Giorno per giorno – 29 Maggio 2019

Carissimi,
“Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future” (Gv 16, 12-13). Quanto valeva per i discepoli allora, vale, pur se in maniera diversa, per noi oggi. La Parola detta una volta e per tutte nell’evento di Gesù ha bisogno ogni volta di essere riascoltata, approfondita, reinterpretata, alla luce delle circostanza sempre nuove, sotto la guida dello Spirito. Il quale non s’inventa nulla, ma si limita a proiettare la verità scaturita dall’insegnamento che è stato Gesù sull’insieme e in ciascuna delle vicende del mondo, perché noi possiamo compiere quelle scelte che testimonino nella nostra vita il progetto di Dio, il darsi del suo regno. Dove “regna” servizio, dono di sé, amore incondizionato.

Oggi, il martirologio latinoamericano ricorda Raimundo Ferreira Lima, il “Gringo”, martire della Riforma Agraria. Il nostro calendario ecumenico ci porta la memoria della morte/ascensione di Bahá’u’lláh, fondatore della religione Baha’i.

Raimundo Ferreira Lima era membro attivo della Commissione Pastorale della Terra, nella diocesi di Conceição do Araguia, nel sud del Pará, ed era anche leader del Sindacato dei lavoratori agricoli. Conosciuto come il “Gringo”, era nato il 27 giugno 1937. Quando fu assassinato, il 29 maggio 1980, stava tornando da São Paulo, dove si era recato per impegni legati al suo lavoro sindacale, Ripetutamente minacciato di morte da parte di alcuni latifondisti della regione, a causa della difesa di sem-terra e posseiros, attuata dal sindacato e dalla CPT, Gringo non arretrò mai di fronte al pericolo. Sequestrato nella pensione in cui aveva deciso di passare la notte, ad Araguaína (oggi nello Stato di Tocantins), per riposarsi prima di riprendere il viaggio che l’avrebbe riportato a casa, a São Geraldo do Araguaia, fu portato in una strada fuori città e fu finito a colpi di pistola. Gringo lasciava la moglie ventinovenne, Oneide, e sei figli, il minore dei quali di soli pochi mesi. Oltre tremila persone presero parte ai suoi funerali, presieduti dal Vescovo e celebrati nella piazza della cattedrale de Araguaia. Intere famiglie arrivarono in barca, navigando, sul fiume, fino a trecento chilometri, e altri arrivarono a piedi, camminando per tre giorni, solo per accompagnare un’ultima volta colui che era stato la loro autentica “voce”. Mandanti ed esecutori del delitto restarono impuniti.

Bahá’u’lláh, il cui nome alla nascita era Husain’Alí, nacque il 12 novembre 1817 a Teheran, nella famiglia di Mirzá Buzurg-i-Nurí, facoltoso ministro della corte dello Sciá. Nel 1835, il giovane Husain sposò ‘Asíyih Khánum, da cui ebbe tre figli, ‘Abdu’l-Bahá, Bahíyyih e Mihdí. Rinunciando a seguire le orme paterne, scelse di dedicare tempo ed energie a diverse attività filantropiche, tanto da venir soprannominato “Padre dei poveri”. Nel 1844 aderì alla religione predicata dal Bab, ma le persecuzioni scatenate dal clero persiano contro la nuova fede, culminate nella messa a morte del suo fondatore, portarono presto anche alla sua incarcerazione. Fu durante la detenzione nella prigione di Siyah-Chal (il Buco Nero), che Bahá’u’lláh ricevette l’insegnamento della “sapienza di tutto ciò che è stato”. Bandito dalla sua patria, dopo un breve soggiorno a Bagdad, visse per circa due anni tra le montagne del Kurdistan. Nel 1856 ritornò a Baghdad. Il 21 aprile 1863, nel giardino del Ridvan, Bahá’u’lláh rese noto ai suoi seguaci di essere il Promesso preannunciato dal Báb e dalle altre sacre scritture. Qualche settimana dopo fu costretto a lasciare Baghdad per Costantinopoli e successivamente inviato, in domicilio coatto, ad Adrianopoli (l’attuale Edirne). Da qui, negli anni seguenti, scrisse una serie di lettere ai capi del mondo della Sua epoca, esortandoli ad avviare politiche di giustizia, a procedere ad un generale disarmo e a riunirsi per formare una specie di federazione di nazioni. Nel 1868, sempre su pressione dei suoi oppositori, Bahá’u’lláh con i suoi fu inviato ad Akká, colonia penale nella Palestina Ottomana, dove avrebbe trascorso il resto della sua vita e dove scrisse la sua opera maggiore, il Kitab-i-Aqdas (Il Libro Santissimo), in cui traccia le leggi essenziali ed i principi su cui i suoi seguaci devono basarsi. Bahá’u’lláh morì il 29 maggio 1892.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Atti degli Apostoli, cap.17, 15.22 -18, 1; Salmo 148; Vangelo di Giovanni, cap.16, 12-15.

La preghiera del mercoledì è in comunione con quanti ricercano l’Assoluto della loro vita nella testimonianza per la pace, la fraternità e la giustizia.

E, per stasera è tutto. Noi ci si congeda qui, lasciandovi ad una preghiera di Bahá’u’lláh. Che è, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Lodato Tu sia, o Signore, mio Dio! Questo è il Tuo servo che ha bevuto dalle mani della Tua grazia il nèttare della Tua soave misericordia e ha gustato il sapore del Tuo amore nei Tuoi giorni. T’imploro per le personificazioni dei Tuoi nomi, alle quali nessun dolore può impedire di gioire nel Tuo amore o di mirare il Tuo volto, e che tutte le schiere degl’inetti non hanno il potere di far deviare dal sentiero del Tuo compiacimento, di accordargli tutte le buone cose che possiedi e di innalzarlo a tali altezza da fargli considerare il mondo come un’ombra che svanisce più rapida d’un batter d’occhio. Preservalo, inoltre, o mio Dio, con il potere della Tua incommensurabile maestà, da tutto ciò che aborri. Tu sei, in verità, il suo Signore e il Signore di tutti i mondi. (Bahá’u’lláh, Preghiere e meditazioni, XII).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 29 Maggio 2019ultima modifica: 2019-05-29T22:20:28+02:00da fraternidade
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