Giorno per giorno – 24 Ottobre 2017

Carissimi,
“Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese; siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli” (Lc 12, 35-37). I fianchi cinti e le lucerne accese è ciò che ci caratterizza come chiesa del servizio, a tempo pieno, soprattutto nelle notti che il mondo attraversa. Non è perciò la chiesa delle grandi e splendide liturgie, dei ricchi paramenti, o anche degli austeri e suggestivi riti, ma la comunità di servizio, pronta ad accogliere e servire il padrone, che si può presentare ad ogni ora, sotto le spoglie di chi è espropriato di ogni o di un qualche bene. Servizio questo che ci guadagna un Dio che, non visto, si cinge lui il grembiule, ci fa sedere alla sua mensa, e ci serve niente meno che se stesso. Che è poi il mistero dell’Eucaristia. Stasera ci dicevamo che è su questo che dovremmo interrogarci prima di accostarci ad essa: abbiamo fatto davvero della nostra vita un’attesa vigilante e un servizio silenzioso e nascosto del Signore che si fa presente negli ultimi, e che, attraverso noi li accoglie, nella circolarità dell’amore?

Oggi il nostro calendario ecumenico ci porta la memoria di Rabbi Levi Isacco di Berditschev, mistico ebreo.

Rabbino e capo spirituale del Chassidismo, Levi Isacco è considerato il personaggio più popolare di questo movimento mistico ebraico, dopo Israel Baal Schem Tov. Nacque nel 1740, a Hoshakov, in Galizia (Polonia). Nel 1776 divennne discepolo di Dov Ber, il famoso Magghid (predicatore itinerante) di Mezeritch. Nominato rabbino di Zelechov, in Polonia, e più tardi di Pinsk, in Bielorussia, fu costretto a lasciare l’incarico per l’ostilità di queste comunità verso le sue concezioni chassidiche. Incontrò infine la sua comunità a Berditchev, dove restò dal 1785 fino alla sua morte, il 25 Tishri 5571 (23 ottobre 1810). In seno alla corrente chassidica, Levi Isacco rappresenta la figura dell’avvocato instancabile del popolo ebreo davanti al trono di Dio. “Tu esigi sempre qualcosa dal tuo popolo Israele – disse un giorno a Dio – perché dunque non l’aiuti nelle sue tribulazioni?”. Un sarto gli raccontò un giorno del modo con cui si era rivolto a Dio a Yom Kippur: “Certo, una volta o l’altra, mi succede di restare con il vestito che qualcuno ha lasciato nel mio laboratorio, o di non lavare le mani prima di mangiare, ma queste non sono mancanze così gravi. Tu, Signore, commetti colpe molto più riprovevoli: strappi bambini dal seno delle madri e madri dai loro bambini. Se tu mi perdoni, anch’io ti perdonerò”. Levi Isacco gli rispose: “Perchè sei stato così timido nel tuo discorso? Se solo avessi insistito un po’, Dio sarebbe stato costretto a perdonare a tutto il popolo d’Israele!”.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Lettera ai Romani, cap.5, 12. 17-19. 20b-21; Salmo 40; Vangelo di Luca, cap.12, 35-38.

La preghiera del martedì è in comunione con le religioni tradizionali del Continente africano.

Comincia oggi, e durerà fino al 30 ottobre, la Settimana mondiale del Disarmo, decisa dall’ONU nel 1978, con la finalità di informare l’opinione pubblica sul pericolo della corsa agli armamenti, sulla necessità di por fine alla proliferazione nucleare, oltre che di stimolare una presa di coscienza circa l’importanza di procedere progressivamente a un disarmo generalizzato. La giornata di avvio della Settimana non è casuale ma è il giorno in cui cade l’anniversario della fondazione delle stesse Nazioni Unite, il 24 ottobre 1945. Sarebbe bene che tutti ci si desse da fare. Anche con la preghiera.

Bene, anche per stasera, è tutto. Noi ci si congeda qui, lasciandovi ad un fioretto di Rabbi Levi Isacco di Berditschev, che troviamo ne “I racconti dei Chassidim” (Garzanti) di Martin Buber, e che è, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Una volta chiesero al Rabbi di Berditschev: “Come si spiega che Mosè, che nella sua grande umiltà aveva pregato Dio di inviare un altro al Faraone, non si rifiutò neppure un attimo di ricevere la Torà?”. “Egli aveva visto”, rispose il Rabbi, “che le grandi montagne erano comparse davanti a Dio, e ciascuna aveva implorato la grazia di essere quella su cui sarebbe avvenuta la rivelazione, ma che Dio aveva scelto il piccolo monte Sinai. Perciò, quando si vide scelto anche lui, seguì senza riluttanza la chiamata”. (Martin Buber, I racconti dei Chassidim).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 24 Ottobre 2017ultima modifica: 2017-10-24T22:20:38+02:00da fraternidade
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