Giorno per giorno – 19 Dicembre 2018

Carissimi,
“Zaccarìa disse all’angelo: Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni. L’angelo gli rispose: Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio” (Lc 1, 18-19). Stamattina, nella cappella della chácara diocesana, dom Eugenio, aprendo la ruota degli interventi, dopo la lettura del vangelo, sottolineava le somiglianze dell’annuncio recato dall’angelo a Zaccaria e in seguito a Maria, ma anche le differenze dei luoghi e dei destinatari: il tempio e un sacerdote, nella capitale del regno, da una parte, una povera casa, una semplice ragazza, in una cittadina della Galilea dei pagani, dall’altra. L’annuncio è a rispetto di due nascite, ciascuna, a suo modo, straordinaria. Le obiezioni dei due, a prima vista, risultano simili: come è possibile? Nel caso di Zaccaria: io e mia moglie siamo ormai vecchi. Nel caso di Maria: non convivo ancora col mio promesso sposo. Ma l’angelo doveva leggere in profondità nei cuori dell’uno e dell’altra, tanto che a Zaccaria dice: non hai creduto; mentre a Maria abbozzerà una spiegazione, a cui lei darà subito la sua risposta di fede. Le due figure delineano anche due tipi diversi di chiesa o di credenti: quella confinata nel tempio, ripiegata nei riti, di cui sembra aver perso il senso profondo, incapace di sorprendersi per la novità che Dio ci ripropone ad ogni passo, sfiduciata nella possibilità di un futuro (un figlio) sotto il segno della benedizione; l’altra, che si apre alla promessa, nella dimensione quotidiana della vita, senza chiedersi troppo come tutto accadrà, ma lasciandosi condurre fiduciosa, attraverso le inevitabili difficoltà. Ora, che tipo di credenti noi siamo? Quale fede manifestiamo? Quale futuro ci disponiamo a generare? Un futuro proiezione dei nostri egoistici interessi, o capace invece di giocarsi negli orizzonti più vasti della salvezza di tutti, come per Giovanni e per Gesù?

Oggi, facciamo memoria di due religiose francesi e di una madre di famiglia argentina, sequestrate a Buenos Ayres assieme ad un gruppo di simpatizzanti del gruppo delle “madri della Piazza di Maggio”, tra l’8 e il 10 dicembre 1977, che mai fecero ritorno a casa. Si tratta di Alicia Domon, Léonie Duquet e Azucena Villaflor, martiri della solidarietà. In loro riassumiamo i circa trentamila desaparecidos degli anni bui della dittatura argentina. Il nostro calendario ecumenico ci porta anche la memoria di Abū Hāmid al-Ġazālī, mistico islamico.

Alice Domon era nata a Charquemont (Alto-Doubs), in Francia, il 23 settembre 1937, da una famiglia di sette figli. La vocazione religiosa la spinse ventenne ad entrare nell’Istituto delle Missioni straniere di Notre Dame de la Motte, a Tolosa. Nel 1967 s’imbarcò per l’Argentina. In un primo tempo svolse la sua missione tra bambini handicappati psichici, poi, nel 1969, lei ed altre suore della sua congregazione chiesero di lasciare le comodità del convento per condividere le condizione di vita delle baraccopoli urbane. Alicia cominciò a mantenersi lavorando come domestica part-time, dedicando il resto della giornata al servizio dei vicini. Per un certo tempo, si trasferì nella provincia nordestina di Corrientes, dove si occupò attivamente dei problemi di salute e di istruzione della popolazione locale e accompagnò i movimenti e le manifestazioni di lotta di contadini e braccianti. Tornata a Buenos Ayres, subito dopo il golpe militare, Alicia si legò al Movimento delle Madri della piazza di Maggio, che reclamavano notizie dei loro congiunti desaparecidos. L’8 dicembre 1977, uscendo dalla chiesa di Santa Cruz, dove si era tenuta una riunione preparatoria per la celebrazione della Giornata dei Diritti Umani, Alicia e altre otto persone venivano sequestrate da un gruppo di uomini armati in abiti civili. Léonie Duquet, più anziana di Alicia, era nata nel 1916 a Combe-la-Motte, nei pressi di Morteau, ed aveva fatto la sua professione religiosa nel 1936. Nel 1949 aveva raggiunto l’Argentina, dove per molti anni svolse l’attività di infermiera all’ospedale di Cordova. Suor Léonie Duquet, con cui Alicia abitava all’epoca, fu arrestata nella sua residenza di Buenos Ayres, il 10 dicembre 1977, lo stesso giorno in cui sparì anche la fondatrice del gruppo delle Madri, Azucena Villaflor. Testimonianze raccolte in seguito hanno chiarito che le religiose e le altre persone furono sottoposte a interrogatori, violenze e torture, per essere infine caricate nei famigerati voli della morte e gettate ancora vive in mare. Una decina di giorni dopo il sequestro, alcuni cadaveri furono sospinti dalle onde sulla battigia di una località a circa 38o chilometri a sud di Buenos Ayres e furono prontamente sepolti in una fossa comune. A fine agosto 2005, i resti di due di essi furono riconosciuti, attraverso l’esame del dna, come appartenenti a Léonie Duquet e a Azucena Villaflor. Il corpo di Alicia Domon non fu mai ritrovato.

