Giorno per giorno – 20 Settembre 2020

Carissimi,
“Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse convenuto con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te. Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?” (Mt 20, 13-15). È la conclusione di quella che è conosciuta come la parabola degli operai nella vigna. Giornalieri, che il proprietario esce a contrattare, i primi, all’alba, concordando con loro il valore della retribuzione; altri, a più riprese, lungo la giornata, a cui promette un giusto pagamento, altri ancora quando manca solo un’ora allo scadere dell’orario di lavoro, ai quali non promette nulla, limitandosi a mandarli a lavorare. La sorpresa si ha quando, giunta l’ora del pagamento, gli ultimi arrivati vengono pagati per primi con il salario di un’intera giornata lavorativa, e via via anche gli altri, compresi i primi che, a questo punto, speravano di ricevere di più, cominciando per questo a mormorare. La parabola è una parabola del Regno dei cieli (v. 1), cioè di come il buon Dio vorrebbe vedere regolate le cose sulla terra. Secondo una modalità che la chiesa, lungo i suoi duemila anni di storia, avrebbe dovuto apprendere, adeguando generosamente ad essa le sue relazioni interne, e poterne così fare poi una credibile proposta alla società in cui si trova inserita. Ma tant’è, la proposta, anche in ambiente ecclesiastico, continua ad essere considerata problematica e inopportuna, se non proprio ingiusta e scandalosa. Segno che la buona notizia del Padre di Gesù è lontana dall’essere davvero penetrata in cuore ai suoi fedeli e in una società che pur si dice cristiana. Del resto, non è un caso che l’invidia del bene che si pensa che Dio ci nasconda, e il volersene appropriare, segni l’ingresso del peccato nel mondo, così come sia il motore del primo fratricidio da parte del forte e pasciuto Caino nei confronti dello smilzo e fragile Abele, colpevole di avere attirato uno sguardo solo un po’ più benevolo di Dio. Il quale, da sempre, ha fatto la sua opzione preferenziale per gli ultimi. Chi non conosce invidia sono appunto loro e quanti hanno sperimentato e sperimentano la fame. Che abbiano lavorato tutto il giorno, o solo poche ore, o niente. Come ci insegnava un tempo dona Dominga: a sera il piatto di riso e fagioli c’è per tutti, figli, figlie e nipoti, non sto a vedere chi ha avuto la fortuna di lavorare e chi no. Sì, il buon Dio è un po’ come dona Dominga. Tifa per un reddito universale. Gli uomini, poi, ne studino loro le formule.

I testi che la liturgia di questa xxv Domenica del Tempo Comune propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Profezia di Isaia, cap.55, 6-9; Salmo 145; Lettera ai Filippesi, cap.1, 20c-24.27; Vangelo di Matteo, cap.20, 1-16a.

La preghiera della Domenica è in comunione con tutte le comunità é chiese cristiane.

Il nostro calendario ci porta oggi la memoria di Henri Nouwen, maestro e consigliere spirituale.

Henri Jozef-Machiel Nouwen nacque a Nijkerk (Olanda) il 24 gennaio 1932. Ordinato sacerdote nel 1957, studiò psicologia e teologia pastorale. Nella sua formazione spirituale fu di grande significato l’esperienza di solitudine che potè vivere nel Monastero trappista di Genesee, negli Usa, così come l’approfondimento delle tematiche ecumeniche e l’incontro con la riflessione teologica e delle comunità di base dell’America Latina. Per alcuni anni, a partire dagli anni 80, Nouwen alternò soggiorni in Perù e l’insegnamento negli Stati Uniti, dove si fece voce dei poveri del Sud del mondo. Tuttavia fu l’incontro con la Comunità dell’Arca di Jean Vanier nel 1986 che cambiò il corso della sua vita. Da allora uomini e donne colpiti da gravi deficienze fisiche e psichiche divennero la sua famiglia, e uno di loro in particolare, Adam Arnett, suo amico, maestro e guida. Questo periodo fu il più denso e profondo nella sua vita di sacerdote, di autore, di amico e di consigliere spirituale. Colpito da infarto, durante un viaggio al suo paese d’origine, morì nella notte tra il 20 e il 21 settembre 1996.

Anche per stasera è tutto. Noi ci congediamo qui, lasciandovi alla lettura di un brano di Henri J. M. Nouwen, tratto dal suo “Vivere nello Spirito” (Queriniana), che è, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Vi è una relazione intima tra gioia e speranza. Mentre l’ottimismo ci fa vivere come se presto un giorno le cose dovessero andare meglio per noi, la speranza ci libera dalla necessità di prevedere il futuro e ci consente di vivere nel presente, con la profonda fiducia che Dio non ci lascerà mai soli, ma adempirà i desideri più profondi del nostro cuore. In questa prospettiva, la gioia è il frutto della speranza. Quando ho la profonda fiducia che Dio è veramente con me e mi tiene al sicuro in un abbraccio divino, guidando ognuno dei miei passi, posso liberarmi dall’ansioso bisogno di sapere come sarà domani, o quel che accadrà il prossimo mese, o l’anno prossimo. Posso essere pienamente dove sono e prestare attenzione ai tanti segni dell’amore di Dio in me e intorno a me. Spesso parliamo del “buon tempo andato”, ma quando vi riflettiamo criticamente e lasciamo perdere i nostri ricordi pieni di romanticismo, scopriremo presto che proprio a quell’epoca eravamo in grandi ansie circa il nostro futuro. Quando confidiamo profondamente che l’oggi è il giorno del Signore e che il domani è saldamente nascosto nell’amore di Dio, i nostri volti possono distendersi e possiamo sorridere a Colui che ci sorride. Ricordo che una volta camminavo lungo la spiaggia con un amico. Parlavamo intensamente del nostro rapporto, sforzandoci di spiegare l’uno all’altro e di comprendere i nostri sentimenti reciproci. Eravamo così preoccupati delle nostre difficoltà che non notammo il magnifico tramonto da cui si sprigionava un ricco spettro di colori, sopra le onde incappucciate di schiuma che si rompevano sulla vasta, silenziosa spiaggia. All’improvviso il mio amico esclamò: “Guarda… Guarda il sole… Guarda!”. Mi mise un braccio intorno alle spalle e insieme contemplammo la rutilante sfera di fuoco scomparire gradualmente sotto l’orizzonte del vasto oceano. In quel momento entrambi conoscemmo la speranza e la gioia. (Henri J. M. Nouwen, Vivere nello Spirito).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle dela Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 20 Settembre 2020ultima modifica: 2020-09-20T22:18:45+02:00da fraternidade
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