Giorno per giorno – 23 Settembre 2019

Carissimi,
“Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la pone sotto un letto; la pone invece su un lampadario, perché chi entra veda la luce. Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha sarà dato, ma a chi non ha sarà tolto anche ciò che crede di avere” (Lc 8, 16. 18). Se abbiamo ricevuto la lampada del Vangelo, non è per tradurlo in una devozione privata, né, tanto meno, tradire la sostanza del messaggio, riducendolo a celebrazione rituale, di cui, per altro, così spesso, si perde il significato, al fine di tranquillizare le nostre coscienze, per aver dato, settimanalmente o anche meno, a Dio quel che è dovuto a Dio. Il Regno, che è il progetto di Dio, in cui la società, a partire dal nostro concreto vissuto, si trova proiettata nella dimensione della fraternità universale, sotto il segno della Croce, che consiste nella negazione di sé per la vita degli altri, a partire dagli ultimi, il Regno così inteso deve prendere tutta la nostra vita, illuminandone ogni ambito, ponendoci così in grado di testimoniare a quanti entrano nella chiesa (v.16), il fuoco del suo annuncio. Se non avremo questa accortezza, poco a poco, ci sarà tolto anche ciò che crediamo di avere. La fede svanirà, la testimonianza della carità anche di più, soffocando così la speranza che poteva aver acceso in molti. Ma noi ci daremo da fare per impedire che tutto questo avvenga, vero?

Il nostro calendario ci porta la memoria di Francisco de Paula Victor, prete afrobrasiliano al servizio della carità.

Francisco de Paula Victor venne al mondo in un fienile della “senzala”, (l’abitazione riservata agli schiavi del tempo), di una piantagione nel municipio di Campanha (Minas Gerais). Era figlio della schiava Lourença Maria de Jesus e di padre ignoto. Il piccolo fu presto preso a benvolere dalla padrona della fazenda, dona Mariana Bárbara Ferreira, che si preoccupò di alfabetizzarlo e istruirlo. Ammirata per le qualità morali del ragazzo e per la sua disposizione allo studio, la donna chiese che gli fosse consentito entrare in seminario a Mariana, offrendo per lui in dote metà della fazenda Conquista, di sua proprietà. È facile immaginare quali e quante, in un ambiente esclusivamente di bianchi, fossere le umiliazioni e soperchierie a cui il giovane fu sottoposto durante tutto il periodo degli studi. I suoi biografi attestano che, però, egli “seppe sempre comprendere, perdonare e amare coloro che l’offendevano”. Sapendo, poi, col tempo, conquistare tutti con la sua mitezza e docilità. Ordinato prete, esercitò per 53 anni il suo ministero nella parrocchia di Três Pontas, dove gli toccò subire le stesse difficoltà del seminario, riuscendo tuttavia anche in questo caso a superare le barriere del pregiudizio razziale e attirando ben presto a sé gli abitanti, non solo della parrocchia, ma dell’intera regione. La sua azione pastorale si caratterizzò soprattutto per l’attenzione nei confronti degli ultimi, visitando gli ammalati, ospitando gli invalidi, occupandosi, benché lui stesso fosse poverissimo, dei più poveri. Morì il 23 settembre 1905. La sua salma restò esposta per tre giorni, per ricevere il pellegrinaggio devoto e riconoscente della sua gente.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Libro di Esdra, cap.1, 1-6; Salmo 126; Vangelo di Luca, cap.8, 16-18.

La preghiera di questo lunedì è in comunione con le grandi religioni dell’India, Vishnuismo, Shivaismo, Shaktismo.

