Giorno per giorno – 15 Agosto 2009

Carissimi,

“In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda” (Lc 1, 39). Lei aveva appena ricevuto la “buona notizia” della sua maternità, ed è “quando noi ci si mette tranquille, per essere sicure di portarla a buon termine”, diceva giovedì sera Valdecí, commentando questo Vangelo con la comunità riunita a casa sua. Maria, invece, si mette subito in viaggio, e che viaggio! Il fatto è che lei era incinta del figlio di Dio. E buon sangue non mente: quale il Padre, tale il figlio. E, in questo caso, anche la madre. Che il figlio comincia a lavorarsi come conviene, fin dall’inizio. La Chiesa, se porta davvero in sé la Parola di Dio, dovrebbe essere così. Mai ferma. Sempre pronta ad alzarsi in fretta e partire per regioni montagnose. Affrontare, cioè, un cumulo di difficoltà, pur di recare aiuto a chi ne ha bisogno. E far sussultare di gioia, persino i non ancora nati. Perché c’è in giro profumo di Regno. Che Chiesa, Maria! Che se qualcuno si ferma a complimentarla, a dirle: Benedetta tu!, invece di mettersi lì a tessere l’elogio di se stessa: è vero, è vero, Lui mi ha fatto così bella, e pura, e immacolata, risponde invece: Lui ha guardato al mio nulla e ha fatto grandi cose per me. Quali cose ti ha fatto, di quali doni ti ha ricolmato? “Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote” (Lc 1, 51-53). La chiesa di Maria, cioè la chiesa che si lascia plasmare da Gesù, è quella che si rallegra quando questo accade e ci mette del suo per anticiparne i tempi, attraverso il suo annuncio, le sue celebrazioni  e la sua testimonianza. Perché la logica del Regno straripi presto dal suo alveo e invada e trasformi i cammini della storia, della politica, della vita quotidiana degli uomini. Una chiesa così, come Maria, ha un posto assicurato nel cuore di Dio. Anche noi, se lo vogliamo.  Questo ci sembra un buon significato per la festività di oggi.   

 

15_DORMIZIONE_2.JPGLa festa odierna dell’Assunzione di Maria trae probabilmente origine da una celebrazione di Maria madre di Dio, sorta a seguito del Concilio di Efeso (431 d.C.).  Alla fine del VI secolo, l’imperatore Maurizio impose la festa della Dormizione di Maria a tutto l’impero bizantino. Qualche decennio più tardi, un papa orientale, Sergio I,  l’introdusse a Roma. Ma ci volle un altro secolo, prima che il termine “dormizione” fosse sostituito da quello di “assunzione”.

 

I testi che la liturgia propone alla nostra riflessione sono propri della solennità odierna e sono tratti da:

 

Libro dell’Apocalisse, cap.11, 19a; 12, 1-6a. 10ab; Salmo 45; 1ª Lettera ai Corinzi, cap.15, 20-27; Vangelo di Luca, cap.1, 39-56.

 

La preghiera del Sabato è in comunione con le Comunità ebraiche della diaspora e di Eretz Israe.

 

Oggi il calendario ci porta anche le memorie di Basilio, il beato, folle per Cristo, e di Isidore Bakanja, martire in Africa.

 

15 BASILIO DI MOSCA bis.jpgBasilio era nato in un sobborgo di Mosca da genitori contadini, nel 1468. Adolescente,  per un po’ di tempo, aveva fatto il calzolaio. Fino a quando percepì chiara la vocazione della strada. E lasciò tutto. Da allora, quale che fosse il clima e la stagione, soleva, con il caldo e con il freddo, vagare ignudo per le strade di Mosca e recarsi a pregare nelle chiese, rendendo testimonianza con gesti coraggiosi allo spirito di Cristo.  Raccontano che non esitava ad appropriarsi delle merci esposte nei negozi, per distribuirli ai poveri e che lanciava pietre contro i palazzi dei ricchi che facevano pubblica esibizione della loro devozione, mentre si inginocchiava davanti alle abitazioni di chi godeva di cattiva fama, dicendo: “I diavoli assediano le residenze dei potenti, mentre gli angeli piangono sulle case dei miserabili e dei peccatori”. Giunse a sfidare lo zar Ivan il Terribile, chiedendogli: “Perché ti astieni dalla carne degli animali e continui a bere sangue umano?”. Morì il 2 agosto 1552 e fu sepolto con tutti gli onori nella nuova cattedrale nel centro di Mosca. Vale la pena osservare che, per le chiese orientali che conservano l’antico calendario giuliano, tale data coincide con il nostro 15 agosto.

