Giorno per giorno – 11 Gennaio 2022

Carissimi,
“Un uomo che era nella sinagoga, posseduto da uno spirito immondo, si mise a gridare: Che c’entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci! Io so chi tu sei: il santo di Dio. E Gesù lo sgridò: Taci! Esci da quell’uomo. E lo spirito immondo, straziandolo e gridando forte, uscì da lui” (Mc 1, 23-26). Ieri avevamo visto in cosa Gesù identifica la vocazione più vera dell’uomo: nel riscattare gli esseri umani alla vita, liberarli dall’abisso di morte, ogni tipo di abisso di morte. Il vangelo di oggi ci mostra Gesù in azione. Con i discepoli entra in paese, a Cafarnao e va nella sinagoga, dove una volta o l’altra sarà capitato anche a Simone e a suo fratello Andrea di recarsi il sabato. E lì succede l’apparentemente inspiegabile. Uno dei presenti si accorge della novità impersonata da Gesù, percepisce la carica di libertà che egli porta, che mette a repentaglio la religione della paura e della schiavitù. Quella che la maggioranza dava da sempre per scontata, dato che la religione (anche oggi a giudizio di molti) ha la funzione di mettere paura, di predicare un Dio che fa paura. Se no, a cosa serve? “Deus tarda, mas não falha” (Dio tarda, ma non sbaglia) è uno dei luoghi comuni degli ambienti devoti, qui da noi, che rende bene l’immagine di un dio vendicativo, che si riserva l’ultima parola. Censurando la verità per la quale Dio si riserva sì, l’ultima parola, ma sarà la parola del perdono sulla croce. Se la menzogna a riguardo di Dio ci possiede ancora, nel vangelo di oggi, Gesù fa risuonare forte ancora il suo di grido: “Taci, esci da lui!”. Ed è il momento in cui subentra la grazia che ci rende liberi di seguire lui, sulla via della fraternità umana.

Oggi noi si fa anche memoria di Ammon Hennacy, anarchico di Dio, e di Lambert Beauduin, fondatore di Chevetogne e testimone di ecumenismo.

Ammon Hennacy era nato il 24 luglio 1893. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, rifiutò di rispondere alla chiamata alle armi. Fu per questo condannato a cinque anni di prigione, di cui ne scontò due, metà dei quali in regime di isolamento. Lì, leggendo solo la Bibbia, si convertì, riconoscendo in Gesù Cristo e nella sua proposta della conversione del cuore l’unica vera rivoluzione. Scelse di vivere poveramente, come bracciante agricolo, guadagnando sempre al di sotto del minimo imponibile, per non pagare quelle tasse che servono spesso per finanziare l’industria della guerra. Conobbe Dorothy Day e il suo movimento del Catholic Worker, cui aderì e, il 17 novembre 1952, si fece anche battezzare. Più tardi, tuttavia, non riuscendo a convivere con ipocrisie e compromessi di molti esponenti della gerarchia e della vita ecclesiastica, preferì allontanarsi, continuando come “cristiano senza chiesa”, fedele all’evangelo di Gesù e alla lotta non-violenta a favore della vita. Dorothy Day che soffrì molto per il suo allontamento dalla Chiesa, riconobbe tuttavia che “egli fu il più ascetico, colui che lavorò più duramente, il più dedito alla causa dei poveri e degli oppressi di tutti coloro che abbiamo conosciuto. Egli fu un’ispirazione e nello stesso tempo un rimprovero per tutti noi”. Morì l’11 gennaio 1970.

Lambert Beauduin nacque a Rousoux-lès-Waremme (Belgio), nel 1873. Ordinato prete nel 1897, si occupò per alcuni anni della cura pastorale dei lavoratori. Maturata in lui la vocazione monastica, entrò, nel 1906, nell’abbazia benedettina di Mont-César a Lovanio. Pastore di profonda sensibilità liturgica, si sentì presto investito della missione di restituire la liturgia al popolo di Dio, dedicandosi alla riflessione e allo studio dei temi che sarebbero divenuti i cavalli di battaglia del nascente “movimento liturgico”, al fine di superare la distanza creatasi lungo i secoli tra il culto della chiesa e la vita quotidiana della gente. Organizzò, a partire dal 1909, le settimane liturgiche annuali, fondò il periodico La vie liturgique, stilò nel 1914 il manifesto del movimento liturgico, La pieté de l’Eglise, e, nel 1921, si trasferì a Roma, per insegnarvi teologia. In quella città, il desiderio di approfondire la conoscenza della liturgia orientale, lo portò all’incontro con le Chiese d’oriente. Rispondendo a un desiderio di Pio XI, fondò nel 1925, ad Amay-sur-Meuse, il Monastero dell’Unione che, nel 1939, si trasferirà a Chevetogne. L’intenzione era quella di favorire la comunione e l’unità tra le Chiese, secondo una formulazione, che, all’epoca gli valse l’esilio e la condanna ecclesiastica: “Le chiese unite a Roma e non assorbite da Roma”. Trasferito all’abbazia di En-Calcat, in Francia, fece ritorno a Chevetogne solo nel 1951. Nell’immediato dopoguerra strinse una profonda amicizia con mons. Roncalli, il futuro Giovanni XXIII, che di lui ebbe a dire: “L’unico vero metodo di lavoro al fine di riunificare le Chiese è quello di dom Beauduin”. L’anziano monaco si spense nella sua abbazia, l’11 gennaio 1960.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
1° Libro di Samuele, cap.1, 9-20; Salmo (da 1Sam 2,1.4-8); Vangelo di Marco, cap.1, 21b-28.

La preghiera del martedì è in comunione con le religioni tradizionali africane.

E, per stasera, è quanto. Noi ci si congeda qui, offrendovi in lettura una citazione di Ammon Hennacy, tratta dal suo “The Book of Ammon” (Fortkamp/Rose Hill, 1994), che è, così, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
L’anarchismo cristiano si basa sulla risposta di Gesù ai farisei quando disse che chi era senza peccato doveva scagliare la prima pietra; e sul discorso della montagna che consiglia il rendere bene per male e il porgere l’altra guancia. Perciò quando prendiamo una qualche parte al governo votando per membri del potere legislativo, giudiziario ed esecutivo, facciamo di questi uomini il nostro braccio con cui scagliamo una pietra e neghiamo il Discorso della Montagna. La definizione di cristiano del dizionario è: colui che segue Cristo; buono, mite, simile a Cristo. L’anarchismo è cooperazione volontaria per il bene, con diritto di secessione. Un cristiano anarchico è dunque colui che porge l’altra guancia; ribalta i tavoli dei cambiavalute, e chi non ha bisogno di un poliziotto che gli dica come comportarsi. Un cristiano anarchico non dipende dai proiettili o dalle schede elettorali per realizzare il suo ideale; realizza quotidianamente quell’ideale con la Rivoluzione di un Solo Uomo con cui affronta un mondo decadente, confuso e morente. (Ammon Hennacy, The Book of Ammon).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 11 Gennaio 2022ultima modifica: 2022-01-11T22:54:45+01:00da fraternidade
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