Giorno per giorno – 27 Giugno 2019

Carissimi,
“Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità” (Mt 7, 22-23). “Quel giorno”, oltre ad essere il giorno finale, dell’incontro con la verità della nostra vita, è anche, proprio per questo, ogni altro giorno, in cui ci viene chiesto conto della coerenza tra la fede professata e la pratica di “queste parole”, gli insegnamenti che Gesù ha enunciato nel Sermone del monte e che paiono qui così decisivi per il giudizio che egli pronuncerà e pronuncia sul nostro operato, quanto, a pensarci bene, risultano ininfluenti a caratterizzare davvero il nostro vissuto di discepoli. Che preferiscono di gran lunga limitarsi ad azioni di culto, con i loro riti, pellegrinaggi, inni, e persino, in crescente concorrenza tra le chiese, miracoli ed esorcismi (come del resto accade più o meno in tutte le religioni), tralasciando ciò che è in grado di cambiare davvero la nostra vita: la pratica di una giustizia non solo formale, contrassegnata dall’amore per i fratelli, amici e nemici.

Oggi è memoria di un martire piccolo, oscuro, di quelli che, forse, non entreranno mai nei martirologi ufficiali della Chiesa: Juan Pablo Rodriguez Ran, pastore che diede la vita per il suo gregge.

Juan Pablo era un prete indigeno, parroco nella chiesa di S. Domenico, a Cobán (Guatemala). La sua predicazione a favore della giustizia e contro l’oppressione della sua gente è considerata “sovversiva” dall’esercito e dalla polizia e il prete è più volte avvertito che conviene “smetterla di sollevare il popolo” perché gli squadroni della morte lo stanno cercando. Di queste minacce sono al corrente anche gli altri preti della parrocchia e perfino il suo arcivescovo, che lo consiglia di mettersi calmo e tranquillo. Ma come restare calmi e tranquilli davanti alla sofferenza di tutto un popolo? La morte lo coglierà significativamente, al termine di un’Eucaristia, mentre torna in canonica. “Persone in uniforme militare” trasportate da un camion verde oliva (come gli automezzi dell’esercito) con la targa coperta, gli sparano per strada, uccidendolo brutalmente. Era il 27 giugno 1982.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Libro di Genesi, cap. 16, 1-12. 15-16; Salmo 106; Vangelo di Matteo, cap. 7, 21-29.

La preghiera del giovedì è in comunione con le religioni tradizionali indigene.

Noi ci congediamo qui. E, prendendo spunto dalla memoria di Juan Pablo Rodriguez Ran, vi proponiamo in lettura un brano di Jon Sobrino, tratto dal suo libro “Tracce per una nuova spiritualità” (Borla). Che è, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
“Regno di Dio” non è soltanto un simbolo utopico cui si risponda adeguatamente solo con la speranza; è anche un simbolo etico, che esige cambiamento di atteggiamenti e condotta; infine è un simbolo prassico che esige una determinata attività: la vita nell’amore – parlando in forma generica – e la prassi della carità in quanto comporta di pratica trasformatrice della ingiustizia storica in relazioni giuste tra gli uomini. (Jon Sobrino, Tracce per una nuova spiritualità).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 27 Giugno 2019ultima modifica: 2019-06-27T22:59:44+02:00da fraternidade
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