 

15 Bakanja.jpgFiglio di Iyonzwa e di Inyuka, Bakanja era nato, verso il 1885, a Bokendela-Mbilankamba, nella regione di Mbandaka, provincia dell’Equatore, nell’attuale Repubblica Democratica del Congo. Giovanissimo era partito per Coquilhatville alla ricerca di lavoro ed era stato presto contrattato come manovale. Entrato in contatto con la missione di Bolokwa Nsimba, animata da due monaci trappisti, chiese di istruirsi nella fede e di diventare cristiano. Il 6 maggio 1906 fu battezzato e nello stesso giorno volle ricevere lo scapolare del Carmelo.  Scaduto il contratto di lavoro, Isidore tornò per un po’ di tempo al paese d’origine, spostandosi successivamente a Busira e infine a Ikili, dove fu assunto da un colono bianco, tale Van Cauter, uomo rozzo e violento che detestava gli africani convertiti al cristianesimo e di cui Bakanja dirà: “Il bianco non amava i cristiani. Non voleva che portassi lo scapolare. Si arrabbiava quando pregavo…”. E quando il bianco si arrabbia sono botte. O meglio, frustate. Che non bastano, tuttavia, a fare desistere il giovane  negro dal parlare ai suoi compagni del Vangelo di Gesù e dall’insegnar loro a pregare. L’odio e il fanatismo di Van Cauter tuttavia alla fine prevalsero. Le piaghe causate dalle battiture provocarono una setticemia che non fu più possibile contrastare. Il 24 e 25 luglio 1909, dopo sei mesi di sofferenze atroci, Bakanja ricevette la visita dei suoi missionari, p. Gregoire Kaptein e p. Georges Dubrulle. Si confessò, ricevette la unzione dei malati e il viatico.  Disse loro che perdonava chi gli aveva fatto del male e che avrebbe pregato per lui dal cielo. La domenica, 15 agosto, i cristiani si riunirono nella casa dove Bakanja aveva trovato ospitalità, a Ngomb’Isongu. Troppo bello per lui, incontrare nuovamente la sua comunità. Riuscì perfino ad alzarsi, guardandosi intorno raggiante.  Ma fu solo per poco. Tornato a letto, entrò in agonia e spirò.

 

La feria d’Agosto, Ferragosto,  lo è, comunque, solo per voi. Per noi è un comune giorno feriale e la festa liturgica dell’Assunzione è spostata alla domenica più vicina. Cioè, per quest’anno, domani.  Se ancora si usano le gite fuori porta e i pranzi al sacco, ci auguriamo che chi se l’è potuto permettere, ne abbia tratto giovamento. E non si sia stancato tanto da non potersi leggere questo brano di Don Tonino Bello, tratto dal suo libro “Maria donna dei nostri giorni (San Paolo), con cui ci congediamo e che è, per oggi, il nostro

 

PENSIERO DEL GIORNO

Santa Maria, donna vera, icona del mondo femminile che ha intrapreso finalmente le strade dell’esodo, fa’ che le donne, in questa faticosa transumanza quasi da un’era antropologica all’altra, non si disperdano come gli Ebrei “nel mare dei giunchi”. Ma sappiano individuare i sentieri giusti che le portino lontano dalle egemonie dei nuovi filistei. E perché la tua immagine di donna veramente riuscita possa risplendere per tutte, come la nube luminosa nel deserto, aiuta anche la tua Chiesa a liberarti da quelle caparbie desisenze al maschile con cui ha declinato, talvolta, perfino la tua figura. Santa Maria, donna vera, icona del mono femminile approdato finalmente nella Terra Promessa, aiutaci a leggere la storia e a interpretare la vita, dopo tanto maschilismo imperante, con le categorie tenere e forti della femminilità. In questo mondo così piatto, contrassegnato dall’intemperanza del raziocinio sulla intuizione, del calcolo sulla creatività, del potere sulla tenerezza, del vigore dei muscoli sulla morbida persuasione dello sguardo, tu sei l’immagine non solo della donna nuova, ma della nuova umanità preservata dai miraggi delle false liberazioni. Aiutaci, almeno, a ringraziare Dio che, se per umanizzare la terra si serve dell’uomo senza molto riuscirvi, per umanizzare l’uomo vuol servirsi della donna: nella certezza che stavolta non fallirà. (Antonio Bello, Maria donna dei nostri giorni).

 

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.  

