Giorno per giorno – 02 Gennaio 2021

Carissimi,
“Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?” (Gv 1, 22). È la domanda che gli inviati di sacerdoti e leviti pongono a Giovanni che stava battezzando al di là del Giordano. E che, come ci dicevamo stamattina, potremmo sentire rivolta a noi, al termine della nostra immersione (battesimo), se tale è stata, nel mistero del Natale. Giovanni rispose: “Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaia” (v.23). Cosa potremmo dire di noi? A chi prestiamo la nostra voce? Di chi siamo megafoni? Di parolai, smaniosi di protagonismo, bramosi di affermarsi a spese degli altri, profeti del nulla che sono, spregiatori del bene comune, preoccupati solo di garantirsi lo spazio di liberamente calpestare i diritti altrui, seminando falsità, sospetti, odî e divisioni? O diamo voce alla Parola di Dio divenuta storia nella vita di Gesù, che, nel servizio gratuito e del dono di sé per la vita degli altri, ci invita alla sua sequela, per fare di noi ciò che siamo, figli e figlie di Dio, tutti ugualmente fratelli e sorelle tra di noi?

Oggi il nostro calendario ecumenico ci porta la memoria di Ioann di Kronstadt, presbitero ortodosso, amico dei poveri.

Ivan Ilič Sergiev era nato il 1° novembre 1829 (19 ottobre per il calendario giuliano), in una povera famiglia di Sura, nel distretto di Arkhangelsk (Russia settentrionale). Dopo gli studi in seminario e la laurea nella Facoltà teologica di san Pietroburgo, sposò una giovane del villaggio natale e, nel 1855, fu ordinato sacerdote e inviato a Kronstadt, in un’isola del Mar Baltico, dove era costume deportare le persone indesiderate nella capitale, marginali, poveri e senza tetto. Il prete scoprì ben presto che sarebbe stato inutile predicare la Parola, se non si fosse fatto carico della situazione di miseria dei suoi nuovi concittadini. Così, destinava loro, via via, il magro salario di insegnante di religione, suppellettili di casa, scarpe, vestiti, alimenti. Le persone dabbene, le autorità e gli stessi confratelli lo accusavano di favorire in tal modo l’accattonaggio, di prestarsi a zimbello dei poveri, di disonorare lo stato sacerdotale, o anche soltanto lo prendevano per matto. Lui li lasciava dire e preferiva ascoltare quanti affermavano: “Quando ho incontrato padre Ioann, mi sono sentito trattare come una persona, mi sono ritrovato nuovamente un uomo, ho scoperto la fede…”. Nel 1881, con l’aiuto e la generosità di persone amiche, decise di creare un Centro di lavoro, per dare una prima risposta ai problemi della sua gente. In pochi anni la Casa divenne un intero paese, offrendo un impiego a migliaia di persone, con scuole scuole elementari e professionali, botteghe artigianali, negozi, biblioteche, asili, ospizi, e altro ancora. La fama del prete si diffuse assai presto, procurandogli un numero impressionante di fedeli, non solo per il suo disinteresse e le sue attività di riscatto sociale, ma anche per la sua profonda spiritualità, l’intensità delle sue liturgie, il tempo speso a confessare, il dono della veggenza, le guarigioni che gli erano attribuite. Padre Ioann morì nella cattedrale di Kronstadt, la mattina del 2 gennaio 1909 (20 dicembre 1908 per il calendario giuliano), al termine della liturgia, celebrata con la devozione di sempre.

I testi che la liturgia odierna propone oggi alla nostra attenzione sono tratti da:
1ª Lettera di Giovanni, cap.2, 22-28; Salmo 98; Vangelo di Giovanni, cap.1, 19-28.

La preghiera del Sabato è in comunione con le comunità ebraiche della diaspora e di Eretz Israel.

È tutto, per stasera. Noi ci si congeda qui, offrendovi in lettura una citazione di Giovanni di Kronstadt, tratta dal suo “La mia vita in Cristo” (Gribaudi), che è, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Se noti nel tuo prossimo difetti e passioni, prega per lui. Prega per tutti, anche per i tuoi nemici. Se ti accorgi che il tuo fratello è fiero e testardo, che si comporta orgogliosamente verso di te o verso gli altri, prega per lui, affinché Dio illumini la sua mente e riscaldi il suo cuore con il fuoco della grazia, e ripeti: “Signore, insegna la dolcezza e l’umiltà al tuo servo che è caduto nell’orgoglio di Satana; allontana dal suo cuore le tenebre e il peso di questa fierezza malvagia”. Se vedi un fratello in collera prega così: “Signore, fa’ che con la tua grazia questo servo diventi buono!”. Se si tratta di un’anima mercenaria e piena di cupidigia, di’: “Signore, tu che sei il tesoro incorruttibile e l’inesauribile ricchezza, fa’ che il tuo servo, creato a tua immagine, riconosca il carattere ingannatore delle ricchezze e si accorga che esse sono vane, inconsistenti e false, come tutte le cose terrene. Infatti i giorni dell’uomo sono come l’erba, come una ragnatela; tu solo sei la nostra ricchezza, la nostra pace e la nostra gioia”. Se vedi un uomo invidioso, prega così: “Signore, illumina lo spirito e il cuore del tuo servo affinché possa riconoscere i doni innumerevoli ed insondabili che ha ricevuto dalla tua generosità inesauribile. Nell’accecamento della sua passione, ha dimenticato te i tuoi doni preziosi e, nonostante sia ricco grazie ai tuoi regali, si crede povero e guarda con invidia i beni che hai distribuito a ciascuno dei tuoi servi, a volte loro malgrado, ma sempre secondo la tua volontà, o nostro ineffabile benefattore! Signore pieno di misericordia, strappa il velo con il quale il demonio ha coperto gli occhi del cuore del tuo servo, accordagli la contrizione del cuore, le lacrime di pentimento e di gratitudine, affinché l’avversario che l’ha catturato vivo nella sua rete, non possa gustare la gioia di strapparlo dalle tue mani”. Se vedi un ubriaco, di’ nel tuo cuore: “Signore, rivolgi uno sguardo di bontà al tuo servo, sedotto dalla concupiscenza del ventre e dei piaceri carnali, fagli capire la dolcezza della temperanza e del digiuno, la dolcezza del frutto spirituale che ne deriva”. Se vedi un uomo in preda alla passione della gola e che trova in essa la propria felicità, ripeti: “Signore, tu sei il nostro cibo, non il cibo che perisce bensì quello che conduce alla vita eterna. Purifica il tuo servo dal peccato di gola, così carnale e lontano dal tuo Spirito, accordagli di conoscere la dolcezza del tuo cibo spirituale e vivificante, cioè il tuo corpo e il tuo sangue e la tua parola santa, viva e operante”. In questo o in altri modi prega per tutti i peccatori e non permetterti mai di disprezzare qualcuno a causa del suo peccato, o di correggerlo con durezza; servirebbe solo ad aggravare le sue ferite; correggilo invece con consigli, ammonizioni e castighi adatti a frenare il male o a contenerlo entro certi limiti. (San Giovanni di Kronstadt, La mia vita in Cristo).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 02 Gennaio 2021ultima modifica: 2021-01-02T22:05:59+01:00da fraternidade
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