Giorno per giorno – 27 Luglio 2020

Carissimi,
“Il regno dei cieli si può paragonare a un granellino di senapa, che un uomo prende e semina nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande degli altri legumi e diventa un albero, tanto che vengono gli uccelli del cielo e si annidano fra i suoi rami” (Mt 13, 31-32). “Regno dei cieli”, come sappiamo da tempo, è espressione che aggira l’impronunciabilità del nome di Dio, usando “cieli” come suo sinonimo. Quindi si parla del regno di Dio. Che non è il paradiso, ma il rendersi presente di Dio nelle relazioni umane. Si tratta quindi di Gesù, volto umano di Dio. Le religioni ci hanno abituato a pensare Dio come il più grande di tutto ciò che si possa pensare (anche perché, al suo seguito, ci vorremmo grandi pure noi). Ma poi arriva Gesù che dice che no, è il più piccolo di tutti i semi. Così che nessuno davanti a lui possa sentirsi a disagio. Anche per questo l’evangelista si premura di aggiungere subito: egli parlava in parabole (e che parabole!) “perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta: Aprirò la mia bocca in parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo” (v.35). Cose nascoste, che neppure l’Antico Testamento era riuscito a intuire. Come la piccolezza, l’umiltà di Dio. Fattosi il più piccolo e, seminato nella terra, divenuto albero (della croce), che accoglie tutti. Noi come chiesa e come suoi discepoli dovremmo ambire solo a questo, per essere sacramento del regno. E non adoratori di un idolo del dominio.

Oggi è memoria di Titus Brandsma, martire del totalitarismo nazista a Dachau.

Anno Bjoerd Brandsma nasce a Bolsward, in Olanda, il 23 febbraio 1881, quinto di sei figli. A 17 anni entra nel Carmelo di Boxmeer, assumendo il nome di Titus. Ordinato sacerdote nel 1905 e conseguito il dottorato in filosofia all’Università Gregoriana di Roma, si dedica ad ogni tipo di apostolato, scrivendo libri e articoli su diversi periodici; tenendo conferenze e lezioni, dentro e fuori il convento; predicando e organizzando congressi, meravigliando tutti per la sua capacità di arrivare dappertutto. Riesce, tuttavia, ed è ciò che più importa, a mantenersi sempre uomo di preghiera, profondamente semplice ed umile. L’occupazione dell’Olanda da parte dei nazisti, il 10 maggio 1940, segna l’avvio di una politica di persecuzione nei confronti degli ebrei, ma anche di una coraggiosa resistenza da parte della gerarchia cattolica che, il 26 gennaio 1941, emetterà un dichiarazione con cui si negano i sacramenti ai cattolici che sostengano il movimento nazional-socialista e proibirà ogni forma di propaganda nazista sulla stampa cattolica. Tra le figure di spicco di questa resistenza c’è padre Titus. Ma non durerà a lungo. La sera del 19 gennaio 1942, infatti, è arrestato dalle famigerate SS e inviato in campo di concentramento. La colpa: i suoi articoli di denuncia contro la persecuzione che i “codardi nazisti” muovono agli ebrei e la sua difesa della fede cristiana contro il mostro del nazionalsocialismo. Saranno sei mesi di Calvario, soprattutto nell’inferno di Dachau. Fino a quando, il 26 luglio 1942, verrá ucciso con un iniezione di acido fenico. All’infermiera che gliela pratica, offre la sua corona del Rosario. Alla protesta di lei di non saper pregare, lui la rassicura: “Tranquilla, basta che tu dica: Prega per noi peccatori”. Lo testimonierà lei stessa al processo che precederá la beatificazione, avvenuta nel 1985.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Profezia di Geremia, cap.13, 1-11; Salmo (da Dt 32, 18-21); Vangelo di Matteo, cap.13, 31-35.

La preghiera di questo lunedì è in comunione con le grandi religioni del subcontinente indiano: Vishnuismo, Shivaismo, Shaktismo.

È tutto, per stasera. Noi ci si congeda qui, offrendovi in lettura una citazione di Titus Brandsma, tratta da un suo discorso del 1932, tenuto come Rettore Magnifico in occasione del dies natalis dell’Università cattolica di Nimega. È questo, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Data la necessità di rendere manifesta la nostra fede nel nostro agire, da essa ispirato, dobbiamo essere ancora più attenti a non perder di vista la vita intima di Dio. L’agire, da solo, non è sufficiente. Esso deve provenire da un cuore abitato da Dio; la nostra azione deve giungere dal nostro intimo sacrario dove Dio decreta e consiglia il da farsi. In questo modo il nostro agire sarà non solo forte ed irresistibile all’esterno, ma anche nel nostro intimo sarà forte. Una manifestazione di vita più riuscita e più nobile. (Titus Brandsma, Discorso nel dies natalis 1932 dell’Università cattolica di Nimega).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 27 Luglio 2020ultima modifica: 2020-07-27T22:34:23+02:00da fraternidade
Reposta per primo quest’articolo