Giorno per giorno – 18 Settembre 2019

Carissimi,
“A chi dunque paragonerò gli uomini di questa generazione, a chi sono simili? Sono simili a quei bambini che stando in piazza gridano gli uni agli altri: Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato; vi abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!” (Lc 7, 31-32). “Questa generazione” è, sì quella contemporanea di Gesù, ma è anche ogni altra, compresa la nostra. Gesù ne descrive il negarsi all’invito a conversione del Battista, come anche il rifiuto a prender parte al convivio aperto a tutti da lui inaugurato. Ora, l’uno e l’altro, non si giocano semplicemente sul piano religioso, che anzi se fosse così sarebbe tutto inutile, dato che ciò che interessa a Gesù non è la religione in sé, ma la vita e ciò che ad essa rinvia. La conversione dalla logica di peccato che domina il Sistema del dominio è il passo indispensabile per aprirci a quella dimensione di accoglienza, dialogo, servizio, dono di sé, pace e giustizia, che veda l’altro, ogni altro, riconosciuto come fratello, in cui consiste il Regno annunciato da Gesù. Stamattina, ci chiedevamo: come reagiamo noi di fronte al lamento dei molti, troppi, che denunciano l’iniquità del Sistema? Come anticipiamo nella nostra pratica quotidiana, nella vita delle nostre comunità, nelle nostre scelte politiche, la profezia gioiosa del Regno?

In questa data il nostro calendario ci porta la memoria di Dag Hammarskiöld, promotore di pace.

Nato il 29 luglio 1905 a Jönköping, in Svezia, da Agnes Almqvist e Hjalmar Hammarskiöld, che sarà più tardi Primo Ministro di quel paese, il giovane Dag studiò diritto ed economia, con l’intenzione di seguire l’esempio del padre, abbracciando la carriera politica. Di fatto, divenne ministro, poi capo della delegazione svedese alle Nazioni Unite e infine Segretario Generale dell’ONU. Nel 1960, quando il Congo ottenne l’indipendenza e si scatenò la guerra civile, Hammarskjold si prodigó instancabilmente perché si arrivasse a negoziare il cessar il fuoco. Morì in un disastro aereo, forse vittima di un attentato, nei cieli di Zambia il 18 settembre 1961. In quello stesso anno gli fu attribuito il Premio Nobel per la Pace alla memoria. Per anni aveva scritto un diario, pubblicato dopo la sua morte, in cui veniva annotando i suoi pensieri sulla signoria di Cristo e sul significato di questo per la sua vita. Scrisse: “Dio non muore nel giorno in cui noi smettiamo di credere in Lui, ma noi moriamo il giorno in cui le nostre vite cessano di essere illuminate dalla luce continua, rinnovata ogni giorno, di un miracolo, la cui fonte sta al di lá di ogni ragione”.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
1ª Lettera a Timoteo, cap.3, 14-16; Salmo 111; Vangelo di Luca, cap.7, 31-35.

La preghiera del mercoledì è in comunione con tutti gli operatori di pace, quale che ne sia il cammino spirituale o la filosofia di vita.

E ci congediamo qui, offrendovi una breve riflessione di Dag Hammarskiöld, tratta dal suo libro “Tracce di cammino” (Edizioni Qiqajon), che è, così, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Il perdono spezza la concatenazione causale, in quanto chi “perdona” per amore, si addossa la responsabilità delle conseguenze di ciò che tu hai fatto. Dunque comporta sempre un sacrificio. Il prezzo della tua liberazione attraverso il sacrificio di un altro è che tu sia disposto a liberare altri allo stesso modo, incurante delle conseguenze. (Dag Hammarskiöld, Tracce di cammino).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 18 Settembre 2019ultima modifica: 2019-09-18T22:20:32+02:00da fraternidade
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