Giorno per giorno – 22 Ottobre 2017

Carissimi,
“I farisei, ritiratisi, tennero consiglio per vedere di coglierlo in fallo nei suoi discorsi. Mandarono dunque a lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: Maestro, Dicci dunque il tuo parere: E’ lecito o no pagare il tributo a Cesare?” (Mt 22, 15-17). Curiosa (ma no, neanche tanto, è storia che si ripete!) questa alleanza che si instaura tra il potere politico più oppressivo e i religiosi che ne dovrebbero essere i contestatori piú conseguenti. Uniti, pur di mettere fuori gioco Gesù. Ai giorni nostri la domanda potrebbe essere del tipo: È lecito appoggiare Trump (o, da noi, Temer) oppure no? I televangelisti più famosi degli Stati Uniti non hanno espresso dubbi in proposito, come da noi, del resto, qualche pastore neopentecostale che va per la maggiore e persino, con solo un po’ più di moderazione, qualche cardinale. E, forse, la risposta di Gesù, agli interlocutori di allora, la si potrebbe parafrasare oggi così: restituite al Cesare di turno i finanziamenti, le regalie, i privilegi con cui vi lusinga, e date finalmente a Dio quello che spetta a Dio: la cura, la protezione, la difesa del suo popolo, a partire dai suoi strati più deboli e bisognosi. Che è, poi, la missione che è affidata a tutti noi. Già, ma noi diamo davvero a Dio ciò che gli spetta, in ogni circostanza e situazione?

I testi che la liturgia di questa XXIX Domenica del Tempo Comune sono tratti da:
Profezia di Isaia, cap.45, 1. 4-6; Salmo 96; 1ª Lettera ai Tessalonicesi, cap. 1, 1-5b; Vangelo di Matteo, cap.22, 15-21.

La preghiera della Domenica è in comunione con le comunità e chiese cristiane di qualunque denominazione ed è volta a impetrare il dono dell’unità nella valorizzazione delle differenze.

Oggi il calendario ci porta la memoria di Hadewijch di Anversa, mistica del Tredicesimo secolo; e quella di Nervardo Fernández, Luz Stella Vargas, Carlos Páez e Salvador Ninco, martiri della lotta in appoggio alle rivendicazioni indigene in Colombia.

Il poco che si sa di Hadewijch, lo si deduce dai suoi scritti. Originaria della regione di Anversa, nelle Fiandre, visse nel Tredicesimo secolo e prese parte al movimento delle beghine, sorto in quegli anni e formato da donne che, rifiutando il matrimonio, vivevano lo spirito e la parola dell’Evangelo in libere comunità femminili, caratterizzate dalla semplicità di vita, la condivisione dei beni, il lavoro, la preghiera e la pratica delle opere di misericordia, senza tuttavia che ciò comportasse l’assunzione dei voti religiosi. Nella comunità di cui faceva parte, Hadewijch ricoprì probabilmente per un certo tempo funzioni di direzione spirituale, fino a quando, non ne sappiamo il motivo, se ne dovette allontanare. Questo non le impedì di mantenere i contatti con le antiche figlie spirituali, secondo quanto ci è testimoniato dalle numerose lettere a loro indirizzate. Di lei ci restano anche numerose poesie e descrizioni di visioni. In ogni suo testo risalta e si evidenzia la centralità dell’amore di Dio.

Nervardo e Luz Stella erano giovani militanti cristiani, artisti di teatro e della canzone popolare. Vivevano a Neiva, nel dipartimento di Huila (Colombia). Carlos e Salvador erano leader della Comunità indigena Caguán Dujos. La vita di Nervardo fu segnata dalla ricerca appassionata di Dio e del servizio disinteressato e generoso ai fratelli più poveri. Avrebbe voluto essere frate francescano, ma le condizioni di salute glielo avevano impedito. Fu ugualmente francescano tra la gente, vivendo in semplicità, dispensando allegria, offrendo le sue canzoni e il suo repertorio teatrale. Luz Stella aveva due passioni: il teatro e l’organizzazione popolare. Carlos e Salvador erano invece impegnati, assieme alle venticinque famiglie della loro Comunità, nella difesa della loro terra, su cui avevano messo gli occhi i Lara Perdomo, una famiglia di latifondisti della regione. Che aveva addirittura già imposto una data per lo sgombero: il 15 gennaio successivo. Per evitare di arrivarci impreparati, la comunità aveva delegato i quattro a prendere contatto con altre comunità della regione che affrontavano conflitti analoghi. La mattina del 22 ottobre 1988 si erano incontrati a Campoalegre, da cui avrebbero dovuto proseguire in autobus fino a Rosales. La fermata dell’autobus si trovava a mezzo isolato dal posto di polizia. I quattro non presero mai l’autobus, né arrivarono a Rosales. Quando gli indigeni si recarono al posto di polizia a chiedere notizie degli scomparsi, si sentirono rispondere che c’era nessuna segnalazione al riguardo. Solo la domenica 26, un contadino ne scoprì i corpi in un fossato. Tutti presentavano ustioni da acido e fori di proiettili. A Luz Stella erano stati tagliati i piedi.

Bene, si é fatto tardi e noi, perciò, ci congediamo, non senza offrirvi come ultima lettura un brano di Hadewijch. La troviamo nel bel libro “Poesie Visioni Lettere” (Marietti), che raccoglie alcuni dei suoi scritti. Ed è, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Impara a contemplare ciò che Dio è: come egli è verità presente in tutte le cose, e bontà dalla quale si effonde tutta la riccheza e l’integrità di ogni virtù perfetta: per ciò si canta il triplice Sanctus in cielo, perché quei tre nomi nella loro unica essenza adunano tutte le virtù, qualsivoglia ne sia l’operazione esteriore alle tre Persone. Vedi come paternamente Iddio ti ha custodita e che cosa ti ha donato e che cosa ti ha promesso. Contempla che alto amore l’Uno è per l’Altro e ringrazia lui con amore, dégnati di contemplare come Iddio è tutto codesto, e di operare in lui, fruendo della luce sua nella gloria, e manifestandoti in quella luce in modo da illuminare tutte le cose oppure oscurarle, a seconda dell’essenza di ciascuna. E siccome Iddio è tutto codesto, convien far sì ch’egli fruisca di sé in tutte le opere della sua luce sicut in coelo et in terra, sempre a parole e in opere, dicendo: Fiat voluntas tua. Ah cara figlia, via via che il selvaggio suo potere risplende di più in te, via via che il suo santo volere si compie meglio in te e la sua fulgente verità lampeggia più da presso in te, non esitare a posporre allora la dolce quiete alla presenza grande di Dio: accendi l’essere tuo, e adórnati di virtù e opere sante. Disserra i sensi all’alto desiderio della pienezza di Dio. E disponi l’anima al godimento grande del travolgente amore del nostro troppo dolce Iddio. (Hadewijch, Poesie Visioni Lettere).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 22 Ottobre 2017ultima modifica: 2017-10-22T22:17:22+02:00da fraternidade
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