Giorno per giorno – 20 Dicembre 2018

Carissimi,
“Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine” (Lc 1, 30-33). Stamattina, nella cappella del monastero, ci chiedevamo come abbia potuto reagire la giovane Maria davanti a una simile promessa, sempre che l’avesse davvero capita a fondo o, se invece, ripensandoci poi, non l’abbia scambiata per una di quelle fantasie di grandezza per i propri figli, proprie di ogni madre, e di qualcuna più delle altre. E come vi abbia poi, trentanni piú tardi ripensato, ai piedi della croce. Forse, però, aveva da subito messo in conto la possibilità di un fraintendimento e, come che fosse, aveva dichiarato la sua disponibilità al progetto di Dio. Di Dio, deve aver pensato, ci si può fidare, quali siano i cammini in cui la nostra storia ci guida. Anche perché quel nome che egli aveva affidato a lei (e affida oggi a noi) da generare al mondo, ne dice più di ogni altro la volontà: Gesù, cioè Dio-salva. Salva noi e, anche attraverso noi, gli altri.

Oggi, noi si ricorda Raoul Wallenberg, giusto tra le nazioni,

Raoul Wallenberg era nato il 4 agosto 1912 in una facoltosa famiglia svedese. Dopo aver studiato negli Stati Uniti, tornato in patria, entrò in un’azienda che aveva rapporti commerciali con l’Ungheria. Nel 1944 fu inviato dal suo governo in Ungheria come primo segretario d’ambasciata, potendo così testimoniare di persona la drammatica situazione vissuta dagli ebrei ungheresi. D’accordo con l’ambasciatore del suo Paese, Per Anger, e utilizzando fondi sostanziosi messi a disposizione anche dal governo Usa, riuscì a sottarre alla deportazione sicura decine di migliaia di ebrei, collocandoli in case previamente acquistate e fornendo loro salvacondotti diplomatici che li ponevano automaticamente sotto la protezione di un paese neutrale. La sua attività durò poco più di sei mesi, dal luglio 1944 sino al gennaio 1945, quando i Sovietici entrarono a Budapest. Da quel momento, Wallenberg fu fatto sparire. Paradossalmente, chi aveva speso tutto se stesso per salvare così tante vite, non trovò tempo sufficiente per salvare la sua! Un documento di fonte sovietica che ne attestava la morte, avvenuta per infarto, nel 1947, non fu giudicato credibile. Lo Yad Vashem lo ha insignito del titolo di “Giusto tra le nazioni”.

I testi che la liturgia odierna propne alla nostra riflessione sono tratti da:
Profezia di Isaia, cap.7, 10-14; Salmo 24; Vangelo di Luca, cap.1, 26-38.

La preghera del giovedì è in comunione con le religioni tradizionali indigene.

Noi ci si congeda qui, offrendovi una citazione del teologo hutterita, profeta di nonviolenza, Eberhard Arnold, fondatore di Bruderhof (noi ne facciamo memoria il 22 novembre), con una sua riflessione sul tempo di Avvento. Tratta dal suo libro “When the Time Was Fulfilled”, è, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
La vera grandezza di Cristo è che egli sta arrivando. Senza questo futuro finale l’intera fede cristiana non sarebbe davvero nulla. Se solo i nostri cuori fossero completamente attanagliati da questo! Sicuramente, alla luce di ciò che è sbagliato nel mondo di oggi, dovremmo tutti tendere le mani verso colui che verrà, in modo che finalmente il mondo possa essere redento da tutti i suoi orrori e l’alba del nuovo giorno possa irrompere. Siamo posti su questa terra per proclamare, in mezzo alle tenebre, questo messaggio: La Stella del Mattino è risorta nel mio cuore, nei nostri cuori, e presto sorgerà su tutto il mondo ottenebrato. Pentitevi! Credete nel vangelo! Colui che sta arrivando è vicino! (Eberhard Arnold, When the Time Was Fulfilled).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 20 Dicembre 2018ultima modifica: 2018-12-20T22:22:55+01:00da fraternidade
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