Giorno per giorno – 15 Settembre 2020

Carissimi,
“Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: Donna, ecco tuo figlio! Poi disse al discepolo: Ecco tua madre! E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé” (Gv 19, 25-27). Noi abbiamo la ragionevole certezza che la Chiesa nel proporre ai fedeli la celebrazione di solennità, feste e memorie, non intenda sollecitare una qualche forma di devozione (anche se poi, nel tempo, le devozioni si sono moltiplicate a dismisura). Gesù, già nella sua salita al Calvario si era premurato di frenare le lacrime che le pie donne spargevano sulle sue ingiuste sofferenze, dicendo loro: “Figlie di Gerusalemme, non piangete per me, ma piangete per voi stesse e per i vostri figli” (Lc 23, 28). Il buon Dio non ha bisogno di devoti, è, invece, alla ricerca di discepoli che seguano il suo Figliolo nella testimonianza del Regno. Prendendosi compassione dei dolori e delle necessità del mondo. Come Gesù fece, nel brano di vangelo che racconta del figlio della vedova di Nain (cf Lc 7, 11-16), che si sarebbe dovuto leggere oggi, se non fosse per la festa della Madre Addolorata che cade in questo giorno. Entrambe in rappresentanza di tutte le madri che piangono i loro figli morti. Della madre addolorata di Willi, in questi giorni, lì da voi, e di quella di don Roberto, proprio oggi (c’è ancora o avrà visto tutto dall’alto?), delle mamme degli annegati senza numero nel Mediterraneo, o di quelle delle migliaia di giovani, soprattutto negri, sommariamente giustiziati ogni anno nelle favelas di questo per molti versi disgraziato Paese. Che, tutti, non li avevano messi al mondo, perché facessero questa fine. Anche se la loro fine, come quella di tutti, è in realtà l’incontro con il Fine delle nostre vite, di cui però non era nei piani di Dio che fossero spezzate dalla violenza (o dall’indifferenza) di chi avrebbe dovuto condividrle in comunione. Memoria oggi dunque di tutte le madri addolorate, con l’impegno nostro a fare in modo che non ve ne siano più, o siano sempre meno, e a consolare coloro che lo sono. Rendendo vera già ora la beatitudine degli afflitti, facendole nostre madri, secondo la parola di Gesù al discepolo, accennando a Maria: “Ecco tua madre”.

Oggi la Chiesa latina celebra la memoria della Beata Maria Vergine Addolorata.

Tale memoria è relativamente recente. Fu infatti Pio X, all’inizio del secolo scorso, che la inserì nel calendario romano in questa data e con questo nome. Essa affonda, comunque, le sue radici in una devozione popolare ai dolori della Vergine che sorse nel Medioevo e che si diffuse nei secoli successivi ad opera soprattutto dei frati Servi di Santa Maria. Ad essi la Sacra Congregazione dei Riti, nel 1668, concesse di celebrare la Messa votiva dei Sette Dolori della Beata Vergine, cui seguì nel 1692 l’autorizzazione a celebrarne la memoria la terza domenica di settembre. Fu Pio VII, nel 1814, ad estenderla a tutta la Chiesa. Pio X ne fissò la data definitiva il 15 settembre, a ridosso della Festa dell’Esaltazione della Croce.

Noi facciamo anche memoria di Don Pino Puglisi, martire della solidarietà con le vittime della mafia; di Arturo Hillerns, medico e martire al servizio dei poveri in Cile; e delle Martiri Battiste di Birmingham, vittime dell’odio razziale negli USA.

Giuseppe Puglisi, nato a Palermo il 15 settembre 1937, era entrato in seminario nel 1953 e fu ordinato presbitero il 2 luglio 1960. Sin dai primi anni della sua attività pastorale, ovunque si trovasse ad operare – nelle parrocchie di borgata, a scuola come professore, all’orfanatrofio come cappellano, in seminario, o nei diversi movimenti ecclesiali che si trovò ad animare – mostrò sempre interesse e passione per le problematiche giovanili e per quelle attinenti alla situazione di degrado e di emarginazione dei quartieri più poveri della città. Nominato nel 1990 parroco al Brancaccio, il quartiere con la più alta densità mafiosa del palermitano, si pose con ancora maggior determinazione l’obiettivo di sottarre i giovani alla strada e alla cultura della mafia e della violenza. Inaugurò a tal fine il centro “Padre Nostro”, che divenne subito un importante punto di riferimento per i giovani e le famiglie del quartiere. All’amore riconoscente della sua gente si aggiunse, com’era purtroppo scontato, l’odio del potere mafioso per l’opera di evangelizzazione e di formazione delle coscienze e per l’impegno preferenziale per gli ultimi che lo caratterizzavano. Quel potere lo uccise il giorno del suo compleanno, il 15 settembre 1993. Don Pino è stato beatificato il 25 maggio 2013.

