Giorno per giorno – 07 Novembre 2018

Carissimi,
“Siccome molta gente andava con lui, egli si voltò e disse: Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo” (Lc 14, 25-27). “Molta gente andava con lui”. Chissà se vedeva già le migliaia, i milioni, i più di un miliardo, che lungo i secoli, spensieratamente, come fosse per una passeggiata, gli si sarebbero accompagnati, con la stessa faciloneria con cui avrebbero seguito una qualunque altra bandiera a lui contraria (e sarebbe stato di gran lunga meglio per tutti se l’avessero fatto). Forse non si sarebbe guadagnato tanti detrattori, senza i disastri dei cosiddetti regimi di cristianità, dove tutti si era cristiani per nascita, cioè non lo si era affatto. Lui, comunque, Gesù, ce l’ha messa tutta per metterci in guardia e, nel caso, farci desistere dal seguirlo. Che, poi, a salvarci ci avrebbe pensato lui stesso, a tempo debito. Ma che non ci azzardassimo ad arrogarci il titolo di suoi testimoni, se non fossimo capaci di fare nostre, per la nostra vita, quelle frasi terribili all’orecchio di qualsiasi essere umano, che ci ha fatto risuonare nel vangelo di oggi. Se non sei disposto a ritenere come tuo assoluto la fraternità universale, sotto il segno dell’unico Padre, vai per la tua strada, non puoi essere mio discepolo. Noi dovremmo ripetercelo ogni sera, per chiedergli, pieni di vergogna, il suo perdono e l’aiuto della sua grazia.

Oggi è memoria di Pietro Wu Gousheng, catechista e martire in Cina; e di Augusto Rafael Ramírez Monasterio, francescano martire in Guatemala.

Nato nel 1768 a Longping, nella provincia cinese del Guizhou, in una famiglia povera, non cristiana, Wu Gousheng era cresciuto con una forte passione per la giustizia, che lo portava in ogni occasione a prendere le difese dei più poveri e oppressi. Lavorando duro, riuscì a risparmiare il sufficiente per aprire una locanda. Un giorno ricevette due ospiti cristiani, Xu e Leng, mandati ad aprire la strada alla presenza missionaria a Longping. I due notarono che Gousheng era schietto, generoso ed estroverso, oltre che conosciuto e rispettato nella regione. E cominciarono a parlargli della fede cristiana, convincendolo presto ad aderire ad essa. Nel 1795 ricevette il battesimo, assumendo il nome di Pietro. Il cambiamento che questo determinò nella sua vita e l’impegno a vivere sempre più profondamente la testimonianza all’Evangelo, indussero i missionari a farlo responsabile dei cristiani di quella regione. In poco tempo si contarono a centinaia coloro che avevano deciso di aderire alla nuova fede. Nel 1814 scoppiò una violenta persecuzione contro i cristiani e il 3 aprile di quell’anno Pietro Wu Gousheng fu arrestato. Durante il processo fu sottoposto ad ogni specie di tortura, sopportate con incredibile pazienza e coraggio. Richiesto di calpestare il crocifisso e di rinnegare la fede cristiana, rifiutò. Condannato a morte, la sentenza venne eseguita il 7 novembre 1814. Il 1° Ottobre dell’anno 2000, Giovanni Paolo II lo canonizzò assieme ad altri 119 martiri cinesi.

Augusto Rafael Ramírez Monasterio era nato a Città del Guatemala, il 5 novembre 1937, ultimo dei nove figli di Trinidad Monasterio e di Valerio Ramirez. Nel 1953 entrò nel Collegio francescano di Diriamba, in Nicaragua, dove concluse il ciclo degli studi secondari nel 1957. L’anno successivo entrò nel noviziato dei frati minori nel Convento di Santa Ana del Monte, a Jumilla, in Spagna, dove il 26 dicembre 1959 fece la sua professione semplice. Dopo gli studi di filosofia e teologia, fu ordinato sacerdote il 18 giugno 1967. Il 1º agosto, fece ritorno in patria e fu nominato vice rettore e poi rettore del Collegio, dove era già stato alunno. Dopo un ulteriore corso di studi a Salamanca, in Spagna, dal 1972 al 1975, tornato in patria, fu nominato direttore del seminario minore francescano nella cittá di Antigua Guatemala. Dal 1978 al 1983 fu eletto consigliere della Custodia Francescana e parroco della chiesa di S. Francesco di quella stessa città. La sua attività pastorale fu tutta caratterizzata dall’attenzione ai più poveri ed emarginati, e dall’impegno nella formazione ai valori evangelici dei gruppi giovanili. Ripetutamente minacciato di morte, arrestato illegalmente, torturato e poi rilasciato dalla polizia locale, due giorni dopo il suo compleanno, il 7 novembre 1983, fu sequestrato subito dopo essere uscito da casa della sorella, dove si era recato in visita. Il suo cadavere fu ritrovato nel pomeriggio del giorno dopo.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Lettera ai Filippesi, cap.2, 12-18; Salmo 27; Vangelo di Luca, cap.14, 25-33.

La preghiera del mercoledì è in comunione con quanti ricercano l’Assoluto della loro vita nella testimonianza per la pace, la fraternità e la giustizia.

Facendo uno strappo alla quasi regola di chiudere questa lettera con una citazione riferita ad una delle memorie del giorno, scegliamo di congedarci offrendovi in lettura una canzone (tradotta alla bell’e meglio da uno di noi), di Leonard Cohen, poeta e cantautore, che moriva come oggi due anni fa. Ci è piaciuta l’immagine della crepa, che compromette ogni possibile e impossibile offerta perfetta, ma è attraverso essa che entra la luce. Il titolo della canzone è Anthem ed è, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Gli uccelli cantavano / all’irrompere del giorno / Comincia di nuovo / Li ho sentiti dire / Non soffermarti su ciò / che è passato / o su ciò che sarà. / Ah, le guerre / saranno combattute ancora / La santa colomba / Sarà catturata di nuovo / comprata e venduta / e comprata di nuovo / la colomba non è mai libera. / Suona le campane che possono ancora suonare / Dimentica la tua offerta perfetta / C’è una crepa in tutto / Ed è da lì che entra la luce. // Abbiamo chiesto dei segni / i segni sono stati inviati: / la nascita tradita / il matrimonio finito / Sì, la vedovanza / di ogni governo / segni che tutti possono vedere // Non posso più correre / con quella folla senza legge / mentre gli assassini altolocati / recitano ad alta voce le loro preghiere. / Ma hanno evocato una nube tempestosa/ e presto mi udiranno. // Suona le campane che possono ancora suonare / Dimentica la tua offerta perfetta / C’è una crepa in tutto / Ed è da lì che entra la luce. // Puoi addizionare le parti / ma non ne ricaverai la somma / Puoi attaccare la marcia, / non c’è il tamburo / Ogni cuore, ogni cuore / arriverà ad amare / ma come un rifugiato. // Suona le campane che possono ancora suonare / Dimentica la tua offerta perfetta / C’è una crepa in tutto / Ed è da lì che entra la luce. // / Suona le campane che possono ancora suonare / Dimentica la tua offerta perfetta / C’è una crepa in tutto / Ed è da lì che entra la luce. // È da lì che entra la luce. / È da lì che entra la luce// (Leonard Cohen, Anthem).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 07 Novembre 2018ultima modifica: 2018-11-07T22:53:56+01:00da fraternidade
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