Giorno per giorno – 28 Dicembre 2021

Carissimi,
“Un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo. Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto” (Mt 2, 13-14). Dio non interviene in prima persona nella storia umana, la cui responsabilità è stata affidata per intero alle nostre mani. La sopravvivenza del suo stesso principio di salvezza dipende perciò da noi, come, nel racconto ascoltato oggi, da Giuseppe, o ancora, proiettandoci nel tempo delle origini, a simbolo di ogni altra epoca, come avvenne con l’arca, quando Noè, scontratosi inutilmente con i negazionisti dell’epoca (“tranquillo, non è nulla, sarà al massimo un temporale: lasciaci divertire!”), dovette poi preoccuparsi di salvare il salvabile. Davanti alle stragi perpetrate dagli Erode di turno, siamo dunque chiamati anche noi, come Giuseppe, a ritagliarci spazi di esilio dalla cultura di un Sistema che per affermare e arricchire se stesso, fomenta politiche ed economie di sfruttamento, violenza, esclusione, guerra, generando morte e distruzione. Sui cui troverà ancora il modo di fare affari. Ogni morte evitata, ogni vita riscattata, è Dio che viene salvato.

Oggi, Quarto Giorno dell’Ottava di Natale, si fa memoria del Martirio dei Santi Innocenti, figura delle vittime, di ogni tempo e luogo. Ricordiamo anche Egide Van Broeckhoven, gesuita, prete operaio.

La festa si basa sul racconto del Vangelo di Matteo, secondo cui il re Erode, per essere certo che morisse il bambino Gesù, ordinò che fossero uccisi tutti i bambini dai due anni in giù. L’origine della festa è molto antica. Ne fa menzione il calendario cartaginese nel IV secolo e, cent’anni più tardi, il Sacramentario Leoniano, a Roma. La liturgia tolosana la canta così: “Fratelli, in questo giorno la Chiesa piange con Rachele, davanti alla crudeltà degli uomini e al massacro ingiusto degli Innocenti. Ma Dio li ha presi tra le sue braccia; come una madre consola i suoi figli, li appoggia alla sua guancia, li accarezza sulle sue ginocchia, si china su di essi per insegnar loro a camminare. Anche se una madre arrivasse a dimenticare i suoi figli, Dio non li scorderà mai. Senza neppure saperlo, essi hanno dato la loro vita per Cristo, senza parlare, hanno proclamato il suo amore, e Dio ha fatto scendere su di loro la sua pace come un fiume, li ha disegnati sul palmo delle sue mani. Per sempre sono accanto all’Agnello e lo seguono ovunque vada e cantano senza fine: amen, alleluia”.

La mattina del 28 dicembre 1967, nella fabbrica metallurgica di Anderlecht, nei pressi di Bruxelles, moriva un giovane operaio, vittima di un incidente di lavoro. Era Egide Van Broeckhoven, di 34 anni. Lavoratore coscienzioso e eccellente compagno, era amato e stimato da tutti, colleghi e dirigenti. Non tutti, però, sapevano che Egide era sacerdote gesuita che, per opzione, aveva deciso di essere segno della presenza di Dio nell’ambiente operaio, asssieme ai più poveri. È dal suo diario che si sarebbe venuti a conoscenza della grandezza e profondità della sua vocazione e spiritualità. Nato ad Anversa il 22 dicembre 1933, rimase orfano di madre pochi giorni dopo il parto. A 17 anni entrò nella Compagnia di Gesù e fu ordinato sacerdote nel 1964. Decise di essere “prete operaio” in un ambiente proletario molto scristianizzato. Sentiva forte l’attrazione per la vita contemplativa, ma dopo una lunga riflessione, percepì l’urgenza di testimoniare Cristo nella società, conciliando l’intimità con Dio e la vicinanza ai fratelli. Per lui, principio e fine dell’apostolato era l’Amore: “Non dobbiamo, come prima cosa, proclamare la storia della salvezza, ma anzitutto, essere noi stessi un capitolo di questa storia”. Si trattava così, per lui, di predicare attraverso l’esempio più che pretendere di convincere con le parole. “Diventare messaggero dell’amore di Dio”. Il suo progetto di vita doveva così consistere nel vivere l’amicizia del Dio trinitario con gli uomini suoi fratelli: “amare Dio per gli uomini, amare gli uomini per Dio, amarsi gli uni gli altri”. Delicato, umile e rispettoso con tutti, totalmente consacrato a Dio, scrisse nel suo diario: “Il celibato è un’immersione nell’amore, non un rifiuto di amare: è tuffarsi nella sua sorgente”.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
1ª Lettera di Giovanni, cap. 1,5-2,2; Salmo 124; Vangelo di Matteo, cap. 2,13-18.

La preghiera del martedì è in comunione con le religioni tradizionali africane.

È tutto, per stasera. Noi ci si congeda qui, offrendovi in lettura una pagina di Egied Van Broeckhoven, tratta dal libro “L’amicizia. Diario di un gesuita in fabbrica 1958-1967” (Marietti). Che è, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
4 marzo 1959. L’amico è come una casa di diamante: al suo interno brilla una luce sfolgorante e di grande bellezza. Ma non è possibile entrare senza infrangere la parete esterna: operazione dolorosa, anche per chi la infrange, poiché questi ferisce anche se stesso. Ma, infranta la prima parete, la luce interna brilla di un rosso ardente con nuovo fulgore. Così egli infrangerà successivamente molte pareti, procurandosi ferite ancor più profonde. Non farà però come chi rompe cinicamente un bel vaso e poi si allontana come se la cosa non lo riguardasse. Le sue ferite diventano sempre più profonde, fino al momento in cui si trova davanti all’ultima parete: attraverso di essa egli intravvede già la luce, e gli sembra che se la infrange, la luce stessa si spegnerà. Eppure occorre che infranga anche quest’ultima parete: solamente a questo prezzo potrà trovare l’intimità più profonda dell’amico, la Trinità divina. Il mio amico è come una dolce aurora dell’eterno amore di Dio. In questo consisterà tutta la beatitudine del cielo. (Egied Van Broeckhoven, L’amicizia. Diario di un gesuita in fabbrica 1958-1967).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 28 Dicembre 2021ultima modifica: 2021-12-28T22:50:43+01:00da fraternidade
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