Giorno per giorno – 01 Dicembre 2018

Carissimi,
“State bene attenti che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso improvviso. Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo” (Lc 21, 34. 36). È il vangelo di questo ultimo giorno dell’anno liturgico. Domani, infatti, con la prima domnica d’Avvento, entreremo in un nuovo anno, sotto il segno di una rinnovata attesa del Figlio dell’uomo. Di lui la solennità del Natale ci riporterà alla memoria i tratti, gli spazi, i destinatari, mai rinnegati, con cui e in cui Dio ha voluto rendersi, in maniera singolarissima, presente nella storia. Identificato una volta per tutte con gli ultimi, gli esclusi, i senza valore delle periferie del mondo. Lui/loro, figura dell’Uomo, da cui saremo giudicati. Da qui la necessità di vegliare, evitando ogni stordimento, fuga, ripiegamento su di sé, che ci sottraggano alla responsabilità di testimoniare la Sua presenza, capaci di ridirne la dedizione amorosa nei confronti di ogni creatura.

Il calendario ci porta oggi la memoria di Charles de Foucauld, fratello universale.

Charles de Foucauld de Pontbriand nacque il 15 settembre 1858, a Strasburgo. Rimasto orfano all’età di sei anni, venne affidato con la sorella Marie alle cure del nonno materno. Dopo la prima comunione all’età di quindici anni, Charles, praticamente agnostico, si diede a una vita gaudente e dissipata. Abbracciata la carriera militare, nel 1880 fu inviato con il suo reggimento a Sétif, in Algeria, dove nonostante i divieti, si fece raggiungere dalla donna con cui ha avviato una relazione. Dopo una serie di punizioni, nel marzo del 1881, venne congedato per “indisciplina, aggravata da cattiva condotta notoria”. Nel maggio seguente ottenne tuttavia di essere reintegrato, partecipando per otto mesi alla campagna contro la rivolta di Bou-Amama, nel sud oranese. Profondamente impressionato dalla civiltà araba, volle conoscerla più da vicino. Lasciato definitivamente l’esercito, a partire dal 1883, prese a studiare l’arabo e l’ebraico, preparando minuziosamente il viaggio che lo porterà ad esplorare Marocco, Tunisia e Algeria. Il 1886 vide l’inizio della sua conversione, quando, nella chiesa di S. Agostino, a Parigi, si confessò da padre Huvelin. Nel 1890, entrò in una trappa, che lasciò tuttavia nel 1897, avendo maturato la convinzione che Dio gli stesse chiedendo altro. Emessi i voti di castità e povertà assoluta, in forma privata, davanti al suo confessore, Charles si recò in Palestina, dove per qualche anno fece il giardiniere nel monastero delle Clarisse di Nazareth. Nell’agosto del 1900 si recò in Francia per prepararsi al sacerdozio. Dopo l’ordinazione, avvenuta nel giugno del 1901, si recò in Algeria, scegliendo di abitare a Tamanrasset, nel Sahara, dove visse per quindici anni una vita nascosta, come quella del falegname Gesù di Nazareth, dedicandosi alla preghiera, al lavoro e allo studio. Lì apprese a scorgere nei suoi vicini musulmani i suoi propri fratelli e i figli dell’unico Dio. Alcune prese di posizione degli ultimi tempi parvero indicare una reviviscenza dell’antico spirito bellicoso e nazionalista che gli era stato inculcato in gioventù. Si trattò tuttavia di umane debolezze che non attenuarono il significato complessivo di una vita che resta tra le testimonianze più alte della spiritualità del nostro tempo. Il 1° dicembre 1916, un gruppo di tuareg ribelli invase la roccaforte, per saccheggiarla e impadronirsi delle armi che vi erano custodite; fratel Charles, immobilizzato e legato, fu tenuto sotto tiro da un ragazzino di quindici anni. Forse un falso movimento impaurì la guardia, che sparò e uccise così, quasi per caso, l’eremita del Sahara. Negli anni successivi alla sua morte, sorgeranno numerose famiglie religiose che si ispirano agli ideali di Charles de Foucauld. Tra queste, le più conosciute, quelle dei Piccoli Fratelli e le Piccole Sorelle di Gesù e i Piccoli Fratelli del Vangelo, che vivono del loro lavoro in fraternità povere e nascoste, condividendo con semplicità la vita dei loro vicini.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Libro dell’Apocalisse, cap.22, 1-7; Salmo 95; Vangelo di Luca, cap.21, 34-36.

La preghiera del Sabato è in comunione con le comunità ebraiche della diaspora e di Eretz Israel.

Oggi è la Giornata mondiale di lotta contro l’Aids e di solidarietà con i portatori di Hiv. Nella preghiera di stamattina abbiamo ricordato amici, amiche, conoscenti e tutti/e coloro che vivono questa esperienza. Li mettiamo anche nella vostra. Che l’amicizia che non viene meno e la presenza solidale in ogni situazione che la renda concretamente possibile siano la testimonianza di una paternità che ci accoglie tutti in un unico abbraccio.

Anche per stasera è tutto. E noi ci congediamo, offrendovi in lettura una citazione di Charles de Foucauld, che troviamo nella raccolta dei suoi “Pensieri”, nel sito di Teologia Spirituale. Ed è, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Silenziosamente, nascostamente come Gesù a Nazareth, oscuramente, come lui, “passare sconosciuto sulla terra, come un viaggiatore nella notte”, poveramente, laboriosamente, umilmente, dolcemente, facendo il bene come lui disarmato e muto dinanzi all’ingiustizia come lui; lasciandomi, come l’agnello divino, tosare ed immolare senza far resistenza né parlare; imitando in tutto Gesù a Nazareth e Gesù sulla Croce, conformiamo sempre alla condotta di Gesù a Nazareth e di Gesù sulla Croce, imitare Gesù nella sua vita a Nazareth e, giunta l’ora, imitarlo nella sua Via Crucis e nella sua morte. (Charles de Foucauld, Pensieri).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 01 Dicembre 2018ultima modifica: 2018-12-01T22:32:24+01:00da fraternidade
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