna, Anba Abraam, The Bishop of Fayoum, “Friend of The Poor”).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 10 Giugno 2022ultima modifica: 2022-06-10T21:13:57+02:00da fraternidade
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