Giorno per giorno – 25 Marzo 2017

Carissimi,
“Allora Maria disse: Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola. E l’angelo si allontanò da lei” (Lc 1, 38). Stasera, ci dicevamo che, sì, quella volta accadde in maniera singolare, anzi unica, anzi irripetibile, ma è anche vero che, da allora, Dio cerca nelle Nazareth di ogni tempo chi accetti di generare al mondo Gesù, la verità che sovverte la logica del Sistema del dominio, per introdurci nella dimensione del Regno. Noi l’abbiamo fatto, lo facciamo, lo faremo, ogni volta con maggiore o minore consapevolezza, o superficialità, o irresponsabilità, tutto bene, Lui sa che non siamo Maria e per questo ci ha preso o ci prenderà come siamo, mettendoci, ogni volta del suo, correggendoci con l’aiuto dei fratelli. Poi quel che sarà, sarà. Fino a quando, ogni promessa sarà compiuta.

Le chiese d’oriente e d’occidente celebrano oggi l’Annunciazione del Signore.

La solennità vuole celebrare l’annuncio recato dall’angelo a Maria di Nazareth, che con il suo sì, accoglie e genere nella storia la Parola da cui tutto ha avuto origine. Maria è insieme figura dell’attesa di Israele e immagine di ogni credente, della Chiesa o dell’umanità, capace di incarnare il sogno di Dio.

I testi che la liturgia di questa Festa dell’Annunciazione del Signore propone alla nostra riflessione sono tratti da:
Profezia di Isaia, cap.7, 10-14; 8, 10; Salmo 40; Lettera agli Ebrei, cap.10, 4-10; Vangelo di Luca, cap.1, 26-38.

La preghiera del Sabato è in comunione con tutte le comunità ebraiche della diaspora e di Eretz Israel.
Il calendario ci porta oggi anche la memoria del martirio di Margareth Clitherow, testimone della fede, ma ancor più dell’amore compassionevole di Dio.

Margareth era nata nel 1553 in una famiglia evangelica di York, in Inghilterra. Sposata al commerciante John Clitherow, dopo tre anni si era convertita al cattolicesimo, colpita dalle sofferenze patite dai cattolici a causa delle leggi repressive del tempo. Il marito non condivise la scelta della moglie, ma neppure le frappose ostacoli. Il 10 marzo 1586, Margareth fu arrestata sotto l’accusa di aver nascosto alcuni preti cattolici e di aver illegalmente favorito celebrazioni eucaristiche nella sua casa. A sua difesa dichiarò soltanto: “Sono totalmente convinta di tutto ciò che riguarda la mia fede. Credo solo in Gesù Cristo. Credo che solo lui mi salva. Anche se un angelo venisse dal cielo a predicarmi un’altra dottrina, come dice l’apostolo, non l’accetterei”. Durante il processo non le permisero di vedere i figli, potè incontrare solo una volta il marito, alla presenza di una guardia. Quando John udì la sentenza, disse piangendo: “Voi uccidete la moglie più buona del regno e la migliore cattolica”. Margareth trascorse la sua ultima notte in preghiera, in compagnia della moglie del suo carceriere. La mattina del 25 marzo 1586, fu portata sul luogo dell’esecuzione. Richiesta di chiedere perdono alla regina e al marito, rispose: Se l’avessi mai offeso, gli chiedo perdono dal più profondo del cuore. Poi fu fatta distendere su una pietra acuminata, e su di lei collocarono una grande tavola di legno, sulla quale via via aggiungevano grosse pietre. Il supplizio durò circa quindici minuti, fino a quando si udì il rumore delle ossa che si spezzavano sotto il gran peso. Le ultime parole di Margareth furono: “Gesù, Gesù, Gesù, abbi misericordia di me”. Il corpo fu lasciato esposto alla vista di tutti i curiosi dalle nove del mattino fino alle tre del pomeriggio. Si deve presumere, a pubblica edificazione.

Oggi, si era tutti in quel di Milano, anche per gli antecedenti di uno dei nostri. Che, per via dell’accoglienza riservata colà al papa Francesco, ha rispolverato con rinnovato orgoglio origine e natali. Con la speranza che gli appelli, oltre che la persona, di papa Bergoglio abbiano trovato adeguata risposta e segnino un punto di non ritorno nella pratica di apertura, ospitalità, dialogo e convivenza con quanti bussano alle sue porte. Nella miglior tradizione di quella città.

Ed è tutto, per stasera. Noi ci si congeda qui offrendovi in lettura una riflessione di Jean Guitton sul mistero celebrato oggi. Tratto dal suo libro “La Vierge Marie” (Montaigne), è, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Nella sfera umana, Maria è sola. Nessuno sa quello che avviene in lei. Ella è perfettamente lucida, consapevole, sempre più meditativa e cosciente poiché, nel corso del colloquio con l’Angelo, tutto è stato messo in chiaro. Che cosa dirà? Sta per acconsentire? Sì, senza dubbio: ma le Tre Persone rispettano il suo consenso. Certo, tutto è possibile all’Onnipotenza, fuorché il costringere una libertà umana. Maria si rende perfettamente conto dell’estrema importanza di ciò che sta per pronunciare. Come una sposa, ella sa che questo infinito ha due aspetti: uno di gioia, di godimento, di gloria; ma anche un altro aspetto, una immensità invisibile di pena, di redenzione, di riparazione per tutto. Accettare quest’onore è accettarne anche l’onere, la gloria unita al peso e difficoltà quasi insormontabili. Ella sente di essere scelta da colui che sta per diventare suo figlio. Diversa in questo da tutte le madri. Il tempo rifà i suoi passi all’indietro. Dire “sì”, sarebbe mancare di delicatezza, come se lei fosse uguale a Dio, come se tutto non fosse già compiuto. Dirà solamente: che ciò avvenga, che ciò mi sia fatto! Come se intendesse far comprendere che gettava la sua libertà nel piano divino, oggi di gioia e domani di sofferenza. Fiat! È la parola dell’accettazione. È al di là della gioia e della pena. Che mi sia fatto! Che ciò avvenga! E, nello stesso istante, ciò avvenne. Ella lo seppe. Tacque. L’Angelo si allontanò. Tutto ritornò come prima. La campagna. Il cielo con qualche nube. I rumori familiari. E senza dubbio Giuseppe che passa e guarda la Vergine. (Jean Guitton, La Vierge Marie).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 25 Marzo 2017ultima modifica: 2017-03-25T22:36:07+01:00da fraternidade
Reposta per primo quest’articolo