Giorno per giorno – 13 Gennaio 2022

Carissimi,
“Allora venne a lui un lebbroso: lo supplicava in ginocchio e gli diceva: Se vuoi, puoi guarirmi! Mosso a compassione, stese la mano, lo toccò e gli disse: Lo voglio, guarisci! Subito la lebbra scomparve ed egli guarì” (Mc 1, 40-42). L’isolamento cui era condannato chi era colpito dalla lebbra (che comprendeva una serie di patologie della pelle, ma non quello che conosciamo oggi come morbo di Hansen, che avrebbe fatto la sua comparsa solo nel Medio Evo), non era dovuto alla paura di un possibile contagio, ma costituiva una sorta di pena del contrappasso per la colpa della maldicenza, che si riteneva ne fosse all’origine, sulla base del racconto biblico di quanto era accadudo a Maria, sorella di Mosè (cf Nm 12, 1-10). Come la diffamazione, la calunnia, la critica immotivata tendono a isolare chi ne è raggiunto, così il colpevole soffrirà sulla propria pelle, fino a guarigione avvenuta, l’esclusione dalla comunità. Categorica la legge mosaica, che si vedeva riconosciuto lo statuto di parola di Dio! Oggi, quante persone (spesso intere categorie) portano su di sé il marchio di questo ostracismo, per colpe commesse o non commesse, segnate a dito per possibili trascorsi, o vittime dei loro stessi sensi di colpa, di esperienze vissute come fallimento, che le relegano ai margini della società, fuori dalle chiese, lontane dagli affetti famigliari! Gesù non ci sta. Perché il lebbroso – ogni lebbroso, che viva o si viva come tale – sia recuperato alla comunione, non esita a trasgredire le norme religiose, addirittura la parola di Dio, contaminandosi lui stesso agli occhi degli altri. Il vangelo di oggi serve a ricordarcelo e ad agire di conseguenza.

Oggi il nostro calendario ecumenico ci porta la memoria di George Fox, mistico e fondatore della Società degli Amici (Quaccheri).

Nato in una famiglia poverissima, nel luglio del 1624, a Drayton-in-the-Clay, nel Leichestershire (Inghilterra), Fox cominciò giovanissimo a lavorare in una bottega di calzolaio, ma, nel 1643, risolse di lasciare ogni cosa per dedicarsi, in una vita itinerante, alla lettura e alla meditazione della Bibbia. Ebbe esperienze mistiche che gli diedero la certezza che ogni credente, qualunque fede professi, può ricevere l’illuminazione spirituale, in forza della Presenza divina nascosta in ogni essere umano. Fox iniziò la sua predicazione pubblica a Leicester, nel 1647; tuttavia prendeva la parola solo quando si sentiva animato dall’ispirazione divina. È questa un’usanza che continua ancora oggi tra i quaccheri, le cui riunioni sono caratterizzate da lunghi silenzi, volti a favorire quel raccoglimento che permette di raggiungere una profonda comunione con Dio. Fox fondò un vasto movimento tra le classi diseredate, che prenderà il nome di Società degli Amici, richiamandosi all’espressione di Gesù: “Voi siete miei amici, se farete ciò che vi comando” (Gv 15,14). Il movimento si sparse presto in tutta l’Inghilterra. Persecuzioni, condanne, arresti non valsero a fermare Fox né i suoi seguaci: a tutto essi reagivano con serenità e senza mai opporre violenza, nella coscienza di dover “rispondere a ciò che v’è di Dio” in ogni uomo, perfino nei loro persecutori. Fox sentì con grande chiarezza la problematica sociale del suo tempo. Sostenne la riforma giudiziaria e carceraria, l’abolizione della schiavitù, la diffusione dell’istruzione elementare. Nel 1670-73 si recò a predicare in America. Anche lì, nonostante le persecuzioni, si videro presto i frutti della sua attività missionaria. Tornato in patria, morì a Londra il 13 gennaio 1691.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
1° Libro di Samuele, cap.4, 1-11; Salmo 44; Vangelo di Marco, cap.1, 40-45.

La preghiera del giovedì è in comunione con le religioni tradizionali indigene.

Noi di don Primo Mazzolari facciamo memoria il 12 aprile, che è la data della sua pasqua. Oggi, comunque, ne ricordiamo la nascita e, nel congedarci, scegliamo di rendergli omaggio, cedendo a lui la parola, con un brano tratto dal suo libro “Il compagno Cristo. Vangelo del reduce” (EDB). Che è, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Fa male pensare che solo la morte possa essere la fine di tante calamità e che ci sia bisogno di un basta gridato da più in alto dell’uomo per fermare le iniquità dell’uomo! Certi lasciapassare all’iniquità si pagano ben cari, ma ciò che fa spavento è il fatto che sono gli innocenti che pagano! Pagano Gesù, Maria e Giusep¬pe. Avete pagato voi: hanno pagato in milioni e milio¬ni di creature nei campi di concentramento, deportate e fuggiasche da un capo all’altro dei continenti. La patria, la casa, la terra, la religione, vennero di¬strutte in tal modo nel cuore degli uomini, e se doma¬ni, tra quei che tornano, non ci troveremo più senso umano, nessuno dei custodi della moralità ha diritto di recriminare, dopo che abbiamo lasciato distruggere l’uomo col nostro silenzio. È supremamente assurdo che si venga a domandare qualche cosa ove abbiamo lasciato trafugare e demolire, senza rischiare la vita per impedirlo. Un giorno Gesù dirà: “Guai a voi che chiedete le decime della menta e del cimino e lasciate calpestare la giustizia e la misericordia” (Don Primo Mazzolari, Il compagno Cristo. Vangelo del reduce).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 13 Gennaio 2022ultima modifica: 2022-01-13T22:39:35+01:00da fraternidade
Reposta per primo quest’articolo