Giorno per giorno – 01 Marzo 2021

Carissimi,
“Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio” (Lc 6, 36-38). Per questa e per ogni altra quaresima, ma non solo, per l’intero anno liturgico e per ogni anno, potremmo limitarci a proclamare, meditare e sforzarci [inutilmente] di vivere questi pochi versetti che riassumono l’intero vangelo di Luca e, soprattutto, ci dicono il più vero significato di Dio, così come ci si è rivelato nella storia di Gesù. Divenire misericordiosi, cioè, amare con amore materno tutti e tutto, come suona l’originale ebraico della parola (rahamim). Il che non si limita a un vago sentimento, ma si traduce in attitudini concrete, che affondano le loro radici in ciò che ci è dato sapere della natura divina: non giudicare, non condannare, perdonare, dare, anzi, darsi, senza misura. Su questo, ahinoi, si misura e si gioca la nostra fede (e perciò anche la nostra apostasia). Sapendo, tuttavia, che perdonati ad oltranza anche nel caso molto probabile che non se ne sia all’altezza, finiremo per convertirci a questa misericordia, testimoniando così la nostra risurrezione, semente di un mondo nuovo.

Con le Chiese anglicana e luterana ricordiamo oggi la memoria di George Herbert, presbitero della Chiesa d’Inghilterra e poeta; e, qui in Brasile, quella di Milton Schwantes, biblista, animatore della lettura popolare della Bibbia.

George Herbert nacque a Montgomery-Castle, nel Galles, il 3 aprile 1593, quinto figlio di Richard e Magdalen Newport Herbert. Dopo aver conseguito la laurea al Trinity College di Cambridge, il giovane George ebbe il posto di “pubblico oratore” all’università e divenne nel contempo membro del Parlamento. Tutto faceva presagire l’inizio di una carriera politica di successo, ma nel 1625, alla morte di Giacomo I, Herbert, solo trentaduenne, decise di abbandonare simili ambizioni, per rispondere ad un’altra chiamata. Dopo il matrimonio, nel 1626, ricevette infatti l’ordinazione a presbitero e gli fu affidata la cura di una parrocchia rurale, a Bermerton, nel Wiltshire, dove nei pochi anni che gli restarono di vita si mostrò pastore attento ai bisogni spirituali e materiali del suo gregge. Quando seppe imminente la morte, chiamò l’amico Nicholas Ferrar, fondatore della comunità monastica di Little Gidding, e gli consegnò il manoscritto della sua raccolta di poesie, The Temple (Il Tempio), lasciando a lui la scelta di pubblicarlo o di distruggerlo. Morì nella sua parrocchia di Bermerton, il 1° marzo 1633. Nei cinquant’anni successivi, The Temple avrebbe raggiunto le tredici edizioni. Nel 1652, sarebbe stato pubblicato postumo anche un altro libro, questa volta in prosa, The Country Parson, his Character and Rule of Holy Life (“Il Parroco di campagna, Suo carattere e ruolo nella vita spirituale”).