Arturo Enrique Hillerns Larrañaga era un medico cileno, nato il 16 dicembre 1943, sposato e padre di un bimbo di quattro mesi, quando, il 15 settembre 1973, alle due di notte, fu sequestrato da venti agenti del Secondo Commissariato di Temuco, nella sua casa a Puerto Saavedra, a 600 chilometri a sud di Santiago, dove era direttore di zona del Servizio Nazionale di Salute. Da studente era stato Presidente diocesano dell’Associazione Universitaria Cattolica (UAC), e organizzava servizi medici per i contadini e gli indigeni delle zone rurali. Di lui una collega di lavoro diceva: “Per Arturo la fede cristiana non era una formula, né un rito, ma un impegno di servizio agli altri, senza limiti” e un altro sosteneva: “Arturo si segnalava per la sua dedizione, la sua capacità di ascolto, per l’affetto e la simpatia che trasmetteva”. Da quella notte, di Arturo non si seppe piu nulla.

La mattina del 15 settembre 1963, fu lanciata una bomba nella Scuola domenicale della Chiesa Battista, situata nella 16ª Strada a Birmingham, Alabama. Quattro bambine caddero vittime di questa brutale atrocità: Denise McNair, di 11 anni, Carole Robertson, Cynthia Wesley e Addie Mae Collins, tutte quattordicenni. Il tragico avvenimento aprì gli occhi al popolo degli Usa sulla realtà del razzismo ancora presente in quel paese.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono propri della memoria della Madre Addolorata e sono tratti da:
Lettera agli Ebrei, cap.5, 7-9; Salmo 31; Vangelo di Giovanni, cap.19, 25-27.

La preghiera del martedì è in comunione con le religioni tradizionali africane.

Oggi ricordiamo anche l’anniversario della nascita di Charles de Foucauld, che da tempo rappresenta anche per noi una figura importante di riferimento. Lo viviamo in comunione con tutte le fraternità che dalla sua intuizione hanno avuto origine e che vivono la sua stessa spiritualità di Nazareth, in special modo, Ivo e i fratelli di Spello. E, prendendo spunto da tale ricorrenza, cediamo a fratel Carlo, nel congedarci, la parola, offrendovi in lettura una sua meditazione. La troviamo nel sito di Teologia Spirituale, ed è, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Pensate molto agli altri, pregate molto per gli altri. Consacratevi alla salvezza del prossimo con tutti i mezzi in vostro potere, preghiera, bontà, esempio ecc. È il modo migliore di provare allo Sposo divino che Lo amate; “Tutto ciò che farete ad uno di questi piccoli sarà fatto a me”. L’elemosina materiale che si fa ad un povero la si fa al Creatore dell’universo. Il bene che si procura all’anima di un peccatore va alla Purezza increata. Dio ha voluto che così fosse per conferire alla carità verso il prossimo, di cui ha fatto il secondo comandamento simile al primo, una vera somiglianza col primo, quello dell’amore di Dio. Credo non ci sia parola del Vangelo che abbia fatto su di me più profonda impressione di questa, un’impressione tale da trasformare la mia vita: “Tutto ciò che farete ad uno di questi piccoli sarà fatto a me”. Se si riflette che queste sono parole della Verità increata, quella della stessa bocca che ha detto: “Questo è il mio Corpo, questo è il mio Sangue”, con che forza si è sospinti a cercare ed amare Gesù nei piccoli, nei peccatori, nei poveri, concentrando ogni nostra aspirazione nella conversione delle anime e offrendo tutto quanto sta in noi di materiale per il sollievo delle miserie temporali. (Charles de Foucauld, Pensieri 76).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 15 Settembre 2020ultima modifica: 2020-09-15T22:42:48+02:00da fraternidade
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