Giorno per giorno – 31 Maggio 2018

Carissimi,
“Mentre mangiavano prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: Prendete, questo è il mio corpo. Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse: Questo è il mio sangue, il sangue dell’alleanza versato per molti” (Mc 14, 22-24). Erano molti anni che la comunità non prendeva l’iniziativa di riunirsi a casa di Maria e Chico. La scusa è che abitano lontani, là nel bairro Jardim Paraíso, e resta problematico, e anche un po’ pericoloso, spostarsi a sera, lungo strade senza marciapiedi, con bambini e anziani. E tuttavia, alla fine, ce l’abbiamo fatta, con qualche autista che si è reso disponibile a fare anche la spola, a ritrovarci tutti là. Compresi Eliane e Sirlei, giunti da Goiânia, e Laura e Rafael, con i loro piccoli, Anna Luisa e João Gabriel, da molto più lontano, Nova Xavantina, in Mato Grosso. Immaginabile la gioia e l’emozione di Maria, e l’euforia di Chico, nel vedere la casa riempirsi di tanti volti amici, vecchi e nuovi. Il vangelo, proprio della solennità odierna, era il racconto dell’ultima cena, quello del corpo che si fa pane, e il sangue vino. Che è il significato e la storia di Gesù. Ma anche della Maria di Chico. Che da più di quarant’anni (noi a dire il vero si è perso il conto) ha scelto di vivere per prendersi cura, giorno per giorno, del fratello schizofrenico. Istruita dal buon Dio, come, lo deve sapere Lui, ne è divenuta sacramento, trasformando le fatiche quotidiane del suo corpo nel pane che alimenta e fa vivere Chico, e le sue sofferenze e privazioni, nel vino delle piccole gioie che egli può arrivare a gustare. Mistero eucaristico, liturgia laica, dunque, che chiunque è, sia pure in diversa misura, in grado di celebrare, là dove si apra a vivere la dimensione del dono e non si faccia, invece, dominare dalla logica dell’accumulare per sé. Tragico segno di una [in]civiltà, che, così spesso in preda all’Avversario, si pretende, bestemmiando, cristiana.

Oggi la Chiesa celebra la Solennità del Corpo e del Sangue del Signore
Istituita nel 1246, nella diocesi di Liegi, in Belgio, in seguito alle visioni di una monaca agostiniana, Giuliana di Cornillon, che suggerì all’Ordinario locale l’opportunità di una festa che valorizzasse adeguatamente il mistero dell’Eucaristia, la festa fu, nel 1264, estesa a tutta la cristianità, dal papa Urbano IV (Jacques Pantaléon, già arcidiacono della chiesa di Liegi e confidente della religiosa). La data della sua celebrazione fu fissata nel giovedì seguente la prima domenica dopo la Pentecoste (60 giorni dopo Pasqua). L’impulso decisivo all’istituzione della festa fu dato da un evento prodigioso avvenuto nel 1263 (o forse nel 1264) nella chiesa di santa Cristina a Bolsena, quando durante una messa celebrata da un prete boemo, Pietro di Praga, che nutriva dubbi sulla presenza di Cristo nelle specie consacrate, l’ostia stillò sangue. Il papa, venuto a conoscenza del fatto, con la bolla “Transiturus de hoc mundo”, dell’11 agosto 1264, istituì la festa. Quali che siano le concrete circostanze in cui ha avuto origine, la festa rappresenta una ripresa della Pasqua della Cena del Signore, celebrata il Giovedì santo. Sintesi della vita e significato della morte di Gesù. Che la risurrezione suggella come verità di Dio. E da cui scaturisce la vita della Chiesa.

I testi che la litugia della solennità odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Libro dell’Esodo, cap. 24, 3-8; Salmo 116; Lettera agli Ebrei, cap.9, 11-15; Vangelo di Marco, cap. 14, 12-16. 22-26.

La preghiera del giovedì è in comunione con le religioni tradizionali indigene.

Nei paesi in cui, come da voi, la solennità di Corpus Domini è spostata a domenica, la Chiesa celebra oggi la Festa di Maria, messaggera solidale e sovversiva dell’Evangelo del Regno.

