Giorno per giorno – 10 Maggio 2019

Carissimi,
“La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me” (Gv 6, 55-57). Evidente, ci dicevamo stasera nella chiesetta dell’Aparecida, il riferimento all’Eucaristia, carne e sangue del Signore. Ma, perché, allora, sperimentiamo così spesso che Lui non ci abita, né noi abitiamo in Lui? Prova ne è che, pur cibandocene settimanalmente, siamo ben lungi dal vivere per lui e per il suo progetto. Questo deve dipendere dal fatto che la nostra partecipazione non è consapevole di ciò che sta celebrando e, meno ancora, di tutto ciò che essa implica quanto a scelte di vita. Si fa dell’Eucaristia, o della Santa Cena, un gesto religioso, fine a se stesso, che ci mette in pace la coscienza, quando invece dovrebbe sconvolgercela, consegnandoci a una salutare inquietudine, che ci stimoli, usciti di chiesa, a trovare i cammini per trasformare il segno sacramentale del dono di sé nella scelte concrete della nostra vita di relazione. Che è l’unico modo di testimoniare la nostra fede nel Crocifisso risorto.

Oggi il martirologio latinoamericano fa memoria di Josimo Moraes Tavares, prete e martire per la giustizia.

Josimo nacque nella città di Marabá (Pará), il 4 aprile 1953. Una grande alluvione, nel 1957, indusse la sua famiglia a trasferirsi a Xambioá, nello Stato di Goiás, dove nel 1979 fu ordinato presbítero. La sua vita e il suo ministero si svolsero prevalentemente nella regione del Bico do Papagaio (nell’attuale Tocantins), dove collaborò intensamente con la CPT (Commissione Pastorale per la Terra), nella pastorale della gioventù e in quella dei diritti umani. La regione, a quel tempo, era attraversata da ondate ricorrenti di violenza contro i posseiros che si insediavano nei latifondi incolti, per produrre lì i loro mezzi di sussistenza. Josimo fu testimone degli sgomberi forzati, delle torture, degli assassinî, operati da bande di pistoleiros sotto lo sguardo indifferente o complice della polizia e della magistratura. La morte, prevista, preparata, non giunse per lui come desiderio di martírio, ma come conseguenza della sua dedizione alla causa del Regno. Fu assassinato a Imperatriz, nel Maranhão, il 10 maggio 1986 con una proiettile nella schiena, mentre saliva le scale dell’edificio della diocesi, dove si trovavano gli uffici della Commissione Pastorale della Terra.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Atti degli Apostoli, cap.9, 1-20; Salmo 117; Vangelo di Giovanni, cap.6, 52-59.

La preghiera del Venerdì è in comunione con i fedeli della Umma islamica, che confessano l’unicità del Dio clemente e ricco in misericordia.

Il 10 maggio 1886 nasceva, a Basilea, il grande teologo svizzero Karl Barth (che noi ricordiamo nel giorno della sua scomparsa, il 10 dicembre). Scegliamo, così, di congedarci, offrendovi una citazione tratta da un suo libretto, che con il titolo “Poveri diavoli. Cristianesimo e socialismo” (Marietti), riporta uma sua conferenza del 1911. Ed è questo, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Gesù non ha soltanto parlato, ma ha anche agito in questo modo. Se si legge il vangelo con attenzione, non si può non restare stupefatti di come sia stato possibile fare di Gesù un pastore o un maestro, il cui scopo sarebbe stato quello di insegnare agli uomini una fede e una vita corrette. “Da lui usciva una forza che sanava tutti” (Lc 6,19). Questa era la sua attività essenziale. Sia che si interpretino queste guarigioni come eventi soprannaturali o naturali – resta il fatto che egli ha operato delle guarigioni e che questa sua capacità sta al centro della sua vita molto più di quanto abitualmente si pensi. “Egli passò beneficiando e risanando” (At 10,38). Troviamo molti altri episodi del genere. Guardando a questi dati noti a chiunque abbia letto la Bibbia, credo che nessuno abbia il diritto di dire che la socialdemocrazia è non cristiana e materialista per il fatto d’essersi posta come obiettivo l’introduzione di un ordinamento sociale più favorevole agli interessi materiali del proletariato. Gesù si è opposto alla miseria sociale affermando, con le parole e con i fatti, che essa non deve esistere. Certamente, egli ha fatto ciò infondendo negli uomini lo spirito, che trasforma la materia. Al paralitico di Cafarnao ha detto per prima cosa: “Ti sono rimessi i tuoi peccati”; e, dopo: “Alzati, prendi il tuo letto e cammina”. Egli ha operato dall’interno verso l’esterno. Ha creato uomini nuovi, per creare un mondo nuovo. (Karl Barth, Poveri diavoli. Cristianesimo e socialismo).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 10 Maggio 2019ultima modifica: 2019-05-10T22:53:28+02:00da fraternidade
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