Giorno per giorno – 05 Maggio 2021

Carissimi,
“Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano.” (Gv 15, 5-6). La liturgia ci ha proposto per questo giorno lo stesso brano che abbiamo letto solo tre giorni fa. L’attenzione, però, stamattina è caduta sul destino riservato ai tralci secchi, destinati al fuoco, a cui molti, più o meno segretamente, condannano chi non la pensa come loro. Ci è venuto in mente il sermone di un giovane pastore di qui, che esordiva nel suo ministero, poco dopo aver conseguito la laurea in Diritto. È cosa di oltre vent’anni fa. Diceva il personaggio in questione, parlando della festa che era seguita alla conclusione del corso: “Vedevo i miei colleghi ridere e scherzare e mi chiedevo quanti di loro sarebbero finiti a bruciare all’inferno”. Il che pare rispecchiare bene il testo del Vangelo, se lo si prende alla lettera, senza però pensare all’insieme dell’agire, del vivere e morire di Gesù. Più vicino, invece, allo “spirito” del testo ci sembra l’esperienza di una nostra amica, che, di fronte alle marachelle del figlio, dopo avergliene fatto rimarcare la “gravità”, gliele faceva scrivere per esteso su un foglio e poi gli diceva: “Bene, l’importante è che tu abbia capito. Sai che ne facciamo ora? Le bruciamo!”. E dava fuoco al foglio, perché nessuno le ricordasse più. Ecco, tutti noi si ha qualcosa da bruciare, qualche esperienza brutta, nostra o di altri, da dimenticare e far dimenticare.

Oggi, le Comunità cristiane di questo Continente fanno memoria di Isaura Esperanza, “Chaguita”, catechista e martire in El Salvador, e di Barbara Ann Ford, religiosa statunitense, martire della solidarietà con il popolo guatemalteco.

Le poche notizie che abbiamo su Isaura Esperanza le sappiamo dal Martirologio latinoamericano. Chaguita, così la chiamavano, era catechista, faceva parte della Legione di Maria ed era membro della Commissione popolare di Villa Dolores, nella capitale salvadoregna. La sera del 5 maggio 1980, stava impastando la farina per preparare il pane, nella sua casa. All’improvviso entrarono quelli delle brigate di sicurezza, in civile, obbligando tutti a sdraiarsi per terra. Poi, furono su di lei e la crivellarono di colpi. Non contenti, quando già era morta, ne calpestarono il cadavere. E se ne andarono.

Barbara Ann Ford era una religiosa delle Suore della Carità di New York. Nata nel 1939, era giunta in Guatemala nel 1978, per lavorare con le popolazioni più povere e indifese del Paese. Negli ultimi tempi di vita, stava lavorando per impiantare a Lemoa, nel dipartimento del Quiché, un progetto di salute mentale, nel quale le vittime dei crimini di guerra, per lo più indigeni maya, potessero raccontare ciò che si erano portati dentro fino ad allora: le drammatiche esperienze vissute nei 36 anni di sanguinosa repressione, che aveva causato trasferimenti forzati in massa, sequestri, torture e il massacro di oltre 200.000 persone. Hermana Barbara aveva anche collaborato con Mons. Gerardi, assassinato il 26 aprile 1998, nella stesura del Rapporto sulle violazioni dei diritti umani in Guatemala, che provava la responsabilità diretta dell’esercito per oltre il 90% degli omicidi compiuti in quegli anni. Il 5 maggio 2001, la religiosa si era recata nella Capitale per acquistare uno scaldabagno per la missione di Lemoa, quando fu avvicinata da sconosciuti che le spararono a bruciapelo e si impadronirono dell’auto, su cui viaggiava, abbandonandola, per altro a pochi metri di distanza dal luogo del delitto e fuggendo poi a piedi. In un primo momento la polizia tentò inutilmente di depistare le indagini, attribuendo il delitto a un fallito tentativo di furto.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Atti degli Apostoli, cap. 15, 1-6; Salmo 122; Vangelo di Giovanni, cap.15, 1-8.

La preghiera del mercoledì è in comunione con tutti gli operatori di pace, quale ne sia la religione, la cultura o la filosofia di vita.

Oggi sarebbe il compleanno di due filosofi che, in maniera diversa, hanno segnato profondamente l’avventura del pensiero e dell’azione del nostro tempo: Karl Marx, nato il 5 maggio 1818, e Søren Kierkegaard, nato il 5 maggio 1813. Ed è una preghiera di quest’ultimo, tratta dal suo “Per l’esame di se stessi raccomandato ai contemporanei”, che, nel congedarci, vi proponiamo come nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Padre celeste! Cos’è l’uomo perché tu lo visiti e il figlio dell’uomo perché tu te ne ricordi? (Sal., 8, 6), e questo in mille guise e sotto ogni riguardo! In verità tu non hai mai lasciato te stesso senza testimonianza e alla fine tu desti all’uomo la tua parola. Di più non potevi fare: non potevi costringere l’uomo a farne uso, a leggerla o ad ascoltarla, né costringerlo a vivere in conformità, tu non potevi volere una cosa simile. Oh, ma tuttavia tu facesti ben di più. Perché tu non sei come un uomo che raramente fa qualcosa gratis, o se lo fa si mette almeno al sicuro da ogni inconveniente. Tu invece, o Dio, dai la tua parola come un dono, senza che noi uomini possiamo darti qualcosa in compenso. E se tu trovi anche una piccola disposizione nel singolo, allora sei subito pronto ad aiutare e tu sei colui che per primo con pazienza più divina che umana ti metti accanto al singolo e parli con lui, così ch’egli è in grado di comprendere rettamente la tua parola. E alla fine tu sei l’unico che con pazienza più divina che umana prendi l’uomo quasi per mano per aiutarlo, quand’egli aspira come si conviene: tu, Padre nostro celeste! (Søren Kierkegaard, Per l’esame di se stessi raccomandato ai contemporanei).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 05 Maggio 2021ultima modifica: 2021-05-05T22:08:01+02:00da fraternidade
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