“Come nei giorni che precedettero il diluvio, le persone mangiavano, bevevano, si sposavano ed erano date in moglie, fino a quando Noè entrò nell’arca; e non si avvidero di nulla, finché venne il diluvio e li portò via tutti” (Mt 24, 38-39). Lo diceva Gesù dei giorni di Noè, ma forse si riferiva ad ogni altro tempo, per ricordarci, fuori da ogni interpretazione fondamentalista, che la natura non si salva da sola, né il buon Dio si sostituisce a noi, per farlo. Chiama, invece, qualcuno, o, meglio, ognuno di noi, a fare la sua parte, in termini di denuncia, sensibilizzazione, azione. Perché ciascuno faccia cosa e come può, salvi il salvabile, a sua portata di mano. Dicono gli antichi racconti che Noè, per anni, cercò di convincere i suoi vicini a fare ciò che si era sentito ispirato a fare, ma incontrò solo noncuranza, diffidenza, dispetto, derisione. Ci pare che di fronte al fenomeno Greta (ma non c’è solo lei), succeda qualcosa di analogo. Il fastidio che la popolarità del personaggio, anche per la sua giovane età, provoca in molti (ci sarà di mezzo qualche frustrazione o semplicemente il pregiudizio ideologico di qualche teoria cospirativista?), porta così a fissarsi e ad accanirsi sul dito (il latore del messaggio), dimenticando la luna (il messaggio in sé) a cui esso accenna.Beh, forse è il caso di farci più attenti al pericolo che ci sovrasta e di cominciare ad agire corentemente per allontanarne la minaccia, come anche ad esigere scelte conseguenti dai detentori del potere.

È tutto, per stasera. E, per restare in tema, scegliamo di congedarci, offrendovi in lettura il testo del discorso tenuto da Greta Thunberg al vertice delle Nazioni Unite sul clima. Che è, così, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Il mio messaggio è: vi teniamo d’occhio. Tutto ciò è sbagliato! Io non dovrei essere qui sopra, io dovrei essere a scuola, dall’altra parte dell’oceano. E invece voi avete chiesto a noi ragazzi di venire qui per la speranza. Come vi permettete? Avete rubato i miei sogni e la mia infanzia con le vostre parole vuote, senza considerare che io sono tra i ragazzi fortunati. Le persone soffrono, le persone stanno morendo e i nostri ecosistemi stanno collassando. Siamo all’inizio di un’estinzione di massa e tutto ciò di cui parlate sono i soldi e le favole su una crescita economica?! Ma come osate? Per più di 30 anni la scienza è stata chiara: come fate a guardare altrove? E venire qui, a dire che voi state facendo abbastanza, quando in realtà la politica e i governi sembrano essere ancora lontani. Voi dite di ascoltarci e di capire l’urgenza, ma non importa quanto io sia triste e arrabbiata, io non vi credo, perché se voi aveste capito effettivamente la situazione, continuando a fallire nell’agire, allora sareste da considerare come dei malvagi. E mi rifiuto di credere a ciò. L’idea popolare di tagliare le emissioni ci dà solo la possibilità di riuscire al 50%, rimanendo sotto 1.5 gradi di innalzamento delle temperature ed evitando una reazione a catena di eventi fuori il controllo umano. Il 50 % forse è accettabile per voi, ma quei numeri non includono alcuni punti critici, come i cicli di retroazione, ulteriore riscaldamento dovuto all’inquinamento dell’aria, o le questioni riguardanti la giustizia e l’equità. Tutto ciò è da considerare in riferimento al fatto che io e la generazione di quelli che saranno i miei figli saremo costretti ad assorbire milioni di tonnellate di CO2 dall’aria con tecnologie che neanche esistono. Quindi il 50 % di rischio non è accettabile per noi che vivremo le conseguenze. Per avere il 67% di possibilità di rimanere sotto 1.5 gradi, questa è la migliore prospettiva fornita dal gruppo intergovernativo per il cambiamento climatico, il mondo avrebbe solo 420 gigatoni di diossido di cabonio da consumare partendo dal 1 gennaio 2018. Come osate pensare che questa situazione possa essere risolta con l’economia di sempre e le tecnologie utilizzate finora? Con i livelli delle emissioni di oggi, il bilancio di CO2 da consumare rimasto disposizione (per rimanere sotto 1,5 gradi di innalzamento delle temperature) sarà completamente terminato in meno di 8-10 anni. Non ci saranno né soluzioni, né piani basati su questi numeri oggi perché queste cifre sono troppo scomode e non si è troppo maturi per arrivare dire le cose come stanno. Ci state deludendo. Ma i giovani stanno iniziando a capire il vostro tradimento. Lo sguardo delle future generazioni è sopra di voi. Se scegliete di deluderci, allora non vi perdoneremo mai. Non vi lasceremo andare così. Qui e in questo momento è dove noi segniamo la linea: il mondo si sta svegliando e, vi piaccia o no, il cambiamento sta arrivando. (Greta Thunberg, How dare you?).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 23 Settembre 2019ultima modifica: 2019-09-23T22:25:46+02:00da fraternidade
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