Giorno per giorno – 15 Agosto 2009ultima modifica: 2009-08-15T23:31:00+02:00da fraternidade
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4 pensieri su “Giorno per giorno – 15 Agosto 2009

  1. Carissimi,
    A proposito di dormizione e assunzione, vi allego l’ omelia di P. Bergamaschi del 15 agosto 2003.

    Buonanotte.

    Franco

    Oggi affronterò – spero di riuscirci – il dogma dell’Assunzione. Siamo nel 1950, ed il Papa interpellò tutti i Vescovi in carica, per stabilire la definizione da dare a questo dogma, molti dei quali, erano dell’idea che fosse inutile celebrare questo dogma perché era una credenza ormai assodata in tutta la cristianità. I Protestanti poi non ne volevano sapere; gli Ortodossi hanno dell’Assunzione un’opinione un po’ diversa, ma ci credevano già dall’antichità (secondo – terzo secolo).

    Venne così fuori la definizione che adesso vi cito – sono due righe, non di più – però attenzione perché o si capisce bene la definizione o altrimenti si dicono delle inesattezze, specie ai bambini che vanno a catechismo. Non c’è una concezione degna delle nostre facoltà mentali tale, da rispettare il principio di “non contraddizione” e le leggi della nostra mente.

    Le parole testuali sono queste: Terminato il corso della vita terrena – Maria è il soggetto – fu assunta alla Gloria Celeste in corpo e anima. “Terminato il corso della vita terrena” significa che la Madonna era morta o non lo era? Difficile rispondere, in quanto questo è un punto lasciato libero dalla definizione e sul quale avrei potuto fare una predica sulle argomentazioni contrastanti.

    Spieghiamo questo passaggio: Terminato il corso della vita terrena fu assunta alla Gloria Celeste in corpo e anima. Quando si dice nel rosario: “Maria assunta in Cielo” si fa una riduzione sospetta, non c’è nel testo “fu assunta in Cielo” come la sentiamo ripetere anche negli oremus della Messa. C’è una notevole differenza fra dire “fu assunta in Cielo” e “fu assunta alla Gloria celeste”. Se si dice “fu assunta in Cielo”, i bambini immediatamente capiscono che c’è un luogo nel cielo. Un ramo degli ortodossi pensa la cosa così: la Madonna si è addormentata, fu preso il corpo dagli Angeli, portato in cielo, e lassù, incorrotto, è in attesa della Risurrezione. Vedete come si possano immaginare le cose? Questo è il modo di pensare l’Assunzione da parte di una buona parte dell’ortodossia.

    Adesso vi faccio una piccola cronistoria: fino al secolo XII troviamo delle stoffe, degli avori, delle miniature in cui è descritta la “Dormizione” della Madonna – si parla di Dormizione e non di morte – perché i teologi continuano a insegnare che se non ci fosse stato il peccato originale, noi saremmo morti egualmente, solo che la morte non sarebbe stata una sofferenza, ma un dolce passaggio da questa all’altra vita.

    Ecco perché hanno immaginato la “Dormizione” della Madonna. Nelle immagini voi la vedete stesa sul materassino come una bella addormentata (tanto per farvi un riferimento), accanto agli apostoli e ad un Angelo che porta la Sua anima in Cielo. Poi ancora gli Angeli sostengono un medaglione con il busto di Maria, poi viene finalmente sostituito dalla mandorla con dentro la figura intera della Vergine.

    Era così che la scuola Senese, fino al 1518, presentava l’assunzione di Maria. Poi, da quella data, Tiziano abbandona il vecchio schema e trasforma l’Assunta in una vera ascensione e cioè si vede la Madonna vestita in carne ed ossa, con gli Angeli attorno, e non si sa bene se questi facciano da contorno gioioso, o se siano coloro che spingono verso l’alto il suo corpo. Storicamente, quando Tiziano fece questo quadro per i frati della chiesa dei Frari a Venezia, il superiore aveva avuto delle riserve per come era stata rappresentata l’ascensione e stava per rifiutare il quadro. Ma quando i frati videro l’interesse dell’imperatore d’Austria, ci ripensarono e la tennero, perché almeno era un’opera d’arte di grandissimo pregio.

    Per S. Tommaso, la Vergine fu immune dalla maledizione “tornerai in polvere”, perché fu risuscitata e assunta in Cielo, dopo la morte, con il corpo. Nella definizione il Papa non dice “terminato il corso della vita terrena, fu assunta in Celo” , ma “alla Gloria Celeste”, quindi “Assunzione” non vuole dire trasportata, ma glorificata. La Gloria Celeste è uno stato nettamente superiore a quello della più santa delle sante, per cui la Vergine vi è stata promossa, elevata, assunta.

