Giorno per giorno – 19 Marzo 2010

Carissimi,

“Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati” (Mt 1, 20-21). Giuseppe, ovvero, lasciarsi tentare da Dio. Ma, come sappiamo che è Dio a tentare?, chiedeva stamattina Valdecí. E se fosse solo una nostra suggestione, la maniera di travestire di Dio il nostro io? Forse, con certezza, lo sapremo solo dopo aver constatato che ciò che è nato dalla storia che avremo deciso di fare nostra, o dalla chiamata che avremo seguito, è generato davvero dallo Spirito di Dio, è espressione del dono incondizionato del Padre ed ha, per questo, il nome di Gesù. Cioè, “Dio salva”, nei mille modi diversi in cui può essere coniugata la salvezza dell’altro. E, dunque, anche la nostra. Il sogno di Dio è, ossessivamente, solo questo.  E i nostri, di sogni?

 

Oggi la Chiesa celebra la festa di Giuseppe di Nazareth, sposo di Maria, padre di Gesù secondo la legge.

 

19 Joseph.jpgLe notizie dei Vangeli su Giuseppe sono molto scarne. Matteo e Luca ce ne offrono due diverse genealogie, che si ritiene rispondano più a finalità teologiche che storico-biografiche. Entrambi comunque concordano nel dirlo discendente di Davide. È detto uomo giusto, abitante a Nazaret, dove esercitava il mestiere di carpentiere. Fidanzato a Maria, nell’apprendere della sua gravidanza, pensò di rimandarla ai suoi in segreto, evitando così di denunciarla (Mt 1, 19), ma un sogno gli rivelò il progetto di Dio sul bambino che doveva nascere. A partire da quel momento Giuseppe assunse a tutti gli effettti gli obblighi della paternità nei confronti di Gesù. Il Vangelo lo descrive presente alla nascita, e lo vede recarsi con Maria e il bambino al tempio di Gerusalemme,  per compiervi le pratiche prescritte dopo i quaranta giorni del parto. Dopo di che, secondo Luca, la famiglia fece ritorno a Nazaret. Matteo inserisce invece il racconto del massacro dei bambini ordinato da Erode e la conseguente fuga in Egitto. Giuseppe è colui che “pone in salvo” il Salvatore. Tornata in patria, alla morte di Erode, la famiglia si stabilì nuovamente a Nazaret. Luca menziona ancora la presenza di Giuseppe durante un pellegrinaggio a Gerusalemme con Maria e Gesù, ormai adolescente (Lc 2, 41-50). Aggiunge poi che al ritorno a Nazaret, egli “stava loro sottomesso” (Lc 2, 51). Poi più nulla. Quando Gesù, intorno ai trent’anni, darà inizio alla sua vita pubblica, si presume che Giuseppe fosse già  morto, assistito nel trapasso, come vuole la tradizione, da Maria e da suo Figlio. Il che lo farà patrono della buona morte. Oltre che della famiglia, della chiesa, dei lavoratori.

 

I testi che la liturgia propone alla nostra riflessione sono propri della festività odierna e sono tratti da:

2° Libro di Samuele, cap.7, 4-5s.12-14a.16; Salmo 89; Lettera ai Romani, cap.4, 13. 16-18.22; Vangelo di Matteo, cap.1, 16. 18-21.

 

La preghiera del Venerdì è in comunione con i fedeli dell’Umma islamica che confessano l’unicità del Dio clemente e misericordioso.

 

Noi facciamo oggi memoria anche di don Giuseppe Diana, martire della giustizia, nella lotta alla camorra.

 

19 peppe DIANA.jpgGiuseppe Diana era nato a Casal di Principe (Caserta) il 4 luglio 1958. Dopo gli studi di filosofia e teologia, in seminario, fu ordinato sacerdote, nel 1982. Entrato a far parte dell’Agesci, assimilò da subito lo spirito e gli ideali del movimento scoutista, ricoprendo in esso, durante gli anni, diversi incarichi. Nel settembre 1989 divenne parroco di San Nicola di Bari a Casal di Principe, dove rimase fino alla morte e dove seppe coinvolgere un gran numero di giovani nella lotta contro ogni forma di sfruttamento, di violenza e di esclusione, e a favore di una società basata sulla giustizia, l’accoglienza, la solidarietà e il dialogo, soprattutto nei confronti di disabili e immigrati. Questo significò la denuncia delle attività criminose della camorra e la ribellione al clima di violenza instaurato sul territorio dai clan della zona. Il 19 marzo 1994, giorno del suo onomastico, Don Giuseppe Diana fu ucciso con quattro colpi di arma da fuoco, nei locali della sua parrocchia, mentre si recava a celebrare messa.

 

É tutto per stasera. Noi ci congediamo con una preghiera/poesia di Paul Claudel dedicata a Giuseppe. Ed è, per oggi, il nostro

 

PENSIERO DEL GIORNO

Quando gli attrezzi sono tutti al loro posto e il lavoro del giorno è finito, / Quando dal Carmelo al Giordano, Israele si addormenta nella notte e nel grano, / Come un tempo, quando era solo un ragazzo ed era troppo buio per leggere ancora, / Giuseppe comincia a dialogare con Dio con un grande sospiro. // Lui ha preferito la Sapienza ed è lei che gli portano da sposare. / Lui è silenzioso come la terra nell’ora della rugiada / È nell’abbondanza e nella notte, è certamente nella gioia, è nella verità. / Maria è sua e lui la circonda da ogni lato. / Non è in un giorno solo ch’egli ha imparato a non essere più solo. / Una donna ha conquistato ogni parte di questo cuore, ora saggio e paterno. / Ancora una volta egli è nel Paradiso con Eva! / Il volto di cui tutti gli uomini hanno bisogno, si volta con amore e sottomissione verso Giuseppe. // Non è più la stessa preghiera, non è più l’antica attesa da quando egli sente / Come fosse un braccio all’improvviso senza odio, il sostegno di quest’essere profondo e innocente. / Non è più la fede nuda nella notte, è l’amore che spiega ed agisce. / Giuseppe è con Maria e Maria è con il Padre. // E anche noi, perché ci sia finalmente accessibile Dio, le cui opere sorpassano la nostra ragione, / Perché la sua luce non sia spenta dalla nostra lampada, e la sua parola dal rumore che facciamo, / Perché l’uomo desista e perché venga il tuo regno e la tua Volontà sia fatta, / Perché noi ritroviamo l’origine e le sue profonde delizie, / Perché il mare si calmi e perché Maria inizi, / Colei che ha la miglior parte e che dell’antico Israele consuma ogni resistenza, / Patriarca interiore, Giuseppe, ottienici il silenzio!  // (Paul Claudel, Saint Joseph).

 

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 19 Marzo 2010ultima modifica: 2010-03-19T22:12:00+01:00da fraternidade
Reposta per primo quest’articolo