Giorno per giorno – 05 Ottobre 2020

Carissimi,
“Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre” (Lc 10, 30-32). La parabola è una delle più conosciute. Stamattina, ci dicevamo che, se è vero come è vero che, come suggerisce san Gregorio, “la Scrittura cresce con chi la legge”, ogni volta dobbiamo sforzarci di trovare cosa di specifico abbia per noi il brano di Vangelo con cui ci confrontiamo. Non sempre si è in grado di risalire compiutamente all’intenzione che mosse chi ne è all’origine e chi lo mise per iscritto, quel che sappiamo è che uno stesso brano può aver ricevuto, lungo i secoli, fino ad oggi, differenti interpretazioni. Che ci sono comunque di aiuto. Nei giorni scorsi, la nostra amica Giovanna di Roma, che da anni svolge un prezioso servizio di rassegna stampa per una rete di amici, di cui facciamo parte anche noi, ha sperimentato ciò di cui narra la parabola: è stata infatti aggredita e malmenata per strada a scopo di rapina, senza nessuna considerazione per la sua età (o, forse, proprio in vista di quella). Noi, da qui, le auguriamo di ricevere tutte le cure necessarie dal Samaritano, che le si è fatto vicino. Quanti di noi, tuttavia, hanno vissuto, in ambiti diversi, la stessa esperienza, di imbattersi in briganti che, esterni a noi o dentro di noi, ci hanno lasciato mezzo morti lungo il cammino della nostra esistenza! Lo sanno bene i nostri amici della chácara di recupero, vuoi nel ruolo di vittime, vuoi, a volte, tristemente, in quello di aggressori. Ma, mezzo morti alla vita divina, lo si è anche quando si cede ai briganti di quelle ideologie che, non esitando a manipolare il discorso di fede, si pongono concretamente come esaltazione della forza, affermazione di sé, a scapito dei più deboli, negazione dell’altro, dei suoi diritti e prerogative. Il che si può dare tanto a livello individuale quanto collettivo. Di fronte a questi “briganti”, capita che passino indifferenti proprio coloro che, amministratori del sacro, dovrebbero per primi testimoniare il principio della cura che è Dio. Segno che, in realtà, non sono ancora stati segnati da un incontro vero con il Divino. C’è bisogno che giunga colui che è stato additato come “samaritano e indemoniato” (cf Gv 8, 48) – e, davvero, in Gesù, abbiamo un Dio in qualche modo eretico a se stesso, almeno nelle letture distorte che se ne fanno -, per piegarsi su di noi, lenire le nostre ferite, perdonare i nostri peccati, affidarci alle cure di una comunità a sua volta samaritana, la Chiesa, e pagarne le spese a prezzo del suo sangue, segno di un amore che si dà senza guardare a chi. O, magari, proprio guardando a chi. Consentendo così di innescare un circolo virtuoso che ne ripete via via i gesti.

Oggi il calendario ci porta la memoria di Annalena Tonelli, missionaria e martire in Africa.

Annalena Tonelli era nata a Forlì il 2 aprile 1943 ed era cresciuta alimentando in sé il desiderio di donarsi agli altri. Laureata in Giurisprudenza a Bologna, si era formata nell’Azione cattolica, divenendo dirigente degli universitari cattolici. Il desiderio di operare concretamente e in prima persona a servizio degli ultimi, la portò a studiare terapia e profilassi delle malattie tropicali e dell’hanseniasi, in Spagna e in Inghilterra. Poi, all’inizio del 1969, era partita alla volta del Kenia, insediandosi nella regione al confine con la Somalia, per dedicarsi ai nomadi del deserto e ai rifugiati somali. Espulsa dal Kenia, si era trasferita in Somalia, prima a Merka e poi nel 1996 a Borama, dove fondò un ospedale per tubercolotici e ammalati di AIDS e una scuola per bambini sordi e disabili. Nell’aprile 2003, per questa sua opera, aveva ricevuto dall’Alto Commissariato dell’ONU per i rifugiati il premio Nansen. Il 5 ottobre dello stesso anno, domenica sera, due sconosciuti penetrati nella casetta in cui abitava a fianco dell’ospedale, le spararono, uccidendola. Il suo corpo è sepolto tra la sua gente.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Lettera ai Galati, cap.1, 6-12; Salmo 111; Vangelo di Luca, cap.10, 25-37.

La preghiera di questo lunedì è in comunione con le grandi religioni dell’India: Vishnuismo, Shivaismo, Shaktismo.

Invitata in Vaticano, per un Convegno sul Volontariato, svoltosi a partire dal 30 novembre 2001, Annelena Tonelli aveva accettato di parlare un po’ della sua esperienza. Noi, congedandoci, vi proponiamo un brano del suo intervento, come nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Sono tornata in Italia per un mese a giugno di quest’anno. Mancavo da molti anni. Per la mia gente laggiù è stato un evento. Molti hanno temuto che qualcuno o qualcosa mi avrebbero impedito di tornare. Grande è stata la gioia di vedermi. E lo sheekh più amato, uno sheekh che è stato e continua ad essere l’insegnante di Corano per tutti gli altri sheekh della zona, è subito venuto nel mio ufficio e mi ha detto che, quando ero a Roma – per loro c’è quasi solo Roma in Italia – loro erano felici e condividevano nel pensiero e nella preghiera il mio pellegrinaggio, perché di autentico pellegrinaggio si trattava. Loro, continuava a ripetermi Sheekh Abdirahman, giustamente orgoglioso della sua conoscenza, sanno che a Roma sono sepolti alcuni dei discepoli di Issa, Gesù, il loro grande profeta. Visitare i luoghi del loro martirio è uno dei pellegrinaggi che ogni mussulmano vorrebbe fare nel corso della sua vita. Ed è stato così che loro sentivano che erano loro ad avermi mandato in pellegrinaggio e mi attendevano perché raccontassi e condividessi. In senso molto più lato, il dialogo con le altre religioni è questo. Ê condivisione. Non c’è bisogno quasi di parole. Il dialogo è vita vissuta, meglio, almeno io lo vivo così, senza parole. (Annalena Tonelli, Testimonianza, 1/12/2001).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 05 Ottobre 2020ultima modifica: 2020-10-05T22:30:28+02:00da fraternidade
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