Abū Hāmid Muhammad ben Muhammad al-Ġazālī era nato a Tus (nell’attuale Iran) nel 1058 Fu professore di filosofia, teologia e diritto a Baghdad. A trentasette anni, nonostante il successo e la stima conquistata negli ambienti accademici, conobbe una profonda crisi spirituale, che descrisse in questi termini: “Ho esaminato le motivazioni che mi guidavano nel mio insegnamento e ho capito che non si trattava di un semplice desiderio delle cose di Dio, ma che l’impulso che mi muoveva era il desiderio di conquistare una posizione influente e il riconoscimento pubblico”. Questa presa di coscienza lo spinse ad abbandonare il mondo per diventare un sufi pellegrino. Dopo undici anni passati in meditazione e in ritiro, si lasciò convincere dal Sultano dell’epoca a tornare ad insegnare nella città di Baghdad. Ma solo per poco tempo. Ben presto decise infatti di ritirarsi nella città natale, dove visse gli ultimi tempi della sua vita con pochi discepoli in un convento sufi, dove morì il 19 dicembre 1111 (15 Jumaada Thaani 505). Le sue numerose opere, tra cui la più famosa è Il Ravvivamento delle Scienze della religione, sono notevoli per vigore e sottigliezza dottrinale, nonché per il grande spirito di tolleranza.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Libro dei Giudici, cap. 13, 2-7. 24-25; Salmo 71; Vangelo di Luca, cap. 1, 5-25.

La preghiera del mercoledì è in comunione con i cercatori dell’assoluto, lungo i sentieri non istituzionali della lotta per la giustizia, la pace, la comprensione tra popoli e individui.

È tutto, anche per stasera. Noi ci si congeda qui, offrendovi un brano di Abū Hāmid al-Ġazālī tratto dal libro “Scritti scelti di al-Ghazali”, pubblicato a cura di Laura Veccia Vaglieri e Roberto Rubinacci, (Utet), che è, così, per oggi, il nostro.

PENSIERO DEL GIORNO
L’Inviato di Dio disse: “Fate voi stessi il rendiconto delle vostre azioni prima che vi sia chiesto e pesatele prima che vi siano pesate”. ‘Alî disse: “Colui che crede di giungere alla meta senza sforzo, è uno che vi aspira invano: chi ritiene invece di giungervi facendo ogni sforzo, è uno che quasi l’ha raggiunta”. Disse al-Hasan: “Aspirare al Paradiso senza operare è peccato”. E disse anche: “Segno che si è nel vero è quando si trascura la considerazione che Dio avrà delle opere, ma non si trascurano le opere”. Disse l’Inviato di Dio: “Uomo intelligente è colui che assoggetta la propria anima, e opera per l’Altra Vita; sciocco è chi segue le passioni e si aspetta senz’altro da Dio l’attuazione dei propri desideri”. Figlio, quante notti hai trascorso ripassando ciò che avevi appreso e leggendo libri, e ti sei privato del sonno? Io non so quale ne era il motivo. Se era per ottenere i beni di questo mondo, per procacciarti le sue vanità, per conseguire onori e vantarti davanti ai tuoi eguali e simili, allora guai, guai a te! Se invece tuo scopo era vivificare la Legge del Profeta, formare il tuo carattere, infrangere l’anima che incita al male, allora beato te, beato te! Bene ha detto il poeta: “Vana è la veglia degli occhi per altro che non sia il Tuo volto; inutile è il loro pianto per desiderio che non sia di Te”. (Scritti scelti di al-Ghazali)

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 19 Dicembre 2018ultima modifica: 2018-12-19T22:21:37+01:00da fraternidade
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