    Adesso la mia mente di credente è tranquilla, cioè ho capito perché nella definizione si usano queste parole e non altre. Riesco allora a mettere insieme il concetto di Risurrezione applicato alla Vergine e non più il concetto di Ascensione, perché questa (ho già spiegato in altre occasioni) è una festa fatta a tavolino, in quanto immagina che Gesù vada come un palloncino in qualche luogo in Cielo da cui ritornerà. Questa è una concezione pagana della divinità, non è certamente una concezione cristiana. La Risurrezione invece è l’entrata in una nuova dimensione dove le misure geometriche (i luoghi) non hanno più nulla a che fare.

    A questo punto penso che vi venga ovvia una domanda: che differenza c’è fra questo modo di concepire l’Assunzione della Vergine e quello della vecchietta classica, la quale è fissa all’idea che la Madonna è stata assunta in cielo come nel quadro di Tiziano? La diversità è che io vivo il dogma secondo l’altezza del mio pensiero e sono pronto a qualificarlo di fronte a qualsiasi pensatore umano. Non critico la vecchietta che vive la sua dimensione di fede in quel modo, però non ci deve essere diversità su di un punto: sul nostro modo di vivere il Cristianesimo.

    Voglio dire questo: se oggi, mentre la vecchietta sta pranzando, bussa alla porta qualcuno che dice: Guarda, tua cugina ha bisogno di assistenza perché…, come nel caso di Elisabetta, e quella vecchietta lascia il cibo e corre in aiuto, dico che certamente quella vecchietta assolve il compito che ci qualifica. E se, per esempio, oggi qualcuno bussa alla nostra porta (ed è accaduto ieri mentre ero a tavola) e dice: Guardi che non so come fare, non ho nulla da mangiare, lascio il mio pranzo e vado a preparargli qualcosa da mangiare, allora io e la vecchietta siamo alla pari. In questo caso, abbiamo praticato quello che noi crediamo decisivo nel punto della carità.

    Omelia pronunciata il 15 agosto 2003

  2. Caro Franco,
    grazie davvero per l’omelia di p.Bergamaschi, la cui conclusione ci rimanda, almeno così mi è parso, alla sostanza della nostra riflessione sul Vangelo di questa festa. Le immagini che il dogma, con le sue rappresentazioni, questionamenti, interpretazioni, può suscitare lì da voi, in realtà qui non hanno quasi attecchito (almeno tra la gente del bairro). Persino il nome Assunta o Assunzione, ma neppure dormizione, sono popolari. La festa è infatti quella di Nostra Signora della Gloria. La concentrazione avviene pertanto sul brano del Vangelo di Luca proposta dalla liturgia. E sull’immagine di questa giovane incinta preoccupata solo della necessità della vecchia cugina. Che piace così tanto alla gente, perché piace così tanto a Dio. O viceversa. Assunta in corpo e anima, vuol allora dire che Dio l’ha assunta per intero, con tutta la sua storia, come espressione della Sua presenza in lei. Cioè, dato che lei aveva “assunto” il significato di Dio, presente in Gesù Cristo, come “senso” della sua vita, Dio non poteva alla fine, cioè da sempre, “assumerla” (farla propria per sempre) come sua storia. Ti pare?

  3. Sinceramente non ho capito bene il concetto che “… Dio l’ha assunta per intero, con tutta la sua storia, come espressione della Sua presenza in lei. ” Cosa significa “con tutta la sua storia” ? Spirituale e materiale ?
    Qui da noi l i cristiani della domenica pensano che la Madonna sia salita in Cielo (salire come uno Suttle sale in cielo …!) con tutta la sua carne. Ma non si chiedono cosa fa quella carne lassù e dove sia il luogo dove ciò avviene.. Mistero !

    Per me la Madonna è importante perchè ha detto “Fiat voluntas tua” accettandola fino in fondo. Che corrisponde a quello che scrivi tu “…come espressione della Sua presenza in lei. Cioè, dato che lei aveva “assunto” il significato di Dio…”.

  4. Sì, spirituale e materiale, perché la storia dello spirito avviene sempre e soltanto nella storia “materiale” delle relazioni che instauriamo con il nostro prossimo. Dire “corpo” è dire la storia delle nostre relazioni, con il “segno” che avremo accettato di dare ad essa (dono o usurpazione). Se Dio riconoscerà in essa la presenza di suo Figlio (la sua Parola o la sua Verità), essa sarà assunta da Dio come sua propria Storia. Diversamente, sarà – è la nostra speranza – purificata, perdonata e riscattata. Per la sua Grazia.

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