Giorno per giorno – 01 Giugno 2021

Carissimi,
“Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio” (Mc 12, 17). Il vangelo di oggi testimonia il fatto che, al tempo di Gesù, poteva succedere, ed è successo, che qualche gruppo tra i più religiosi si alleasse con i sostenitori del governo soggetto al potere dell’imperatore pagano che dominava su gran parte del mondo allora conosciuto, al fine di eliminare il pericolo che, per gli uni e per gli altri, Gesù rappresentava. Oggi succede che più che di un’alleanza, sempre revocabile, assistiamo ad una vera e propria fusione tra i due gruppi. Ci troviamo infatti davanti ad un potere che, pur continuando ad essere a vario titolo idolatrico, trova conveniente travestirsi da religioso, utilizzando fasce di credenti come sua massa di manovra, sulla base di un’agenda che utilizza ad arte il richiamo a determinati valori di dubbia rilevanza biblica dichiarati non negoziabili, a scapito di altri assai più decisivi e radicati nel Vangelo. È un fenomeno che, sorto negli Stati Uniti, soprattutto, ma non solo, nell’ambito di chiese che facevano riferimento ai televangelisti, si è presto diffuso altrove, a partire dai Paesi più vicini, per frenare la nuova coscienza sociale maturata nel subcontinente americano a partire dalla seconda metà del secolo scorso, sull’onda del Concilio Vaticano II. In seguito esso ha acquisito visibilità anche in Europa, giocando sul ruolo a cui si sono prestati, in tempi più recenti, discussi personaggi ecclesiastici, personalità politiche che scoprono improvvisamente di aver trovato la fede, movimenti di vario tipo, con i rispettivi apparati mediatici, accomunati dalla volontà di consolidare un progetto politico a carattere reazionario. Qui da noi, con la presidenza di Bolsonaro, tutto questo è assai più evidente. La risposta che Gesù dà a quanti lo vogliono mettere alla prova sul tema del tributo: “È lecito o no dare il tributo a Cesare?” (v.14), vale in realtà per l’atteggiamento che deve sempre caratterizzare il cristiano nelle sue relazioni con il potere. Non ci si sottrarrà alle misure politiche del Cesare di turno, sempre che sia fatto salvo ciò che si deve a Dio. Che non consiste nel privilegio riservato a una qualche religione, ma nell’attenzione dovuta ai poveri, nel servizio a favore della vita di tutti, nella condivisione dei beni, nell’accoglienza a favore degli ultimi, nel rifiuto di ogni forma di violenza, di discriminazione, di esclusione. Sono questi i veri valori non negoziabili che, evangelicamente, siamo chiamati a difendere.

Oggi il calendario ci porta le memorie di Giustino e Compagni, martiri a Roma, Margherita Porete, mistica e martire dell’Inquisizione, e Anthony de Mello, maestro spirituale.

Giustino nacque sul finire del 1° secolo in una famiglia pagana a Flavia Neapolis (Nablus), in Samaria. In gioventù studiò a fondo la filosofia del tempo e venne, più tardi, in contatto con i testi sacri ebraici e cristiani, che lo portarono, verso l’anno 130, a farsi cristiano, ad Efeso, in Asia Minore. Lì scrisse il suo Dialogo con Trifone, con cui intese dimostrare che Gesù rappresenta il compimento in vita e in morte della Legge e dei Profeti. Trasferitosi a Roma, vi aprì una scuola di filosofia cristiana e scrisse un’Apologia in difesa della fede cristiana, che rappresentò nello stesso tempo l’avvio di un dialogo con la cultura pagana del suo tempo. Tornato a Roma, dopo alcuni viaggi in altre città dell’Impero, Giustino fu denunciato dal filosofo Crescente come “ateo”, nemico, cioè, dello Stato e dei suoi culti. Con una seconda Apologia tentò inutilmente di dimostrare la sua innocenza. Nell’anno 165 circa, il prefetto di Roma, Rustico, lo condannò alla decapitazione assieme ad altri sei compagni di fede: Caritone, Carito, Evelpisto, Ierace, Peone e Liberiano.

