Giorno per giorno – 08 Settembre 2020

Carissimi,
“Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati” (Mt 1, 20-21). È l’invito che Giuseppe riceve in sogno, dopo la scoperta della misteriosa gravidanza di Maria, sua promessa sposa. Al quale invito, egli ubbidirà puntualmente. Della madre di Gesù oggi si celebra il giorno natalizio alla vita terrena, come, nel calendario, avviene anche per Gesù e per Giovanni Battista, uniche eccezioni nel panorama dei santi, con i quali hanno in comune il “dies natalis” alla vita del cielo. Di Maria, come di Gesù, la chiesa celebra anche il concepimento, rispettivamente, l’8 dicembre, giusto nove mesi fa, e il 25 marzo, nove mesi prima del Natale. Non trattando i vangeli della nascita di Maria (per superare questa lacuna, venendo incontro alla curiosità popolare, hanno provveduto poi i tardivi vangeli apocrifi), la liturgia propone oggi la narrazione matteana della genealogia di Gesù, che, coniugata tutta al maschile, anche se con l’inclusione volutamente provocatoria (da parte di Dio) di quattro donne – Tamar, Racab, Rut, Betsabea – dalle vicende problematiche quanto basta per scandalizzare le anime più sensibili (a certi scadimenti negli uomini ci si è più abituati), si conclude nella figura di Maria, scelta da Dio, la più piccola tra i piccoli, nella periferia della periferia del mondo, per dare alla luce il Figlio, inaugurando così una nuova pagina della storia umana, sotto il segno non più della tentata rapina di una dimensione divina, immaginata come potere, ma sotto quello del servizio e del dono di sé fino alle estreme conseguenze per la liberazione e il riscatto di tutti. A cui la fede che professiamo non cessa di chiamarci.

Oggi è, dunque, la festa della Natività di Maria, antesignana di quanti per la fede generano Dio al mondo.

Storicamente, la Festa della Natività di Maria sorse nelle Chiese d’Oriente, nel sec.V, mentre la Chiesa di Roma l’adottò o la solennizzò solo all’inizio del sec. VIII, per volontà del papa Sergio I, di origine siriaca. San Pier Damiani, parlando di questa festa dirà: “Oggi è il giorno in cui Dio comincia a mettere in pratica il suo piano eterno, poiché era necessario che si costruisse la casa, prima che il Re scendesse ad abitarla. Casa bella, poiché, se la Sapienza si costruì una casa con sette colonne lavorate, questo palazzo di Maria poggia sui sette doni dello Spirito Santo. Salomone celebrò in modo solennissimo l’inaugurazione di un tempio di pietra. Come celebreremo la nascita di Maria, tempio del Verbo incarnato? In quel giorno la gloria di Dio scese sul tempio di Gerusalemme sotto forma di nube, che lo oscurò. Il Signore che fa brillare il sole nei cieli, per la sua dimora tra noi ha scelto l’oscurità (1 Re 8,10-12), disse Salomone nella sua orazione a Dio. Questo nuovo tempio si vedrà riempito dallo stesso Dio, che viene per essere la luce delle genti”.

I testi che la liturgia propone alla nostra riflessione sono propri della festività odierna e sono tratti da:
Profezia di Michea, cap. 5,1-4a; Salmo 13; Vangelo di Matteo, cap. 1, 1-16. 18-23.

La preghiera del martedì è in comunione con le religioni tradizionali africane.

Oggi ricordiamo anche la figura di Antoine Frédéric Ozanam, amico dei poveri, fondatore delle Conferenze di S. Vincenzo de Paolis.

