Giorno per giorno – 10 Gennaio 2022

Carissimi,
“Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva: Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo” (Mc 1, 14-15). Il tempo che chiamiamo ordinario, inaugurato dalla festa del Battesimo del Signore, che chiude il tempo di Natale, si apre ogni anno con questo vangelo, con Gesù che predica il vangelo di Dio, dichiara compiuto il tempo, annuncia la presenza del regno, chiama a conversione e alla fede nella buona notizia. I vangeli che noi conosciamo rappresentano con le loro narrazioni lo svolgimento di questo tema iniziale. Gesù, buona notizia di Dio – icona dell’uomo come figlio, e di Dio come Padre -, segna il passaggio dalla promessa, che accompagna da sempre l’avventura umana, al suo compimento definitivo in quella che è la nuova economia del regno, ormai pienamente disvelata. Ad essa siamo chiamati, tramite un radicale e libero mutamento di mentalità e di passo, a dare il nostro assenso. È ciò che vediamo in quello che abbiamo letto di seguito nell’episodio della chiamata dei primi quattro discepoli, a cui Gesù dice: “Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini” (v. 17). Non stava inventando i preti, stava rivelando la più vera vocazione umana (e perciò anche quella dei preti): riscattare uomini alla vita, salvarli dall’abisso di una logica che uccide. In questo consistono la sua sequela e la testimonianza del regno; a questo, possono solo rimandare i gesti che poniamo in essere sul piano religioso. Sapendo che siamo spesso portati a dmenticarcene, ecco che il Vangelo viene ogni volta a ricordarcelo.

Oggi il calendario ci porta la memoria di Gregorio di Nissa, pastore e padre della Chiesa.

Gregorio era nato in Cappadocia nel 335, figlio di Basilio e Emmelia, fratello di Basilio di Cesarea, Pietro e Macrina. Tutti ricordati come santi. Dopo gli studi di retorica e filosofia ad Atene, il giovane visse alcuni anni di vita matrimoniale. Poi, rimasto vedovo (o, secondo altri, ottenuto il consenso della moglie), raggiunse il fratello Basilio e l’amico Gregorio di Nazianzo nel monastero fondato dal primo sulle rive del fiume Iris. Amante dello studio e della solitudine, fu designato, suo malgrado, vescovo di Nissa nel 372, in un’epoca burrascosa nella vita della chiesa, a causa della controversia ariana che avvelenava e armava gli animi, gli uni contro gli altri. E il povero vescovo dovette farne le spese. Accusato di sperperare i beni della Chiesa, fu deposto nel 376 e mandato in esilio. Nel 378, tuttavia, era già di ritorno, dopo che le accuse si erano rivelate infondate, espressione più che altro della malevolenza degli avversari ariani. Morto Basilio, l’anno successivo, toccò a Gregorio portare avanti la riflessione teologica della Chiesa. Nel Concilio di Efeso, convocato nel 381 dall’imperatore Teodosio, i padri conciliari, ammirati per la forza della sua dottrina, lo definirono “colonna dell’ortodossia”. Gregorio morì intorno all’anno 395.

I testi che la liturgia odoerna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
1° Libro di Samuele, cap.1, 1-8; Salmo 116B; Vangelo di Marco, cap.1, 14-20.

La preghiera di questo lunedì è in comunione con le grandi religioni dell’India: Vishnuismo, Shivaismo, Shaktismo.

È tutto, per stasera. Noi ci si congeda qui, lasciandovi ad un brano di Gregorio di Nissa, tratto da “Omelie su Qoelet” (Edizioni San Clemente – Edizioni Studio Domenicano). Che è, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Si potrebbe fare questo esempio; qualcuno ha preparato sulla tavola tutto il necessario per un banchetto, e ha disposto tutte le posate necessarie per prendere il cibo – quello che appunto viene preparato così da chi è maestro in quest’arte. Ci sono coltelli affilati con i quali i convitati possono prendersi la loro parte delle portate; oppure posate d’argento a punta da un’estremità che, avendo forma di cucchiaio dall’altra, servono per i passati di legumi. Ma succede che uno dei convitati al banchetto inverta gli oggetti usando ciascuno per l’uso al quale non è destinato, e così col coltello tagli se stesso o qualcuno dei commensali, oppure, con le posate a punta, trafigga l’occhio del vicino o il suo. Si dirà a quel punto che il tale ha adoperato malamente quanto era stato disposto dal padrone di casa, non si dirà certo che chi in precedenza aveva tutto predisposto aveva preparato anche la causa dell’incidente: è il cattivo uso degli oggetti preparati che ha portato a questo guaio chi ha usato sbadatamente di quello che aveva davanti. Così, dice il testo, anch’io ho capito che ogni cosa viene da Dio sempre per il meglio, purché se ne usi “al momento dovuto”, per l’uso cui è destinata; ma la deviazione dal retto giudizio sulle realtà esistenti, porta il bene a divenire occasione di male. (Gregorio di Nissa, Omelie su Qoelet, VIII, 8).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 10 Gennaio 2022ultima modifica: 2022-01-10T21:56:24+01:00da fraternidade
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