Giorno per giorno – 20 Settembre 2017

Carissimi,
“A chi dunque paragonerò gli uomini di questa generazione, a chi sono simili? Sono simili a quei bambini che stando in piazza gridano gli uni agli altri: Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato: vi abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!” (Lc 7, 31-32). Parola del vangelo che vale, come sempre, per ogni generazione. Per la nostra forse anche di più. Vaccinati come siamo contro tutto ciò che non ci tocca in prima persona. Tanto le allegrie come le sofferenze degli altri. Che anzi, a guardarsi intorno, succede spesso che, per una qualche malattia dell’anima (ce lo spieghiamo solo così), si arriva a godere delle sofferenze altrui e si soffre anche delle solo piccole gioie e soddisfazioni, non genericamente degli altri, ma di “alcuni” altri soltanto. Sofferenze che ripagano delle proprie frustrazioni, allegrie che fanno comunque troppa ombra a quella di cui non si riesce piú a godere, perché le si sono tagliate le radici, rappresentate dalla convivialità sempre più allargata, dalla generosa e avventurosa apertura alle differenze. Il regno di cui ci si dischiudono i confini consiste proprio in questo: nell’ascoltare la voce del Battista, che, alla vista dei lutti del mondo, ci chiama a convertirci dalla logica dei nostri egoismi, per aprirci subito dopo all’invito di Gesù al banchetto che riunisce nella festa e nella danza tutti i popoli. Riusciremo almeno noi, che ci diciamo cristiani, a testimoniare la presenza del regnare (servire) di Dio? O ci faremo precedere dagli altri che, Cristo, neppure lo conoscono?

Il nostro calendario ci porta oggi la memoria di Henri Nouwen, maestro e consigliere spirituale.

Henri Jozef-Machiel Nouwen nacque a Nijkerk (Olanda) il 24 gennaio 1932. Ordinato sacerdote nel 1957, studiò psicologia e teologia pastorale. Nella sua formazione spirituale fu di grande significato l’esperienza di solitudine che potè vivere nel Monastero trappista di Genesee, negli Usa, così come l’approfondimento delle tematiche ecumeniche e l’incontro con la riflessione teologica e delle comunità di base dell’America Latina. Per alcuni anni, a partire dagli anni 80, Nouwen alternò soggiorni in Perù e l’insegnamento negli Stati Uniti, dove si fece voce dei poveri del Sud del mondo. Tuttavia fu l’incontro con la Comunità dell’Arca di Jean Vanier nel 1986 che cambiò il corso della sua vita. Da allora uomini e donne colpiti da gravi deficienze fisiche e psichiche divennero la sua famiglia, e uno di loro in particolare, Adam Arnett, suo amico, maestro e guida. Questo periodo fu il più denso e profondo nella sua vita di sacerdote, di autore, di amico e di consigliere spirituale. Colpito da infarto, durante un viaggio al suo paese d’origine, morì nella notte tra il 20 e il 21 settembre 1996.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
1ª Lettera a Timoteo, cap.3, 14-16; Salmo 111; Vangelo di Luca, cap.7, 31-35.

La preghiera del mercoledì è in comunione con tutti gli operatori di pace, quale che ne sia il cammino spirituale o la filosofia di vita.

Poco fa, dopo molti mesi, se si eccettua una breve apparizione lo scorso luglio, preannunciata da lampi e tuoni, prima in lontananza poi sempre più vicini, è giunta la prima pioggia dell’incombente primavera. Speriamo che si ripeta spesso, perché qui i fiumi sono in secca, come mai prima d’ora, e l’acqua in alcuni quartieri già viene da qualche tempo razionata.

È tutto, per stasera. Noi ci congediamo qui, lasciandovi alla lettura di un brano di Henri J. M. Nouwen, tratto dal suo “Vivere nello Spirito” (Queriniana), che è, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Pur rendendomi conto che dieci anni fa non avevo la minima idea che sarei andato a finire dove sono ora, mi piace tuttavia conservare l’illusione che la mia vita è sotto controllo. Mi piace decidere di che cosa ho più bisogno, che farò tra poco, che cosa voglio raggiungere e che cosa gli altri penseranno di me. Mentre sono così occupato a condurre la mia esistenza, mi scopro dimentico dei lievi movimenti dello Spirito di Dio in direzioni completamente diverse dalle mie. Ci vuole molta solitudine interiore e molto silenzio per diventare coscienti di questi movimenti divini. Dio non grida, non urla e non spinge. Lo Spirito di Dio è dolce e gentile come una voce sommessa o una leggera brezza. È lo spirito dell’amore. Forse non crediamo ancora del tutto che lo Spirito di Dio sia davvero uno Spirito di amore, che ci conduce sempre più nelle profondità dell’amore. Forse non abbiamo fiducia in questo Spirito, per paura di essere condotti in luoghi nei quali perderemmo la nostra libertà. Forse pensiamo ancora allo Spirito di Dio come a un nemico che vuole da noi qualcosa che non è bene per noi. Ma Dio è amore, soltanto amore, e lo Spirito di Dio è lo Spirito di amore che vuole guidarci al luogo dove possano essere adempiuti i desideri più profondi del nostro cuore. Spesso noi stessi non sappiamo neppure quale sia il nostro desiderio più profondo. Restiamo così facilmente prigionieri della nostra avidità e della nostra rabbia, nel presupposto sbagliato che esse ci dicano ciò che realmente vogliamo. Lo Spirito dell’amore dice: “Non aver paura di abbandonare il bisogno di dominare la tua esistenza. Lascia che io adempia il vero desiderio del tuo cuore”. (Henri J. M. Nouwen, Vivere nello Spirito).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle dela Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 20 Settembre 2017ultima modifica: 2017-09-20T22:09:02+02:00da fraternidade
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