Giorno per giorno – 18 Dicembre 2018

Carissimi,
“Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati” (Mt 1, 20-21). Giuseppe, ci dicevamo stamattina nella cappella del monastero, è ciascuno di noi chiamato ad accogliere, custodire e dare nome ad una fede capace di generare salvezza nel mondo. Che poi è l’antico sogno, e perciò anche la fede, di Dio. Ingenua, certo, come quella di un bambino, dato che, dai tempi dei tempi, continua a credere che le sue creature, nonostante tutti i fallimenti, riusciranno un giorno o l’altro a tradurre in realtà i contenuti di quella fede: salvezza, redenzione, liberazione, da ogni male, dal peccato che regge il sistema, e dai peccati, nostri, che ne derivano e lo consolidano. Una volta sola noi riconosciamo che ci è riuscito alla grande, ed è “quella volta” che ci accingiamo a celebrare, come ogni anno, nel mistero del Natale. Con la speranza di apprenderne la lezione.

Oggi facciamo memoria di Auguste Valensin, filosofo e mistico, appassionato di Gesù, e di Michel Quoist, prete e maestro spirituale.

Auguste Valensin nacque a Marsiglia il 12 settembre 1879 da padre ebreo, medico, convertito al cristianesimo. Entrò a vent’anni nella Compagnia di Gesù e fu ordinato sacerdote nel 1910. Insegnò filosofia nello studentato dell’Ordine, a Lione, fino al 1920. La pubblicazione, con padre Yves de Montcheuil, di un lavoro sul filosofo Maurice Blondel, di cui, tra l’altro, era amico, gli valse la censura e l’allontamento dall’insegnamento nel 1935. Lasciò perciò Lione per Nizza, dove rimase fino al 1953, anno della sua morte, avvenuta il 18 Dicembre 1953. Poche ore prima di morire, quando l’infermiera della clinica dov’era ricoverato si avvicinò alla finestra per chiuderne le imposte, disse: “Oh, no, vi prego! Lasciate entrare la luce! Lasciate entrare il sole! È un annuncio gioioso di quello della Morte! Vado all’incontro di Dio, all’incontro di mio Padre, della Bontà, della Tenerezza”. Uomo di profonda spiritualità, assai provato dalla sofferenza fisica, non aveva mai cessato di tramettere, tanto nelle sue lettere come nei suoi libri, la scoperta che egli considerò fondamentale dell’immensa tenerezza di Dio.

Michel Quoist era nato a Le Havre (Francia) il 18 giugno 1921 da padre ateo e da madre fervente cattolica. La morte improvvisa del padre, lo costrinse, solo dodicenne, a impiegarsi come fattorino. In quegli stessi anni entrò nella JOC, la Gioventù operaia cristiana, e, nel 1936, visse la stagione degli scioperi del Fronte Popolare, che appoggiò con convinzione, scoprendo la necessità e l’efficacia delle lotte operaie. Partecipando come barelliere in un pellegrinagio diocesano a Lourdes, nel 1938, fece la conoscenza di un prete, che favorì in lui il sorgere della vocazione sacerdotale. Entrò così a diciotto anni in seminario, prima a Meaux, poi a Rouen. Alla vigilia dell’ordinazione suddiaconale si ritrovò improvvisamente quasi completamente cieco. Dopo inutili controlli in vari ospedali, quando ormai pensava non ci fosse più nulla da fare, ricuperò altrettanto repentinamente la vista. Ordinato prete il 1º Luglio 1947, studiò con risultati brillanti scienze sociali e politiche all’Institut catholique de Paris. In seguito fu nominato vicario di una popolosa parrocchia di Le Havre e gli fu affidato il coordinamento dei movimenti giovanili dell’intera regione. Contemporaneamente contribuì al sorgere del CEFAL, la Commissione episcopale francese per l’America Latina, dove soggiornerà frequentemente, dedicando gran parte del suo tempo a corsi di formazione, ritiri, conferenze e scrivendo numerosi libri di spiritualità, che segneranno tutta una generazione. Nel 1970 fece definitivamente ritorno in patria, svolgendo numerosi incarichi pastorali. Nel dicembre 1996, i medici gli diagnosticarono un tumore al pancreas. Morì l’anno successivo, il 18 dicembre 1997, dopo aver ultimato il suo ultimo libro: “Costruire l’uomo”.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Profezia di Geremia, cap.23, 5-8; Salmo 72; Vangelo di Matteo, cap.1, 18-24.

La preghiera del martedì è in comunione con le religioni tradizionali africane.

Oggi è la Giornata Internazionale di Solidarietà con i Migranti. Sorta nel 1997 per iniziativa di numerose organizzazioni per i migranti di alcune regioni dell’Asia, che intendevano così ricordare la Convenzione Internazionale per la tutela dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie, adottata dal Consiglio Generale delle Nazioni Unite il 18 dicembre 1990, l’iniziativa è stata fatta propria dall’ONU il 4 dicembre 2000. La Giornata intende promuovere il rispetto e la tutela dei diritti fondamentali dei migranti, nonché il riconoscimento del contributo da essi portato alle economie ed al benessere dei paesi di accoglienza e di origine. E speriamo in bene, anche lì da voi.

Per stasera è tutto. Noi ci si congeda qui, lasciandovi a un testo di Michel Quoist, dal titolo “Si la note disait”. Lo troviamo in rete ed è, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Se la nota dicesse: / non è una nota che fa la musica… / non ci sarebbero sinfonie. // Se la parola dicesse: / non è una parola che può fare una pagina… / non ci sarebbero libri. // Se la pietra dicesse: / non è una pietra che può alzare un muro … / non ci sarebbero case. //Se la goccia d’acqua dicesse: / non è una goccia d’acqua che può fare un fiume … / non ci sarebbe l’oceano. //Se il chicco di grano dicesse: / non è un chicco di grano che dà vita a un campo… / non ci sarebbe raccolto. // Se l’uomo dicesse: / non è un gesto d’amore che può salvare l’umanità … / non ci sarebbe felicità. // Come la sinfonia ha bisogno di ogni nota / Come il libro ha bisogno di ogni parola / Come la casa ha bisogno di ogni pietra / Come l’oceano ha bisogno di ogni goccia d’acqua / Come il raccolto ha bisogno di ogni chicco di grano, / l’umanità intera ha bisogno di te, / là dove sei, là come sei, / con la tua gioia, la tua speranza, la tua sofferenza, la tua miseria. / L’umanità intera ha bisogno di te / perché sei unico e insostituibile. (Michel Quoist, Si la note disait)

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 18 Dicembre 2018ultima modifica: 2018-12-18T22:56:54+01:00da fraternidade
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