Giorno per giorno – 30 Dicembre 2019

Carissimi,
“C’era una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme” (Lc 2, 36-38). Quasi per una sorta di augurio sull’anno nuovo imminente, la liturgia ci propone la profezia, dettata sul Bambino da due anziani, Simeone e Anna, che si imbattono, non per caso, ma attratti dallo Spirito, nei genitori che lo portano al Tempio, al termine dei quaranta giorni previsti dalla Legge per la loro purificazione (cf v.22). La profezia di Simeone, la si sarebbe dovuta ascoltare ieri, non fosse stato per la coincidenza con la domenica, con altre e sue proprie letture. Oggi ascoltiamo di Anna, del suo lodare Dio alla vista del Bambino, e del parlare di lui – già un anticipo dell’annuncio del Vangelo -, a quanti speravano nella liberazione del Paese. Eppure, era solo un Bambino. Figlio di una povera coppia di periferia, che, quel giorno, avanzava intimidita nel Tempio, per compiere i suoi doveri religiosi. Tempi bui, quelli, tempi oscuri anche i nostri, ma ci sono occhi capaci di indovinare l’impronta di Dio e il suo segreto agire nella persona dei piccoli, che Dio fece sua, una volta per tutte, nell’assumere la carne umana, quella carne umana, facendo della storia, la sua storia.

Oggi è il Sesto giorno dell’Ottava di Natale e noi facciamo memoria di Danilo Dolci, educatore, profeta di pace e nonviolenza, e di John Main, monaco e maestro di meditazione e dialogo.

Danilo Dolci era nato a Sesana, nei pressi di Trieste, il 28 giugno 1926, da padre italiano e madre slovena. Dopo gli studi artistici al liceo di Brera, s’iscrisse alla Facoltà di Architettura a Milano. Arrestato dai nazifascisti nel 1943 a Genova, riuscì a fuggire, rifugiandosi dapprima sulle montagne abruzzesi e raggiungendo infine Roma. Nel dopoguerra entrò a far parte della comunità di Nomadelfia, fondata da don Zeno Saltini, con lo scopo di assistere gli orfani della guerra. Nel 1952 si trasferì a Trappeto, un paesino in provincia di Palermo, dove, sulla base del metodo gandhiano della nonviolenza, prese avvio la sua attività a fianco dei più poveri, con l’obiettivo di ottenere acqua, fognature, strade, lavoro e scuole. Nei quarantanni che seguirono, Dolci si fece promotore di molteplici iniziative, volte al riscatto sociale di disoccupati e contadini, organizzò marce per la pace nel Vietnam, manifestazioni per il riconoscimento dell’obiezione di coscienza, denunce contro la mafia e i legami di questa col mondo politico locale. Ne ottenne minacce, denunce, arresti e condanne. Ma anche numerosi riconoscimenti sul piano internazionale. Negli ultimi anni della sua vita privilegiò sempre più le attività di educazione alla pace e alla nonviolenza. È morto il 30 dicembre 1997.

John Main era nato nel 1926 a Londra, da una famiglia irlandese. Terminati gli studi di Diritto, il giovane prestò servizio in Malesia, alle dipendenze del Ministero degli Esteri. Lì, un monaco indiano lo avvicinò alla pratica della meditazione. Tornato in Europa, Main divenne professore di Diritto Internazionale al Trinity College di Dublino. Finché, nel 1958, decise di entrare in un monastero benedettino a Londra. Fu nel 1969 che Main, con la riscoperta della meditazione cristiana, praticata e diffusa nel IV secolo da Giavanni Cassiano, sulla scorta degli insegnamenti dei Padri del Deserto, riprese la pratica della meditazione, dedicando il resto della vita a insegnare ai laici questa antica tradizione che il cristianesimo aveva dimenticato. A tal fine fu invitato dall’arcivescovo di Montreal a fondare una Comunità Benedettina che avesse lo scopo peculiare di insegnare la pratica della meditazione cristiana. Nel 1980, nella Cattedrale di Montreal, John Main accolse Sua Santità il Dalai Lama nell’ambito di un incontro interconfessionale. Entambi sottolinearono l’importanza della collaborazione fra tradizioni spirituali diverse per il raggiungimento della pace nel mondo. John Main morì il 3o dicembre 1982. La sua opera è portata avanti da una vasta rete di gruppi di meditazione cristiana.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra attenzione sono tratti da:
1ª Lettera di Giovanni, cap. 2, 12-17; Salmo 96; Vangelo di Luca, cap.2, 36-40.

La preghiera di questo lunedì è in comunione con le grandi religioni dell’India: Vishnuismo, Shivaismo, Shaktismo.

È tutto. Noi ci si congeda qui, offrendovi in lettura un brano di John Main, tratto

Ed è tutto. Noi ci si congeda qui, offrendovi in lettura una riflessione di John Main, tratta dalla sua ultima lettera, del dicembre 1982, riportata nel libro “Monastery Without Walls”, che troviamo, tradotta in italiano nel sito della Comunità Mondiale per la Meditazione Cristiana, e che è, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
C’è la tentazione di trattare la nascita di Cristo in modo romantico come se fosse estranea al significato pieno della sua vita, quasi un evento pre-cristiano. Perfino nei resoconti belli e dettagliati della sua nascita nel vangelo a volte corriamo il rischio di vedere questa parte della sua vita come puramente consolatoria e idilliaca. Ma è parte del mistero umano che nulla sia al di fuori del Mistero. Nella Incarnazione, Dio ha accettato questo aspetto della condizione umana e, così, la nascita e l’infanzia di Cristo fanno parte dell’intero mistero della sua vita — una vita che è culminata sulla croce e ha raggiunto il suo compimento trascendente nella Resurrezione e nell’Ascensione. La meditazione ci insegna questa inclusività. Ci mostra quanto pienamente coinvolta nella conversione radicale della vita deve essere ogni parte di noi. Ci insegna come dobbiamo impegnare tutto il nostro cuore in questo lavoro dello Spirito. Se noi dobbiamo corrispondere in pieno alla chiamata a non rimanere in superficie per entrare nella conoscenza profonda e diretta di una vita vissuta nel mistero di Dio, allora tutto nella vita deve essere visto nella dimensione di profondità della Presenza divina. È sciocco cercare dei ‘segni’ sulla via – ‘segni e meraviglie’ sono una forma di materialismo spirituale che Gesù rimproverava – perché se davvero siamo sulla via, immersi nella nuvola luminosa della presenza di Dio, allora la vita è meravigliosa e ogni cosa è un segno. Ogni cosa trasmette l’amore di Dio. (John Main, Monastery Without Walls).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 30 Dicembre 2019ultima modifica: 2019-12-30T22:22:25+01:00da fraternidade
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