Giorno per giorno – 18 Febbraio 2021

Carissimi,
“Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno” (Lc 9, 22). In quel “deve soffrire”, ripetuto così spesso nei Vangeli, è riassunto tutto il senso di questa nostra quaresima e della Pasqua, nei suoi diversi momenti, come anche il significato ultimo dell’evento di Gesù, Messia e Figlio di Dio. Questo, non per un qualche perverso disegno del Padre, che avrebbe posto questa sua sofferenza come condizione del perdono al peccato degli uomini, ma come decisiva autorivelazione dell’amore di Dio che sceglie di soffrire e morire accanto e in luogo dei suoi figli e figlie, perseguitati, oppressi e soppressi dal Potere nelle sue varie forme, compresi coloro che ne rifiutano il messaggio e si ribellano al suo amore di Padre. Perché solo così l’amore è vero, gratuito, incondizionato, e non reso oggetto di mercimonio, a portata di alcuni devoti privilegiati, secondo una logica che ricalca quella del mondo. Se cammino di conversione vuole essere, la nostra quaresima è a questa immagine di Dio, e perciò della vita, che ci deve avvicinare, facendoci solidali con Lui nel cammino della croce dei nostri fratelli.

Il nostro calendario ecumenico ci porta oggi la memoria del Beato Angelico, iconografo; e quella di Martin Lutero, riformatore della Chiesa.

Guido di Pietro era nato a Vicchio di Mugello, intorno al 1390. Dopo aver fatto per un po’ il pittore a Firenze, decise di essere frate predicatore. Entrò perciò nel convento domenicano più a portata di mano, a Fiesole, cambiò il nome, prendendo quello di fra’ Giovanni da Fiesole, fu ordinato sacerdote, ma continuò anche a fare il pittore, dipingendo da allora Crocifissi, Madonne, Angeli e Santi. Lo fece tanto bene che la gente diceva che quel frate, in paradiso, doveva esserci di casa. E lo ribattezzarono Beato Angelico. Si spense a Roma, il 18 febbraio 1455 a Roma, nel convento di Santa Maria sopra Minerva, dove il suo corpo è ancora conservato.

Martin era nato a Eisleben, in Germania, il 10 novembre 1483, da Margarethe Ziegler e Hans Luther. Dopo aver studiato all’università di Erfurt, decise di dare una svolta radicale alla sua vita. Nel 1506, contro la volontà paterna, entrò nel convento agostiniano della stessa città, l’anno successivo, fu ordinato sacerdote e si diede ad approfondire con passione le Sacre Scritture, le lettere di Paolo, il pensiero di Agostino, le sentenze di Pietro Lombardo e la produzione di molti altri teologi e filosofi. Trasferito, nel 1512, al convento di Wittenberg, vi conseguì il dottorato in teologia, insegnando negli anni successivi esegesi biblica all’università. Nel 1517, sdegnato per le numerose deviazioni presenti nella vita della chiesa (nepotismo, amore del potere e della ricchezza, rilassatezza morale), ma soprattutto per lo scandaloso commercio delle indulgenze che aveva preso piede, rese pubblico un elenco di 95 tesi con cui ne contestava la dottrina. Nel 1518 venne chiamato a discolparsi davanti al legato pontificio, cardinale Caetano, durante la dieta di Augusta, rifiutando tuttavia di ritrattare le sue tesi. Nel 1520 il papa emanò la bolla Exurge Domine, con cui condannava 40 proposizioni di Lutero. Questi rispose con un opuscolo durissimo, precisando ulteriormente il suo pensiero in tre opere che posero le basi della Riforma: La cattività babilonese della Chiesa, Alla nobiltà cristiana della nazione tedesca, e Sulla libertà del cristiano. Nel 1521, scomunicato e bandito dall’impero, si rifugiò a Wartburg, presso il principe Federico III di Sassonia, dove si impegnò nella traduzione tedesca della Bibbia. Nel 1525 sposò Catharina von Bora, da cui ebbe sei figli. La rapida diffusione del suo messaggio, lo portò, negli anni successivi, ad impegnarsi nella difesa della sua dottrina dalle interpretazioni più radicali ed estremistiche della riforma religiosa, sfociate, sul piano sociale, nella cosiddetta Guerra dei contadini. Per fronteggiare questa, Lutero non esitó, purtroppo. a chiedere ai principi tedeschi di schiacciare la ribellione nel sangue e restaurare l’ordine violato. Anche in relazione alla questione ebraica, c’è da registrare una grave macchia nella produzione del riformatore. Se, infatti, nei suoi primi scritti egli apparve sostanzialmente benevolo nei confronti degli ebrei (con la speranza, però, della loro conversione), negli ultimi scritti si mostrò sempre più aggressivo, con punte di volgarità e con aperta istigazione alla violenza e alle persecuzioni. Lutero morì nella sua città natale, il 18 febbraio 1546. Poco dopo la sua morte, fu ritrovato un appunto, da lui scritto pochi giorni prima di morire. Riassumeva in una frase quello che è considerato il suo testamento spirituale: “Wir sind Bettler. Das ist wahr”, ovvero: “Siamo mendicanti. Questo è vero”. Se la rottura dell’unità ecclesiale fu l’altissimo prezzo pagato dall’azione di riforma da lui avviata, bisogna tuttavia riconoscere che essa provocò anche nella Chiesa cattolica un salutare sussulto, in vista di una testimonianza più coerente e di un annuncio più credibile dell’Evangelo.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Libro del Deuteronomio, cap. 30,15-20; Salmo 1; Vangelo di Luca, 9,22-25.

