Giorno per giorno – 05 Giugno 2019

Carissimi,
“Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità” (Gv 17, 15-19). Anche in questo caso la parola “mondo” appare nelle due diverse accezioni che abbiamo giá visto in passato: il mondo buono della creazione, e il mondo come Sistema del dominio, che brutalizza la crazione e le creature. Gesù non prospetta ai suoi una vita separata, in comunità di tipo monastico come poteva essere quella degli esseni, loro contemporanei. La loro missione deve proseguire la sua, in vista della salvezza del mondo, a cui Lui è stato inviato. Vivere, così, nel mondo, senza lasciarsi soggiogare dalla logica del Sistema, ma annunciando al mondo la verità del Padre, la sua paternità universale e la chiamata ad una fraternità riconciliata.

Il nostro calendario ecumenico ci porta oggi la memoria di André Trocmé, profeta di pace e nonviolenza.

André Trocmé era nato il 7 aprile 1901 a Saint-Quentin (Francia), da genitori calvinisti. La drammatica esperienza della prima guerra mondiale, con i suoi orrori e assurdità, ebbe una risonanza ancora più grande nella sua famiglia che, di origine franco-tedesca, vide la fitta rete di parentela schierata su fronti opposti. Questo contribuì a maturare nel nostro giovane una forte vocazione pacifista. Dopo gli studi al Seminario di Parigi, Trocmé si recò negli Stati Uniti per completare i suoi studi teologici. Lì incontrò Magda Grilli (1901-1996), una ragazza fiorentina, che egli sposò nel 1926, e da cui ebbe in seguito quattro figli, Nelly, Jean-Pierre, Jacques, e Daniel. Ordinato pastore, svolse per otto anni il suo ministero a Maubeuge e Sin-le-Noble, due cittadine nel nord della Francia. Lì cominciò a predicare l’evangelo della pace e della nonviolenza che, all’epoca e in quell’ambiente, suonava come parola piuttosto ostica e inusuale. Nel 1934 gli fu affidata la cura pastorale di Le Chambon-sur-Lignon, che negli anni successivi sarebbe divenuta un polo di attrazione per un gran numero di rifugiati francesi ed ebrei che sfuggivano la persecuzione nazista. Nel febbario 1943, lui e il suo collega pastore, Edouard Theis, furono arrestati e inviati in campo di concentramento, ma inaspettatamente, dopo quattro settimane, vennero rilasciati. Alla fine della guerra si calcolò che la rete di solidarietà creata dai due pastori con la popolazione locale era riuscita a salvare almeno cinquemila ebrei. Trocmé dedicò gli anni successivi alla lotta per la pace e la riconciliazione. Dal 1948 al 1960, fu segretario europeo di Fellowship of Reconciliation, la maggior organizzazione pacifista interreligiosa esistente. La sua Casa della Riconciliazione, un centro internazionale per la pace operante a Versailles, fece di lui uno dei leader più significativi della lotta nonviolenta, assieme a Martin Luther King, Jr., Toyohiko Kagawa, e Gandhi. André Trocmé morì a Ginevra il 5 giugno 1971, poche settimane prima dell’attribuzione da parte dello Yad Vashem del titolo di Giusto tre le nazioni, per l’attivitá di salvataggio della popolazione ebrea durante la Seconda Guerra Mondiale.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Atti degli Apostoli, cap.20,28-38; Salmo 67; Vangelo di Giovanni, cap. 17,11b-19.

La preghiera del mercoledì è in comunione con quanti operano in vista della pace, della giustizia e della fraternità tra i popoli, quale che sia la fede religiosa o la filosofia di vita professata.

Dal 1972 l’Onu ha fatto di questa data la Giornata Internazionale dell’Ambiente. Cominciamo col non sprecare acqua, col spegnere una luce di troppo, col ritrovare il gusto di andare a piedi o in bicicletta, col piantare un albero, se abbiamo un pezzettino di terra, col prenderci cura della raccolta differenziata dei rifiuti, con l’appoggiare i movimenti ecologisti, con il sollecitare una politica ambientalista dai nostri partiti, governi, amministrazioni. “Il tuo pianeta ha bisogno di te!”. Cioè di noi.

Nei giorni che precedono la festa di Pentecoste, quest’anno dal 2 al 9 giugno, è celebrata nell’emisfero australe la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, che da voi è celebrata dal 18 al 25 gennaio. Il tema proposto alla riflessione è ispirato a un passo del libro del Deuteronomio: “La giustizia e solo la giustizia seguirai” (Dt 16, 11-20). Promossa in tutto il mondo dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani e dal Consiglio Mondiale delle Chiese, la Settimana di preghiera invita alla celebrazione della giustizia che ha come fondamento la grazia di Dio, secondo la lettera diffusa dal Consiglio Nazionale delle Chiese Cristiane, di cui, nel congedarci, vi proponiamo un brano come nostro

PENSIERO DEL GIORNO
La Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani 2019 ci invita a celebrare la Giustizia fondata sulla grazia di Dio. Questa giustizia ci sfida a guardare alla complessità dei problemi dell’umanità, a riesaminare le relazioni di potere e a renderci conto che gli interessi individuali o dei gruppi economici non possono essere posti al di sopra degli esseri umani, dell’integrità della Creazione e del benessere dell’umanità. La Settimana di Preghiera per l’Unità è stata preparata quest’anno dalle Chiese dell’Indonesia, un paese multi-religioso con una diversità etnica sorprendente. Tuttavia, la pluralità, piuttosto che essere fonte di gioia e celebrazione, è stata in alcune situazioni causa di divisioni e aggressioni. Proprio come in Brasile, in Indonesia, il fondamentalismo religioso o la supremazia di un gruppo etnico rispetto ad un altro, ha significato una forte divisione nel paese, che è anche caratterizzata da un’accentuata disuguaglianza economica. Le Chiese dell’Indonesia ci invitano a riflettere sulla giustizia a partire dall’unità nella diversità, un concetto importante per l’ecumenismo. La giustizia deve garantire la dignità e l’integrità di tutte le espressioni culturali e religiose e deve vigilare sulla Creazione di Dio. Forse viviamo in un momento storico in cui la sopravvivenza della Casa Comune è posta più che mai in pericolo. Ogni giorno, siamo allertati sulla necessità di trasformare radicalmente il nostro stile di vita, le nostre forme di organizzazione, di rivedere i nostri valori e di ridefinire le priorità per l’umanità. Per invertire le situazioni di conflitto, l’agonia attraverso cui passa la Creazione, più che mai, abbiamo il compito di superare la prospettiva che gli interessi economici di poche persone siano al di sopra del bene comune. Allo stesso modo, l’individualismo non può essere considerato un criterio per le relazioni umane. Affinché la Casa comune sia disponibile per le generazioni future, abbiamo bisogno di recuperare lo spirito collettivo, la solidarietà, l’empatia, la consapevolezza che noi, esseri umani, siamo una piccola parte della Creazione di Dio. (Carta das Igrejas-Membro do CONIC sobre a Semana de Oração 2019).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 05 Giugno 2019ultima modifica: 2019-06-05T22:17:35+02:00da fraternidade
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