Milton Schwantes era nato il 26 aprile 1946 a Carazinho (Rio Grande do Sul – Brasile), da Eugênia Graeff e Delfino Schwantes, quarto figlio di una famiglia di agricoltori. Nel 1951, alla morte del padre, la famiglia si trasferì prima a Nova Petropolis, poi a São Leopoldo, dove la madre trovò lavoro come cuoca presso l’Istituto pre-teologico luterano, riuscendo così a garantire gli studi ai figli, di cui tre diventeranno pastori e uno insegnante. Nel 1966, due anni dopo il golpe che aveva portato i militari al potere, il diciottenne Milton fece il suo ingresso nella facoltà di teologia della IECLB (Chiesa Evangelica di Confessione Luterana del Brasile), dove cominciavano a far sentire la loro influenza autori come Bonhoeffer, con il suo “Resistenza e Resa”, Schaull, con la sua “Teologia della Rivoluzione” e Moltmann con la “Teologia della Speranza”. Dal versante cattolico, il pontificato di Giovanni XXIII, il Concilio da lui convocato, le sue encicliche, non mancarono di aver ripercussioni anche sul protestantesimo latino-americano. Terminati nel luglio del 1970 gli studi alla facolta di teologia, Milton sposò Elisabeth Klein, e l’anno successivo si trasferì in Germania, dove, all’università di Heidelberg, conseguì la sua specializzazione, preparando e difendendo una tesi dal titolo “Il diritto dei poveri”. Tornato in patria, nel 1974, fu inviato come pastore a Cunha Porã (Santa Catarina). Vi restò fino al luglio 1978, quando fu inviatato ad essere professore di Antico Testamento, nella facoltà teologica della IECLB, a São Leopoldo. Scelse tuttavia di vivere in un quartiere popolare, per fare teologia in primo luogo con la gente semplice del vicinato. Nel frattempo, nella situazione di generalizzata repressione che il Brasile conosceva in quegli anni, era entrato in contatto con i movimenti popolari di resistenza, con le comunità di base e gli ambienti della teologia della liberazione. Questo lo portò a partecipare negli anni successivi al grande progetto della lettura popolare della Bibbia (una lettura a partire dalla realtà e in difesa della vita, lasciando la parola ai poveri), portata avanti in ambito ecumenico, attraverso la sua partecipazione al CEBI, il Centro di Studi Biblici a carattere interconfessionale, sorto nel 1979 per iniziativa di Jether e Lucilia Ramalho, Agostinha Vieira de Mello e Carlos Mesters. Trasferitosi a Guarulhos (São Paulo), nel 1987, continuò a coniugare cura pastorale e insegnamento, questa volta all’Universitá Metodista. La sua casa aprì allora le porte non solo ai fedeli affidati alle sue cure, ma anche a quanti, provenienti dai luoghi più disparati del pianeta desideravano conoscere il lavoro delle comunità ecclesiali di base, di cristiani mossi dalla certezza che in Gesù si ottiene la liberazione e che Dio è un Dio che ci libera dalle schiavitù sociali, politiche, economiche e spirituali. Continuò così finché la salute glielo permise. A partire dall’agosto 2002, un’operazione per asportare un tumore benigno all’ipofisi, gli lasciò conseguenze che ne limitarono grandemente le attività. Seppe tuttavia anche così offrire una grande testimonianza di sopportazione e di gioia. Schwantes si è spento il 1º marzo 2012, lasciando la seconda moglie e le sue tre figlie.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Libro di Daniele, cap.9, 4b-10; Salmo 79; Vangelo di Luca, cap.6, 36-38.

La preghiera di questo lunedì è in comunione con i fedeli del Sangha buddhista.

Cade oggi il primo anniversario della scomparsa di Ernesto Cardenal. Figura di spicco della rivoluzione che aveva avuto luogo in Nicaragua contro la dittatura di Somoza, aveva fatto parte del governo sandinista, come Ministro della Cultura; il che era costato a lui, come al fratello Fernando, Ministro dell’Istruzione, e a Miguel d’Escoto, Ministro degli Esteri, tutti sacerdoti, la sospensione a divinis da parte del Vaticano. A tutti e tre, in tempi diversi, papa Francesco avrebbe disposto la revoca delle censure canoniche con la loro piena riabilitazione. Poeta tra i maggiori del nostro Continente, fu critico lucido e durissimo della deriva autoritaria del governo di Daniel Ortega e della vice sua consorte. Noi scegliamo di congedarci, offrendovi in lettura una sua rielaborazione poetica del Salmo 130, che è possibile trovare in traduzione italiana anche nel libro “Grido. Salmi degli oppressi” (Cittadella Editrice). Ed è questo, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Non si insuperbisce, Signore, il mio cuore // Non voglio essere milionario / non voglio essere il leader / né essere Primo Ministro // Non aspiro a cariche pubblche / né corro dietro a decorazioni // Non ho proprietà né libretto di assegni / e senza assicurazione sulla vita / mi sento sicuro / Come un bambino che dorme tra le braccia di sua madre … // Confida, Israele, nel Signore / (e non nei leader) // (Ernesto Cardenal, Salmos. Salmo 130).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 01 Marzo 2021ultima modifica: 2021-03-01T22:20:45+01:00da fraternidade
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