È la festa dei poveri che cantano il manifesto-profezia della giovane ebrea, madre di Gesù: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome: Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote” (Lc 1, 46-53). Ogni volta che questo accade, che si sappia o no, che sia menzionato o no, possiamo giurarci (e non sembri irrispettoso): c’è il Suo zampino. Sul piano storico, una memoria della Visitazione ricorreva, fin dal VI secolo, nella Chiesa latina, la terza domenica di Avvento. I frati minori presero a celebrarla come festa nel 1263, per disposizione di san Bonaventura, allora Ministro generale dell’Ordine. Papa Urbano VI, nel 1389, la estese a tutta la Chiesa d’occidente, fissandone la celebrazione il 2 luglio, in modo da farla coincidere con l’ottava della nascita del Battista e la fine dei tre mesi del soggiorno di Maria presso la cugina (cf Lc 1, 56). La festività fu poi confermata dal sinodo di Basilea, nella sessione del 10 luglio 1441. Nel 1969, con la riforma del calendario cattolico, Paolo VI ne spostò la celebrazione al 31 maggio, tra la solennità dell’Annunciazione e la nascita del Battista. Anglicani, luterani e veterocattolici continuano a celebrarla il 2 luglio. Alcune Chiese ortodosse la celebrano invece, dal sec. XIX, il 30 marzo del calendario giuliano (12 aprile di quello gregoriano), sempre che non coincida con la Settimana Santa, nel qual caso è spostata al primo venerdì dopo Pasqua.

Oggi, il nostro profeta e vescovo emerito Dom Pedro Casaldaliga, della Prelazia di São Félix do Araguaia, celebra i sessantasei anni della sua ordinazione sacerdotale. Scegliamo, così, di congedarci, offrendovi in lettura una sua poesia dal titolo “Oracion final a Santa Maria de nuestra Liberación”, tratta dalla sua antologia mariana “Llena de Dios y tan nuestra”, (servicioskoinonia.org). Ed è, questo, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Nostra Maria del Magnificat, / vogliamo cantare con te, / Maria della nostra Liberazione! // Con te proclamiamo la grandezza del Signore, che è l’unico grande, / e in te ci rallegriamo con te, perché, nonostante tutto, Egli ci salva. // Con te cantiamo, Maria, esultanti di gratuità, / perché Egli guarda agli insignificanti; / perché il suo potere si riversa su di noi sotto forma di amore; / perché Egli è sempre fedele, / uguale nelle nostre diversità, / unico per la nostra comunione, / di secolo in secolo, di cultura in cultura, di persona in persona; / perché il suo braccio interviene storicamente / – tramite le nostre braccia, insicure ma libere – / e perché un giorno interverrà, definitivamente Lui; / perché è Lui che distrugge i progetti delle transnazionali / e sostiene la fede dei piccoli / che si organizzano per sopravvivere umanamente; / perché svuota di profitti i forzieri dei capitalisti / e apre spazi comunitari / per la semina, l’educazione e la festa / a favore dei diseredati; / perché abbatte tutti i dittatori dai loro troni / e sostiene la marcia degli oppressi / che rompono le strutture alla ricerca della Liberazione; / perché sa perdonare la sua serva, la Chiesa, / sempre infedele, credendosi signora, / e tuttavia sempre amata prescelta, / a causa dell’Alleanza che ha fatto un giorno con il sangue di Gesù. // Maria di Nazaret, cantora del Magnificat, serva di Elisabetta: / Resta con noi anche tu, perché il Regno sta per arrivare! / Resta con noi, Maria, / con l’umiltà della tua fede, capace di accogliere la Grazia; / resta con noi, / con il Verbo che andava crescendo in te, / Umano e Salvatore, Ebreo e Messia, Figlio di Dio e tuo figlio, / nostro fratello, / Gesù. (Pedro Casaldáliga, Oracion final a Santa Maria de nuestra Liberación).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 31 Maggio 2018ultima modifica: 2018-05-31T22:33:14+02:00da fraternidade
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