Giorno per giorno – 08 Novembre 2018

Carissimi,
“Quale donna, se ha dieci dramme e ne perde una, non accende la lucerna e spazza la casa e cerca attentamente finché non la ritrova? E dopo averla trovata, chiama le amiche, dicendo: ‘Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta’. Così, vi dico, c’è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte” (Lc 15, 8-10). Due le parabole, che il Vangelo di oggi ci proponeva, come risposta di Gesù ai religiosi e ai canonisti del suo tempo, che mormoravano tra di loro per il fatto che accogliesse i peccatori e mangiasse con loro (prima di una loro eventuale conversione, diversamente non ci sarebbe stato motivo di scandalizzarsi), proprio come ancor oggi c’è chi si scandalizza per il solo fatto di interrogarsi se ad alcuni, considerati, chissà perché, più peccatori di altri, debba essere permesso di partecipare alla mensa eucaristica. E dovrebbe essere invece, sull’esempio di Gesù, obbligatorio. Prima ancora di qualche pentimento. Perché possano scoprire in sé quanto valgono agli occhi di Dio. Al punto di scomodarlo, se mai lo si possa pensare comodo, quando un qualche suo figlio si perde (e i giusti che si ritengono tali sono i più perduti di tutti, lontani come sono dalla natura di Dio). Dio come un pastore. Dio come una donna di casa. Per non far torto a nessuno. Altrove, Dio come un’aquila, ma anche Dio come una gallina. Sempre a protezione dei più deboli. Che ci chiama a godere con lui, quando anche uno solo scopre come è bello camminare sotto la tenera cura di Dio

Oggi il nostro calendario ecumenico ci porta la memoria di Mohammed ibn ‘Ali Ibn al-‘Arabi, mistico islamico.

Mohammed ibn ‘Ali Ibn al-‘Arabi, detto Muhyi ed-Din (Vivificatore della Religione) era nato a Murcia, in Spagna, il 27 luglio 1165 (17 Ramamdan del 560, secondo il calendario egiriano), quando l’Andalusia era ancora sotto dominio islamico (lo era ormai da 450 anni). A otto anni, con la famiglia si trasferì a Siviglia, dove visse per i successivi ventisette anni. A 16 anni, secondo quanto lui stesso racconterà, la visione di Mosè, Gesù e Mohammed lo portò a decidere di intrapprendere il cammino di una vita tutta rivolta a Dio. Dopo un incontro con il filosofo Ibn Rushd (Averroè) a Cordova, cominciò a studiare seriamente il Corano e gli Hadith (i Detti e Fatti del Profeta), frequentando nel contempo molti maestri spirituali, uomini e donne. Ebbe, durante tutta la vita, numerose esperienze mistiche, visioni e rivelazioni. Nel 1193, un soggiorno a Tunisi segnò una tappa ulteriore della sua esperienza spirituale. Tornato a Siviglia, la descrisse nel suo primo libro Mashahid al-asrar (Contemplazione dei Santi Misteri). Nel 1204 al-‘Arabi si trasferì a Malatya, in Turchia, dove si sposò, ed ebbe almeno due figli e una figlia. Nel 1211, durante un pellegrinaggio alla Mecca, cominciò la stesura del suo poema più famoso “Tarjumân al-Ashwâq” (L’interprete delle passioni). Poi, a partire dal 1223, si stabilì a Damasco, dove continuò a scrivere e a insegnare a un gran numero di discepoli, molti dei quali sarebbero divenuti a loro volta sufi famosi. Tra loro ci fu Shams-i-Tabrizi, il maestro di Jalaluddin Rumi. Nel 1229 una visione gli mostrò il profeta Mohammed che gli porgeva il Fusus al-Hikam (il Castone della Saggezza), il libro in cui il nostro raccoglierà la quintessenza dei suoi insegnamenti. Negli anni successivi si dedicò a stendere la monumentale Futuhat al-Makkiyya (Rivelazioni Meccane): 560 capitoli dedicati ad ogni aspetto della vita spirituale. Compilò anche una vasta collezione di poesie, raccolte nel volume Diwan. Morì il 9 novembre 1240 (il 22 del mese di Rabi’ II del 638 anno dell’Egira) all’età di 75 anni, lasciando ai discepoli un’enorme quantità di scritti e di insegnamenti spirituali.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Lettera ai Filippesi, cap.3, 3-8; Salmo 105; Vangelo di Luca, cap.15, 1-10.

La preghiera del giovedì è in comunione con le religioni tradizionali indigene.

È tutto, per stasera. Noi ci congediamo qui, lasciandovi ad una citazione di Mohammed ibn ‘Ali Ibn al-‘Arabi, che troviamo in rete, tratta dal suo “L’interprete delle passioni” (a cura di Roberto Rossi Testa e Gianni De Martino, Urra – Apogeo). Che è, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
1) Dove sono coloro che io amo, per Dio, dove sono? 2) Come tu ne scorgesti l’apparire, sì me ne mostri dunque la realtà? 3) O quanto a lungo andai cercando loro, e quanto a lungo chiesi insieme a loro d’essere riunito! 4) Fino a quando da loro io non temetti d’essere spartito, pur temendo di stare in mezzo a loro. 5) Ma forse annullerà la mia felice stella la distanza che c’è fra loro e me, 6) Sì che con loro l’occhio mio gioisca ed io non debba chieder: “Dove sono?”. (Ibn Arabi, L’interprete delle Passioni XLV).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 08 Novembre 2018ultima modifica: 2018-11-08T22:49:58+01:00da fraternidade
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