Giorno per giorno – 25 Maggio 2019

Carissimi,
“Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia” (Gv 15. 18-19). Il discepolo di Gesù, se è realmente tale, inevitabilmente attirerà su di sé l’odio, l’ostracismo e la persecuzione del Sistema assieme al dispetto e all’irrisione di quanti si specchiano in esso, condividendone i valori e i progetti, o per viltà e paura, o cedendo alle sue lusinghe. È storia di ogni tempo e noi ne siamo resi avvertiti, sapendo che se la chiesa è lasciata tranquilla o troppo facilmente osannata e fatta oggetto di privilegi da parte del potere, c’è da preoccuparsi, perché probabilmente è in atto il tentativo di piegarla ai suoi interessi, inducendola a tradire la buona notizia della liberazione diretta ai poveri che il Signore le ha affidato. Buona notizia, evangelo, che fonda la nostra fede. È bene ricordarcelo.

Il calendario ci porta oggi le memorie di Maria Maddalena de’ Pazzi, monaca carmelitana e mistica, e di Dave Dellinger, combattente della pace per tutta la vita.

Caterina (questo il nome con cui fu battezzata) era nata a Firenze il 2 aprile 1566 da Maddalena Maria Buondelmonti e da Camillo di Geri de’ Pazzi. Sedicenne era entrata nel Monastero carmelitano di Santa Maria degli Angeli, dove aveva preso il nome di suor Maria Maddalena. Dopo la professione religiosa, il 27 maggio 1584, cominciò a ricevere, in stato di estasi, rivelazioni dall’alto, il cui contenuto fu, per volontà dei suoi direttori di spirito, annotato dalle consorelle e raccolto in quattro grossi volumi di manoscritti originali. Dal 1585 al 1590 sperimentò una tremenda notte spirituale, con tristezza, scoraggiamento e aridità. Nel frattempo le sue “voci” le chiesero di promuovere il rinnovamento della Chiesa, dirigendo esortazioni e ammonizioni alle sue gerarchie. Nell’ottobre 1598 le fu dato l’incarico di maestra delle novizie, che esercitò con grande spirito di dedizione, finché nell’autunno 1602 si manifestarono i primi sintomi di quella tubercolosi che l’avrebbe costretta a letto nel 1604, e portata alla morte il 25 maggio 1607.

David Dellinger era nato il 22 agosto 1915 a Wakefield, nel Massachusetts, da una facoltosa famiglia. Studiò a Yale e Oxford, ma anche teologia all’Union Theological Seminary, a Manhattan. Durante la Grande Depressione, tuttavia, lasciò gli studi e le sicurezze del suo ambiente, per andare a vivere con i senza-tetto. Obiettore di coscienza durante la Seconda Guerra Mondiale, continuò per tutti gli anni successivi, le sue battaglie per la pace, con metodi gandhiani, in difesa dei diritti civili e per un cambiamento nonviolento della società. Essendo, a motivo di ciò, ripetutamente arrestato e imprigionato. Fu amico di Martin Luther King, Eleanor Roosvelt, Abraham Muste, Ho Chi Minh. Contratto il morbo di Alzheimer, si spense il 25 maggio 2004. Qualche tempo prima di morire, scrisse questi pochi versi che ne riassumono con ironica semplicità la testimonianza: “Amo tutti, /anche chi non è d’accordo con me. // Sì, amo tutti, / persino coloro che la pensano come me. // Amo tutti, / ricchi e poveri, / amo i figli delle diverse razze, / compresi gli indigeni, / ovunque essi vivano, in questo paese o altrove. // Amo tutti, / di qualsivoglia religione, e anche gli atei. // E le persone che meditano, ovunque questo li conduca. // Amo tutti, / nel mio cuore e nel mio quotidiano”.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Atti degli Apostoli, cap.16, 1-10; Salmo 100, Vangelo di Giovanni, cap.15, 18-21.

La preghiera del Sabato è in comunione con le comunità ebraiche della diaspora e di Eretz Israel.

È tutto, per stasera. Noi ci si congeda qui, offrendovi in lettura una citazione, davvero radicale, di Dave Dellinger, tratta dal suo libro “Revolutionary Non-Violence” (Doubleday Anchor), che è, così, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Lo stile di vita che ha distrutto Hiroshima e Nagasaki e si dice abbia arrostito vivo un milione di persone a Tokyo durante la notte è internazionale e domina tutte le nazioni del mondo, ma noi viviamo negli Stati Uniti, quindi la nostra lotta è qui. Con questo stile di vita, la morte sarebbe più appropriata. Non ci può essere che lotta senza tregua e senza quartiere. I pregiudizi del patriottismo, le pressioni dei nostri amici e il timore dell’impopolarità e della morte non dovrebbero trattenerci più. Dovrebbe essere una guerra totale contro il sistema economico, politico e sociale che domina in questo paese. Il sistema americano ha distrutto la vita umana in pace e in guerra, in patria e all’estero per decenni. Ora ha prodotto la crescente infamia del bombardamento atomico. Di fronte a questi fatti brutali, le curiosità della democrazia non significano nulla. D’ora in poi, nessun cittadino decente deve più uno straccio di fedeltà, se mai lo ha avuto, alla legge americana, alle usanze americane o alle istituzioni americane. (Dave Dellinger, Revolutionary Non-Violence).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 25 Maggio 2019ultima modifica: 2019-05-25T22:42:21+02:00da fraternidade
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