Giorno per giorno – 21 Ottobre 2017

Carissimi,
“Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio. Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo gli sarà perdonato, ma chi bestemmierà lo Spirito Santo non gli sarà perdonato” (Lc 12, 8-10). Tutto questo alla fine dei tempi, certo, ma, prima e più ancora, ogni sera, se ci daremo il tempo di considerare come ci siamo comportati durante il giorno, chi e cosa hanno testimoniato le nostre azioni, se è stato il Figlio dell’uomo che si consegna alla croce in solidarietà con tutti i crocifissi, o se invece, rinnegando Lui, è stato il nostro io, individuale o collettivo, nel suo desiderio folle di autoaffermazione contro gli altri. Tutto sommato, dipende per buona parte da noi, se sentiremo il suo sguardo posarsi su di noi, mentre mormora soddisfatto (Lui è comunque di manica larga): “Sì, questo è dei miei!”. O se invece, Dio non voglia, se ne esca con un: “Questo non lo conosco!”. Giusto per farci arrossire un po’ e decidere di cambiare. Quanto agli altri, quelli che di Lui non sanno nulla, o lo conoscono (magari proprio per colpa nostra) in maniera sbagliata, atei che siano, o seguaci di religioni differenti, saranno comunque perdonat, ma per noi, suoi discepoli, che avremo bestemmiato lo Spirito Santo, affermando e testimoniando che Cristo è il contrario di quello che è, figura dell’oppressione, della schiavitù della legge, della superiorità degli uni sugli altri, invece che del dono della vita, della libertà della grazia, del servizio disinteressato, non ci sarà perdono. Almeno fino a quando non avremo dato prova di pentimento.

Oggi, il nostro calendario ecumenico ci porta la memoria dei Martiri ebrei dei pogrom nell’Impero russo.

Al fallimento della prima rivoluzione russa, nel 1905, fecero seguito in numerosi distretti dell’impero russo, dalla Polonia all’Oceano Pacifico, violenti pogrom contro la popolazione ebraica. Devastazioni e massacri di questo genere si erano già avuti nei quarantanni precedenti e, in tempi più ravvicinati, nel 1903, a Kišinev (oggi Chișinău, in Moldavia). Sebbene tali “spedizioni punitive” fossero accreditate come reazioni spontanee della popolazione verso gli usi religiosi ebraici, esse furono in realtà largamente sfruttate dal governo per convogliare verso l’intolleranza religiosa e l’odio etnico la protesta di contadini e lavoratori salariati sottoposti a dure condizioni di vita. Si calcola che negli ultimi dieci giorni di ottobre vi furono una cinquantina di “grandi” pogrom e circa seicento “piccoli” pogrom. I più sanguinosi si ebbero a Bogopol, Aleksandrovsk, Jusovka, Golta, Mariupol, Tomsk, Olviopol, ma soprattutto a Odessa, dove i morti furono almeno 800, migliaia i feriti, e migliaia le case di ebrei distrutte o saccheggiate. Testimoni oculari dichiararono che “gli autori delle devastazioni, brutalmente e indiscriminatamente, picchiavano, mutilavano e assassinavano ebrei inermi, uomini, donne e bambini. Scagliavano le loro vittimi fuori dalle finestre, violentavano, squarciavano il ventre alle donne gravide, massacravano bambini davanti ai loro genitori”. I pogrom erano spesso pubblicizzati con volantini di questo tenore: “Cari fratelli, nel nome del nostro Salvatore che ha versato il suo sangue per noi e nel nome del nostro amatissimo zar pieno di attenzioni per il suo popolo, gridiamo: “abbasso i Jid!”, addosso a questi aborti infami, a queste sanguisughe avide di sangue! Venite in nostro aiuto, lanciatevi sugli sporchi Jid, siamo già numerosi”. Furono gli ultimi pogrom nella Russia zarista che preferì optare negli anni successivi per la tattica dell’agitazione a freddo. Nel decennio 1906-1916 furono pubblicati 2837 libri ed opuscoli a carattere antisemita e il contributo finanziario dello zar Nicola II (canonizzato dalla Chiesa ortodossa nell’anno 2000) superò i 12 milioni di rubli.

I testi che la liturgia del giorno propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Lettera ai Romani, cap.4, 13. 16-18; Salmo 105; Vangelo di Luca, cap.12, 8-12.

La preghiera del Sabato è in comunione con le comunità ebraiche della diaspora e di Eretz Israel.

Dopo un’unica pioggia, che ci aveva fatto sperare in bene, all’inizio del mese, il sole ha ripreso a dardeggiare inclemente, la temperatura, durante il giorno, sale pericolosamente a quasi 40 gradi, il Rio Vermelho è ridotto ad un rigagnolo, altri torrenti sono complettamente secchi. L’erogazione dell’acqua è razionata. Le previsioni del tempo non inducono all’ottimismo. Le colpe degli uomini, nella loro aggressione alla natura, sono molte. Noi ne stiamo scontando solo una parte. In altre zone del nostro Stato, come nel Parco Nazionale della Chapada dos Veadeiros, succede anche di peggio, con incendi di immani proporzioni, probabilmente di origine dolosa. C’è bisogno di conversione.

È tutto anche per stasera. E, prendendo spunto dalla memoria odierna dei Martiri ebrei dei pogrom russi, scegliamo di proporvi, nel congedarci, una poesia di David Frischmann (1859-1922), poeta, saggista critico, romanziere e giornalista, attivo in Polonia, nella Russia sovietica e in Germania, tra i più importanti scrittori della letteratura ebraica moderna. È riportata da Giovanni Vannucci nel suo “Il libro della preghiera universale” (Libreria Editrice Fiorentina) ed è, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Fino a quando, o Signore? / Mio Dio, rispondimi nel silenzio, cuore a cuore. // Perché mi hai insufflato questa mia anima ? / Perché mi hai dato questo cuore che sente ogni dolore e patisce con tutti gli oppressi? // E insieme mi hai incatenato le mani, / le hai legate perché non liberino i conculcati! // Perché darmi un occhio che vede, / un orecchio che sente? // Un occhio che non vedrà che lacrime, / un orecchio che non sentirà che pianto, e le mani legate? // Perché darmi la forza di aiutare, / la volontà di medicare tutte le piaghe? / Di asciugare tutte le lacrime, / e insieme mi impedisci di salvare? // In mezzo alle rosse nubi, all’oro di una luce ardente, / una voce si è fatta sentire e diceva: // “Quando sorgerà una nuova generazione la cui anima sarà protesa verso la liberazione, / allora sorgerai e sarai liberato e potrai liberare!” (David Frischmann, Fino a quando, o Signore?).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 21 Ottobre 2017ultima modifica: 2017-10-21T22:15:52+02:00da fraternidade
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