Antoine Frédéric Ozanam nacque a Milano, il 23 aprile 1813, nella famiglia di Jean-François Ozanam e di Maria Nantas. Dopo aver compiuto gli studi a Lione, il giovane si trasferì a Parigi, nel 1831, per completare la sua formazione accademica alla Facoltà di Diritto e di Lettere. In questo periodo prese a collaborare a numerose riviste e ad organizzare conferenze di cultura religiosa. Un giorno un compagno di università lo apostrofò dicendo: “Voi cattolici siete bravi solo a parlare e a discutere, quand’è che vi deciderete a fare qualcosa?”. Punto nel vivo, Ozanam si rese conto che un cristianesimo solo teorico, incapace di tradursi in una pratica ispirata dall’amore, a prezzo del proprio sacrificio personale, è morto. Assieme ad alcuni compagni decise, nel 1833, di dare vita ad un’associazione di laici votata all’aiuto dei poveri, che si chiamerà in seguito Società di san Vincenzo de’ Paoli. Nominato, a soli ventisette anni, titolare della cattedra di Letteratura straniera alla Sorbona, sposò nel 1841 Amélie Soulacroix, che gli darà una figlia, Maria. Allo scoppio della rivoluzione del 1848, pur deplorando la violenza dei rivoltosi, Ozanam difese la giustezza della loro causa, sostenendo che non poteva esserci soluzione se non si affrontava di petto il problema della miseria sociale che, di quella violenza, era causa e origine. Negli anni successivi, il progressivo deteriorarsi delle condizioni di salute, lo convinse a lasciare l’insegnameno. Continuò tuttavia il suo impegno e la sua presenza tra i poveri, e la sua battaglia ideale per riconciliare la chiesa e la democrazia, contro quei ceti conservatori che anche in ambito cattolico erano attestati nella difesa dei privilegi di pochi, sotto lo slogan di “Legge e ordine”. Di ritorno da un viaggio in Italia, Ozanam morì stroncato dalla malattia, a Marsiglia, l’8 settembre 1853.

Secondo i dati forniti tempo fa dall’Unesco, ci sono ancora oggi nel mondo circa 774 milioni adulti non alfabetizzati. Ad ssi andrebbero aggiunti quanti sono vittime dell’analfabetismo funzionale, che riguarda la condizione di chi sa leggere e scrivere, come anche di esprimersi in modo corretto, ma non è in grado di raggiungere un adeguato livello di comprensione e analisi di un discorso complesso. Per ricordarcelo e sensibilizzare noi e i nostri governi sul problema e sulla sfida che esso rappresenta è stata istituita, nel 1966, la Giornata Internazionale dell’alfabetizzazione, che è celebrata ogni anno l’8 settembre.

È tutto, per stasera. Prendendo spunto dalla festa della Natività di Maria, scegliamo di congedarci, offrendovi una preghiera “A Maria nascente” di Paolo VI risalente all’8 settembre 1964. Che è, così, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Tu, o Maria, appari nel mondo come l’arrivo dell’aurora che precede la luce della salvezza, Cristo Gesù, come l’aprirsi sulla terra, tutta coperta dal fango del peccato, del più bel fiore che mai sia sbocciato nel devastato giardino dell’umanità. È, la tua, la nascita della creatura umana più pura, più innocente, più perfetta, più degna della definizione che Dio stesso, creandolo, aveva dato dell’uomo: immagine di Dio, bellezza suprema, profonda, così ideale nel suo essere e nella sua forma, e così reale nella sua vivente espressione da lasciarci intuire come tale primigenia creatura era destinata al colloquio, all’amore del suo Creatore in una ineffabile effusione della beatissima e beatificante divinità. Ciò che doveva in Eva apparire e svanire miseramente, per un disegno di infinita misericordia Dio faceva rivivere in te, Maria. Tu, Maria, sei nata. Tu, Maria, sei nostra. Tu, Maria, restituisci a noi la figura dell’umanità perfetta nella tua immacolata concezione umana, stupendamente corrispondente alla misteriosa concezione della mente divina della creatura regina del mondo. O Maria, incantevole gaudio delle nostre anime, non fermare a te il nostro sguardo se non per spingerlo a guardare più avanti, al miracolo di luce e santità e di vita che tu annunci nascendo e recherai con te, Cristo Signore, il Figlio tuo, Figlio di Dio, dal quale tu stessa tutto ricevi. Maria, lampada portatrice del lume divino, porta per cui il Cielo muoverà i suoi passi verso la terra, Madre che offri vita umana al Verbo di Dio, tu sei l’avvento della nostra salvezza. (Paoolo VI, A Maria nascente).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 08 Settembre 2020ultima modifica: 2020-09-08T22:03:58+02:00da fraternidade
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