Giorno per giorno – 07 Giugno 2019

Carissimi,
“In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi” (Gv 21, 18). È la risposta-dono di Gesù alla triplice confessione d’amore di Pietro. Confessione che, contrariamente al suo carattere impetuoso, è ora, dopo la prova mancata, timida, umile, la penseremmo con un nodo alla gola, ma ugualmente risoluta. Ed è proprio da qui, dalla sconfitta del suo umanisssimo orgoglio che gli aveva fatto presumere, contando sulle sole sue forze, di essere pronto a morire per Gesù (cf Gv 13, 37), che gli si dà la possibilità di seguire il Maestro, dove la natura rifiuterebbe di andare: al dono della vita. Cinto di una nuova veste, dall’alto. Simboleggiando, per ogni cristiano che sia tale, quel battesimo che siamo così lontani dal testimoniare.

Il nostro calendario ci porta oggi la memoria di Matt Talbot, il santo [ex]-bevitore.

Nato il 2 maggio 1856, a Dublino (Irlanda), secondo dei dodici figli di Charles e Elisabeth Talbot, Matt aveva trascorso la sua infanzia nella totale mancanza di sicurezza e di stabilità. Mai aveva frequentato regolarmente una scuola. A dodici anni trovò lavoro in un deposito di imbottigliamento di vino e fu qui che cominciò a bere smodatamente. Una sera, all’età di vent’otto anni, per strada s’imbatté in un prete, pensò tra sé: forse è il momento di smettere, almeno per un po’. Si confessò e promise di non bere per tre mesi. Molte volte sentì che non sarebbe riuscito a mantenere quella promessa, eppure dopo un anno rinnovò l’impegno di non bere mai più neppure una goccia di alcool. E furono 41 anni. Con l´aiuto del suo amico prete, modellò la sua vita su quella dei monaci irlandesi del VI e VII secolo: un rigoroso programma di lavoro manuale, preghiera (con al centro l’eucaristia), digiuno e carità. Distribuiva la maggior parte del suo salario ai poveri e, nello stesso tempo, era profondamente consapevole delle giuste lotte e rivendicazioni dei suoi compagni di lavoro. A questi e ai suoi vicini presentò sempre l’immagine amichevole di un uomo sorridente, realizzato e felice. Matt Talbot morì d’infarto il 7 giugno 1925. Dopo la morte, la sua fama di santità si diffuse rapidamente. Paolo VI lo dichiarò venerabile nel 1975.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Atti degli Apostoli, cap.25, 13b-21; Salmo 103; Vangelo di Giovanni, cap.21, 15-19.

La preghiera del Venerdì è in comunione con i fedeli della Umma islamica, che confessano l’unicità del Dio clemente e misericordioso.

Non abbiamo, quanto meno sottomano, scritti di Matt Talbot. Scegliamo allora di congedarci con la pagina di un “prete di strada”, che ha scelto da tempo di condividere la vita, le lotte, le sconfitte, le vittorie di quanti hanno conosciuto a diverso titolo la via dell’emarginazione. La troviamo nel libro di Luigi Ciotti “La speranza non è in vendita” (Giunti Edizioni Gruppo Abele) ed è, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Quando la sicurezz viene elevata a valore assoluto, perseguita non come effetto di buon governo, ma come idea stessa di governo, disegna attorno a sé una società a compartimenti stagni, con muri, divieti, zone sorvegliate. Questa idea di sicurezza finisce per sfaldare la comunità, per promuovere un’immunità al tempo stesso sociale e giuridica: da un lato protezione gretta ed egoista dalla presenza inquietante e “contagiosa” di povei e diversi, dall’altro pretesa di non essere sottoposti alle leggi che regolano la vita collettiva. Nascono qui i Paesi con un doppio confine: esterno, tra “locali” e “stranieri”; e interno, tra “inclusi” ed “esclusi”. Ma da qui nasce anche la paura, perché, alla lunga, la conoscenza viene divorata dal pregiudizio. E per quanto alti siano i muri, esclusive le leggi, nulla ci può difendere dallo smarrimento che sopraggiunge quando non ritroviamo più nel volto dell’altro un tratto della nostra umanità: quel reciproco riconoscersi che anima da sempre la vita e le storie delle persone. (Luigi Ciotti, La speranza non è in vendita).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 07 Giugno 2019ultima modifica: 2019-06-07T22:19:57+02:00da fraternidade
Reposta per primo quest’articolo