La preghiera del giovedì è in comunione con le religioni tradizionali indigene.

È tutto, per stasera. Noi ci congediamo qui, offrendovi in lettura una citazione di Martin Lutero, tratta dal suo “Un sermone sul santo e venerabile sacramento del Battesimo”, che risale al 1519. Ed è, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Se dici: “A che mi serve il battesimo, se non cancella né toglie interamente il peccato?”, qui è in gioco la retta comprensione e conoscenza del sacramento battesimale. Questo venerabile sacramento ti è utile nel senso che in esso Dio si lega a te e diventa uno con te in un consolante patto di grazia. Ti è utile, in primo luogo, se ti immedesimi nel sacramento del battesimo e nel suo significato: desideri, cioè, morire con i [tuoi] peccati ed essere rifatto nuovo nel giorno del giudizio, secondo quanto il sacramento indica e di cui abbiamo parlato. Dio accoglie questo tuo desiderio, ti fa battezzare e da quel momento comincia a rinnovarti, ti infonde la sua grazia e il suo Spirito Santo, che cominci a uccidere la natura e il peccato e a prepararti a morire e a risorgere nell’ultimo giorno. Ti è utile, in secondo luogo, impegnandoti a rimanere in queste disposizioni d’animo e a far morire sempre di più il tuo peccato, vita natural durante, fino alla morte: Dio accetta questo tuo impegno e ti esercita nel corso di tutta la tua vita con molte buone opere e con dolori di vario genere. In questo modo Dio adempie il desiderio che hai manifestato nel tuo battesimo, cioè la tua volontà di essere liberato dal peccato, di morire e di risorgere nell’ultimo giorno, rendendo così compiuto il [tuo] battesimo. Per questo leggiamo e vediamo che ha lasciato martirizzare e soffrire assai i suoi diletti santi, affinché, quasi morti, soddisfacessero al sacramento del battesimo, morissero e fossero rinnovati. Quando questo non avviene e noi non soffriamo né ci esercitiamo, la natura malvagia ha il sopravvento sull’uomo ed egli vanifica il proprio battesimo, cade nel peccato e rimane uomo vecchio come prima. (Martin Lutero, Un sermone sul santo e venerabile sacramento del Battesimo).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 18 Febbraio 2021ultima modifica: 2021-02-18T22:30:12+01:00da fraternidade
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