Margherita era nata a Valenciennes (Francia) intorno al 1250. Della sua vita sappiamo solo che scrisse un libro, Lo Specchio delle anime semplici, che la rivela tuttavia come grandissima mistica, “innamorata dello Sposo della sua anima, quel Dio-tutto-amore che a noi chiede una cosa sola: essere riamato come Lui ci ama e ci ha amato”. Il libro, sfortunatamente, non piacque al Grande Inquisitore di Francia, il domenicano Guglielmo Humbert, davanti a cui Margherita dovette comparire, accusata di eresia, nel 1308. Nel 1309, una commissione di 21 teologi, dopo aver analizzato e giudicato dell’ortodossia del libro, ordinò che fosse distrutto. La donna, arrestata, passò in carcere l’anno che la legge concedeva agli accusati affinché potessero pentirsi. Guiard de Cressonessart, un chierico che ebbe il coraggio di difenderla, fu condannato alla prigione perpetua. Il 31 maggio 1310, festa di Pentecoste, Margherita, giudicata recidiva, fu consegnata al braccio secolare. Il 1° giugno, davanti alle maggiori autorità religiose e civili, venne bruciata sulla pubblica piazza di Parigi assieme al suo libro. Il libro che si concludeva con le parole: “Solo Lui mi ama (..) Né più d’altro ho bisogno se non di quanto vuole e di quanto vale.Egli è è la pienezza. Di lui sono colma”.

Anthony De Mello era nato il 4 settembre del 1931 a Santa Cruz, un sobborgo di Bombay, in India, da Franck e Louisa Castelino, una coppia cattolica originaria di Goa, colonia portoghese sulla costa sud-occidentale dell’India. Dopo aver compiuto gli studi in una scuola retta dai gesuiti, ottenne, nel 1947, di entrare nel noviziato della Compagnia di Gesù. Dal 1952 al 1955 completò, in Spagnia, i suoi studi di filosofia, e, il 23 marzo 1961, a Bombay, fu ordinato sacerdote. Ripartito, per gli Stati Uniti, studiò psicologia a Chicago e, sulla via del ritorno in patria, fece a Roma, nel 1965, la sua professione solenne. Per tre anni fu direttore del noviziato del suo Ordine. Poi, lasciato l’incarico, fondò l’Istituto di Spiritualità e Terapia pastorale, nell’università di Nobili, a Poona, più tardi ribattezzato Istituto di Sadhana e trasferito a Lonavia. Nel maggio 1987, si recò a New York, negli Stati Uniti, per una serie di seminari sulla spiritualitá. Colpito da infarto, morì il 1° Giugno. Suo fratello Bill lo ricorderà con queste parole: “Il poeta indiano Rabindranath Tagore ha scritto un giorno: Dio vuole un tempio fatto d’amore, / ma gli uomini portano pietre. Penso che Tony abbia capito che la fede e il dogma sono semplici pietre, se non c’è amore verso i propri simili. Fino alla fine della sua vita, Tony è rimasto fedele alla Chiesa e alla sua cara Compagnia di Gesù. Lui aveva avuto l’ispirazione di fare della Chiesa cattolica una vera Chiesa cattolica, che riunisse tutti le persone, cristiane, non cristiane e perfino agnostiche come me. Tony mi ha fatto capire che nei grandi pascoli di Dio, c’è un recinto col cartello “Per gli agnostici”, dove io sono benvenuto e amato. E ci sono recinti per persone di ogni fede, dove ciascuno è benvenuto e amato. Tony adorava di trovarsi in mezzo a cristiani, induisti, buddisti, musulmani, agnostici e atei. Tony de Mello era davvero il fratello di tutti e di ciascuno e il mio in particolare”.

Le letture che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratte da:
Libro di Tobia, cap. 2, 9-14; Salmo 112; Vangelo di Marco, cap. 12, 13-17.

La preghiera del martedì è in comunione con le religioni tradizionali del Continente africano.

Anche, per stasera, è tutto. Noi ci si congeda qui, offrendovi in lettura una citazione di Anthony de Mello, tratta dal suo libro: “Un minuto di saggezza” (Edizioni Paoline). Che è, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
“Come posso ottenere la grazia di non giudicare mai il mio vicino?”. “Con la preghiera”. “Allora perché non l’ho ancora trovata?”. “Perché non hai pregato nel posto giusto”. “E qual è?”. “Nel cuore di Dio”. “E come ci arrivo?”. “Comprendendo che chi pecca non sa quello che fa e va perdonato”. (Anthony De Mello, Un minuto di saggezza).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle dela Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 01 Giugno 2021ultima modifica: 2021-06-01T22:02:16+02:00da fraternidade
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