Giorno per giorno – 13 Gennaio 2021

Carissimi,
“Usciti dalla sinagoga, si recarono subito in casa di Simone e di Andrea, in compagnia di Giacomo e di Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli, accostatosi, la sollevò prendendola per mano; la febbre la lasciò ed essa si mise a servirli” (Mc 1, 29-31). Stamattina, cercavamo di ricordare perché mai il vangelo ci presenti un miracolo così piccolo come questo della guarigione della suocera di Pietro da una semplice febbre. La risposta sta in ciò che la donna cominciò a fare appena fu guarita: “li serviva”, suona il testo originario. Questo primo miracolo, dopo l’esorcismo che ci ha liberato dallo spirito di morte, che sacrifica, opprime, asservisce, violenta, uccide, di cui abbiamo visto ieri, ci presenta la maniera d’essere della chiesa, quando, guarita da ogni febbre di potere, fa sua la logica del Regno, incarnata da Gesù, che dice la verità di Dio. Dio, in quanto amore incondizionato per tutte le sue creature, è servizio. Gesù, volto visibile del Dio invisibile, lo dirà esplicitamente di sé: “Io sto in mezzo a voi come colui che serve” (Lc 22, 27). Ogni espressione di chiesa, che pretenda di affermarsi o esercitarsi nella forma del potere (compresa quella che sembra far gola a certi giovani e meno giovani che ambiscono arrivare al ministero ordinato, per fregiarsene dei simboli), è in realtà al servizio dell’idolo. La prima liturgia celebrata “in persona Christi” è dunque quella di questa donna, che ci istruisce su come soltanto ci si può dire alla sequela di Gesù, in casa, in comunità, nella chiesa, in società. Servendo. Cioè, amando.

Oggi il nostro calendario ecumenico ci porta la memoria di George Fox, mistico e fondatore della Società degli Amici (Quaccheri).

Nato in una famiglia poverissima, nel luglio del 1624, a Drayton-in-the-Clay, nel Leichestershire (Inghilterra), Fox cominciò giovanissimo a lavorare in una bottega di calzolaio, ma, nel 1643, risolse di lasciare ogni cosa per dedicarsi, in una vita itinerante, alla lettura e alla meditazione della Bibbia. Ebbe esperienze mistiche che gli diedero la certezza che ogni credente, qualunque fede professi, può ricevere l’illuminazione spirituale, in forza della Presenza divina nascosta in ogni essere umano. Fox iniziò la sua predicazione pubblica a Leicester, nel 1647; tuttavia prendeva la parola solo quando si sentiva animato dall’ispirazione divina. È questa un’usanza che continua ancora oggi tra i quaccheri, le cui riunioni sono caratterizzate da lunghi silenzi, volti a favorire quel raccoglimento che permette di raggiungere una profonda comunione con Dio. Fox fondò un vasto movimento tra le classi diseredate, che prenderà il nome di Società degli Amici, richiamandosi all’espressione di Gesù: “Voi siete miei amici, se farete ciò che vi comando” (Gv 15,14). Il movimento si sparse presto in tutta l’Inghilterra. Persecuzioni, condanne, arresti non valsero a fermare Fox né i suoi seguaci: a tutto essi reagivano con serenità e senza mai opporre violenza, nella coscienza di dover “rispondere a ciò che v’è di Dio” in ogni uomo, perfino nei loro persecutori. Fox sentì con grande chiarezza la problematica sociale del suo tempo. Sostenne la riforma giudiziaria e carceraria, l’abolizione della schiavitù, la diffusione dell’istruzione elementare. Nel 1670-73 si recò a predicare in America. Anche lì, nonostante le persecuzioni, si videro presto i frutti della sua attività missionaria. Tornato in patria, morì a Londra il 13 gennaio 1691.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Lettera agli Ebrei, cap.2, 14-18; Salmo 105; Vangelo di Marco, cap.1, 29-39.

La preghiera del mercoledì è in comunione con quanti ricercano l’Assoluto della loro vita nella testimonianza per la pace, la fraternità e la giustizia.

Noi di don Primo Mazzolari facciamo memoria il 12 aprile, che è la data della sua pasqua. Oggi, comunque, ne ricordiamo la nascita e, nel congedarci, scegliamo di rendergli omaggio, cedendo a lui la parola, con un brano tratto dal suo libro “Tu non uccidere” (Edizioni Paoline). Che è, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Se la guerra è un peccato, nessuno ha il diritto di dichiararla, neanche un’assemblea popolare. Se la guerra è un peccato, nessuno ha il diritto di comandare ad altri uomini di uccidere i fratelli. Rifiutarsi a simile comando non è sollevare l’obiezione, ma rivendicare ciò che è di Dio, riconducendo nei propri limiti ciò che è di Cesare. Mettendoci sul piano del Vangelo e della Chiesa, non rinunciamo a difendere la giustizia, né confondiamo il bene col male prendendo una attitudine rassegnata o neutrale. La “pecora” che non intende farsi “lupo” non dà ragione al lupo; lasciarsi mangiare è l’unica maniera di resistere al lupo come pecora e di vincerlo. Questo è un atto di fede tremendo. Ne abbiamo così piena consapevolezza che la prima testimonianza che domandiamo a Dio di poter dare è proprio questa: credere che la pace non si può fare senza questa fede, che è venuta l’ora di questa fede. (Primo Mazzolari, Tu non uccidere).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 13 Gennaio 2021ultima modifica: 2021-01-13T22:48:39+01:00da fraternidade
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