Giorno per giorno – 22 Gennaio 2019

Carissimi,
“Non avete mai letto che cosa fece Davide quando si trovò nel bisogno ed ebbe fame, lui e i suoi compagni? Come entrò nella casa di Dio, sotto il sommo sacerdote Abiatàr, e mangiò i pani dell’offerta, che soltanto ai sacerdoti è lecito mangiare, e ne diede anche ai suoi compagni?” (Mc 2, 25-26). La polemica sollevata dai farisei era sulla trasgressione del riposo sabbatico da parte dei discepoli di Gesù, i quali, passando nei campi di frumento si erano attardati a raccogliere e a sgranarne le spighe. Il che era considerato un lavoro. La risposta fornita da Gesù solo apparentemente non ha attinenza col tema. Non parla infatti del sabato, ma porta l’esempio di un’altra trasgressione, quella compiuta da Davide che, avendo fame, entrò nel tempio e mangiò con i suoi compagni i pani dell’offerta, riservati ai sacerdoti. Stamattina, ci dicevamo, che sarebbe un po’ come se, sotto gli stimoli della fame, noi si entrasse in chiesa e ci si cibasse delle ostie custodite nel tabernacolo. Il tema in questione è dunque, al di là di ogni contenuto specifico, la sacralità della legge rispetto al bisogno umano, che Gesù afferma avere la precedenza. “Il figlio dell’uomo (e perciò anche ogni uomo) è, da allora, signore dl sabato”. E, a maggior ragione di ogni altra legge. La legge suprema è infatti la vita, la sua salvaguardia, la sua dignità, la sua pienezza, il suo rispetto. Sempre e in ogni caso. Cosa che, spesso, i “religiosi” dimenticano, facendo prevalere la lettera della legge, divina, umana o disumana che sia. Come si vede anche in questi giorni.

Oggi il calendario ci porta la memoria dell’Abbé Pierre, il prete dei senzatetto.

Henri Antoine Groues (questo il suo nome alla nascita) era nato il 5 agosto 1912, in una famiglia benestante di Lione. Dopo gli studi dai gesuiti, l’incontro con la figura di Francesco, durante un viaggio ad Assisi, lo spinse ad abbracciare la vita religiosa nell’ordine dei frati minori cappuccini, dove nel 1931 emise i suoi voti, assumendo il nome di frère Philippe e devolvendo il suo patrimonio personale ad opere caritative. La vigilia dell’ordinazione a sacerdote, nel 1938, il padre Henri De Lubac, gli suggerì: “Fa’ una sola preghiera allo Spirito Santo, che ti dia l’anticlericalismo dei santi”. E ci sembra una preghiera sempre buona. L’anno successivo, motivi di salute costrinsero il nostro a lasciare la vita conventuale e ad incardinarsi nella diocesi di Grenoble. Dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, si dedicò attivamente al salvataggio dei perseguitati dalla tirannia nazista, ebrei e oppositori politici, divenendo in seguito elemento di primo piano della resistenza francese. Alla fine della guerra, fu deputato all’Assemblea nazionale costituente, nel 1945-46 e poi, in Parlamento, fino al 1951. Intanto, nel 1949, aveva dato vita al Movimento Emmaus che, negli anni successivi, darà vita, in decine di Paesi, a centinaia di comunità, in cui i poveri, con un lavoro di recupero e riutilizzo di quanto viene buttato via, si guadagnano da vivere onestamente e si permettono il “lusso” di aiutare chi sta ancora peggio. “Vivere è rendere credibile l’Amore” “L’urgenza è la condivisione, condivisione anche del bene lavoro, del tempo libero…”. È il messaggio che per mezzo secolo l’Abbé Pierre portò ovunque. Nel 1996, la sua immagine fu per qualche tempo seriamente offuscata, a causa di alcune sue dichiarazioni a favore di Roger Garaudy, una figura d’intellettuale dal percorso piuttosto complesso e volubile, di estrazione protestante, poi stalinista, marxista dissidente, cattolico e infine musulmano, approdato all’antisemitismo e sostenitore di sciagurate tesi negazioniste sull’Olocausto. Ma, il vecchio Abbé Pierre seppe tirarsene fuori, per riprendere, nonostante le malferme condizioni di salute, la missione di sempre. Ha vissuto gli ultimi anni nella Comunità Emmaus di Alfortville, nel Val-de-Marne. Ricoverato il 14 gennaio all’ospedale Val-de-Grâce, a Parigi, per un infezione polmonare, vi si è spento il 22 gennaio 2007.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Lettera agli Ebrei, cap. 6, 10-20; Salmo 111; Vangelo di Marco, cap. 2, 23-28.

La preghiera del martedì è in comunione con le religioni tradizionali dell’Africa Nera.

È tutto per stasera. Noi ci si congeda con una poesia dell’Abbé Pierre, dal titolo “Grido le ingiustizie del mondo”. La troviamo in rete ed è, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Angeli custodi / Ma dove siete, che fate? / Angeli dei ricchi / Angeli degli sconsolati / Angeli di tutti i figli dell’uomo, / Guardate! / Fa troppo male / Non si può più dormire / Angeli, rimproverate, / tuonate, colpite, / Ci sono troppe lacrime / e pance cave / e schiene tremanti / e mani vuote / o la raffinatezza di perdigiorno dorati. / Angeli, suonate / le vostre trombe di tuono / Che si compia la spartizione / Ah! Ben venga la fine del mondo / infine la giustizia / C’è troppa infelicità / C’è troppa miseria / Fra troppi / mascalzoni distinti. / (Abbé Pierre, Grido le ingiustizie del mondo).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 22 Gennaio 2019ultima modifica: 2019-01-22T22:50:35+01:00da fraternidade
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