Giorno per giorno – 08 Maggio 2018

Carissimi,
“Ora io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò. E quando sarà venuto, egli convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio” (Gv 16, 7-8). Parola di Gesù in vista del suo distacco. Che dura ancora, se pensiamo alla sua presenza fisica. Ma che era necessario, perché anche noi, in ogni dove e in ogni tempo, lo si conoscesse attraverso il dono del suo Spirito. Era bene che se ne andasse, e non in qualche modo, ma in “quel” modo, che da lì a poco lui avrebbe sperimentato nella sua carne, e loro, i più, avrebbero visto, sconvolti, solo da lontano. Da allora noi si sa della verità, del perché vivere, del come vivere, tutto ciò che serve. Sappiamo così anche in che consiste il peccato: non credere all’amore; e che cosa sia giusto fare, dato che ha ricevuto il suggello del Padre: amare sino a dare la vita; e chi, da tutto questo, oltre ogni apparente vittoria, ne esca male e per sempre condannato: la logica del sistema del dominio. Noi, arrendendoci all’azione dello Spirito, si deve “solo” applicare tutto ciò, la verità della croce, alle concrete circostanze della vita e della storia. Saremo sulla strada buona, che ci conduce con lui, al Padre.

Il calendario ci porta oggi la memoria di Giuliana di Norwich, eremita e contemplativa.

Nata l’8 novembre 1342 a Norwich, in Inghilterra, Giuliana aveva trent’anni, quando, durante il mese di maggio, una grave malattia la portò in punto di morte. Della sua vita, fino a quel momento, non sappiamo nulla. Sappiamo invece, perché lo raccontò lei stessa, che, dopo sette giorni, il 13 maggio 1373, ebbe una serie di sedici visioni in cui potè contemplare la passione di Cristo, ricavandone una grande sensazione di pace e di gioia. Divenuta eremita, prese a vivere in una piccola capanna nei pressi della chiesa di san Giuliano a Conisford, da cui prese il nome e dove dedicò il resto della vita a pregare e a riflettere sul significato di quelle visioni. Frutto di queste meditazioni fu il Libro delle Rivelazioni, steso in due redazioni differenti, una più breve, scritta a ridosso di quell’esperienza, e un’altra più lunga, su cui lavorò per circa vent’anni, ricca di riflessioni sul significato di quelle visioni. Giuliana è nota per la sua insistenza sul tema della “maternità” di Dio e per il suo ottimismo teologico, in forza del quale arrivò a scrivere: “Tutto sarà bene, e tutto sarà bene, e ogni sorta di azione sarà bene”. La sua teologia rivela una profonda consapevolezza che tutto l’essere dell’uomo riceve senso dal fatto di essere posto tra le mani amorose di Dio. Qualunque cosa accada. Giuliana morì probabilmente intorno al 1417. La Chiesa d’Inghilterra celebra la sua memoria in questo giorno.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Atti degli Apostoli, cap.16, 22-34; Salmo 138; Vangelo di Giovanni, cap.16, 5-11.

La preghiera del martedì è in comunione con le religioni tradizionali del Continente africano.

E tutto, per stasera. Noi ci si congeda qui, lasciandovi ad un testo di Giuliana di Norwich, che vi proponiamo come nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Il peccato è il flagello più crudele con cui possa essere colpita ogni anima eletta, e questa sferza colpisce uomini e donne, e abbatte l’uomo, e lo rende spregevole ai suoi stessi occhi, al punto che, dopo un po’, pensa di essere degno solo di sprofondare nell’inferno, e questo fino a che lo raggiunga la contrizione con il tocco dello Spirito Santo, e trasformi la sua amarezza nella speranza della misericordia di Dio… Con il massimo amore il nostro buon Signore ci custodisce quando ci sembra di essere quasi abbandonati e respinti a causa del nostro peccato e quando noi vediamo di avere meritato questo abbandono. E per la mansuetudine di cui ci è fatto dono, siamo innalzati agli occhi di Dio dalla sua grazia, con grande contrizione e compassione e vero desiderio di Dio… Con la contrizione siamo resi puri, con la compassione siamo resi pronti, e con il vero desiderio di Dio siamo resi degni. Questi sono tre mezzi, a quanto ho capito, per cui tutte le anime vanno in paradiso: cioè, attraverso cui coloro che sono stati peccatori sulla terra, saranno salvati: poiché con queste tre medicine si dice che ogni anima sarà guarita. Infatti il nostro cortese Signore non vuole che i suoi servi si disperino, sia che cadano spesso in peccato, sia che le loro cadute siano gravi: il nostro cadere in peccato, infatti, non gli impedisce di amarci. La pace e l’amore sono sempre in noi, in noi vivono e operano, noi però non siamo sempre nella pace e nell’amore. Egli ci vuole attenti al fatto che è lui il fondamento di tutta la nostra vita, nell’amore, e che è il nostro eterno custode e ci difende potentemente contro i nostri nemici, che si accaniscono contro di noi; soprattutto quando maggiore è il nostro bisogno per il fatto di offrire loro sempre nuove occasioni con le nostre cadute. (Giuliana di Norwich, Il libro delle rivelazioni, XXXIX).

Ricevete l’abbraccio dei vostrti fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 08 Maggio 2018ultima modifica: 2018-05-08T22:42:22+02:00da fraternidade
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