Giorno per giorno – 30 Novembre 2016

Carissimi,
“Mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: “Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini”. Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono” (Mt 4, 18-20). Di quell’Andrea noi si fa memoria oggi. Ed è l’occasione per ripensare alla nostra vocazione. Per chiederci se, oggi, a distanza di anni, noi sentiamo ancora quell’invisibile sguardo che si posa su di noi, e quella voce silenziosa che ci chiama a seguirlo. Ciascuno/a a partire da dove si trovava, dopo una serie di veri e propri errori, di tentativi sbagliati, o di semplici fraintendimenti su cosa significasse per noi il battesimo con cui ci avevano segnati e di cosa comportasse davvero, senza ridurne le conseguenze alla pratica dei sacramenti, a formule di catechismo da ricordare a memoria, a innocue devozioni. Poi, invece, d’improvviso, quell’incontro. Se e per chi c’è stato. E il ripetersi: troppo bello, non può essere vero. E lasciare tutto, senza magari apparentemente lasciare nulla, salvo il proprio sguardo sulla vita, che ha cominciato, con scivoloni e inciampi, ad essere il suo. E Lui, ogni volta, a rimetterci in piedi. E a darci qualche nuova dritta. Su come prestargli una mano per salvare i naufraghi della vita. Per salvare Lui nei naufraghi della vita. Facendo così in modo che egli ci salvi. Che Andrea e Simone, suo fratello, e Giovanni e Giacomo e tutti gli altri, ci convincano che tutto questo è possibile, dato che ci sono riusciti anche loro. Che erano gente come noi. E ci diano magari, pure loro, una mano, come Lui a loro e a noi, e noi a Lui. In questo circolo matto di amici e amiche che è, o dovrebbe essere, la Chiesa.

Oggi, il calendario ci ricorda la memoria di Andrea, pescatore ebreo e apostolo, cui noi aggiungiamo quella di Etty Hillesum, mistica ebrea e martire con il suo popolo ad Auschwitz.

Andrea era pescatore nativo di Betsaida, figlio di Giona e fratello di Simon Pietro. Fu dapprima discepolo di Giovanni Battista. In seguito, dopo aver ascoltato la testimonianza del precursore nei riguardi di Gesù (cf Gv 1, 29.36), immediatamente seguì Gesù, divenendo il suo primo discepolo. Un’antica tradizione vuole che, dopo aver predicato in molti luoghi differenti, nella Bitinia, in Macedonia e altrove, sia morto a Patrasso, nell’Acaia, crocifisso su una croce a forma di X, la prima lettera di “Cristo” nella lingua greca. Questa croce divenne così simbolo di sant’Andrea.

Esther (Etty) Hillesum era nata il 15 gennaio 1914 a Middelburg (Olanda), figlia di un metodico e rigoroso professore di lingue classiche, Louis, e di una donna passionale e caotica, Rebecca Bernstein, entrambi ebrei. Etty e i suoi fratelli, Misha e Jaap, erano tutti straordinariamente dotati, lei appassionata di filosofia e letteratura, il secondo promettente pianista e l’ultimo con precoci disposizioni sul piano scientifico. L’intera famiglia sarebbe stata sterminata ad Auschwitz. La giovane donna, dopo aver conseguito la laurea in giurisprudenza, fece, nel gennaio del 1941, l’incontro decisivo della sua vita con Julius Spier, allievo di Gustav Jung, uno psicologo dalla personalità affascinante, di cui Etty fu prima paziente e assistente e poi compagna. L’incontro si rivelò decisivo per l’evoluzione e la maturazione spirituale di Etty. Negli anni della guerra, dopo aver lavorato per un breve periodo in una sezione del Consiglio Ebraico di Amsterdam, Etty chiese il trasferimento a Westerbork, il campo di “smistamento” dove transitavano migliaia di ebrei olandesi destinati alla deportazione. Lavorò nell’ospedale del campo – con alcuni rientri ad Amsterdam – dall’agosto 1942 al 7 settembre 1943, data in cui Etty, suo padre, sua madre e Misha furono caricati sul treno dei deportati diretto in Polonia. Morì ad Auschwitz il 30 Novembre 1943 (il 3 Kislev 5704, secondo il calendario ebraico). Lasciò scritto nel suo Diario, “uno dei vertici della letteratura olandese” e documento di un cammino interiore di un’intensità sconvolgente: “Non penso più che si possa migliorare qualcosa nel mondo, senza aver fatto prima la nostra parte dentro di noi”. E ancora: “La mancanza di odio non implica necessariamente l’assenza di un’elementare indignazione morale. Io so che chi odia ha le sue buone ragioni, ma perché dovremmo scegliere sempre la via più facile? Nel lager ho percepito con tutta me stessa che anche il più piccolo atomo di odio aggiunto a questo mondo, lo rende ancora più inospitale”. Sì, essere capaci di soffrire “insieme”, aggiungere a questo mondo un po’ di amore e bontà.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono propri della memoria dell’apostolo Andrea e sono tratti da:
Lettera ai Romani, cap.10, 9-18; Salmo 19; Vangelo di Matteo, cap.4, 18-22.

La preghiera del mercoledì è in comunione con tutti gli operatori di pace, quale ne sia la religione, la cultura o la filosofia di vita.

Per stasera è tutto e noi ci si congeda qui, lasciandovi ad una pagina di Etty Hillesum. Datata sabato sera [10 ottobre 1942], è tratta dal suo “Diario 1941-1943” (Adelphi). Ed è, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Credo di poter sopportare e accettare ogni cosa di questa vita e di questo tempo. E quando la burrasca sarà troppo forte e non saprò più come uscirne, mi rimarranno sempre due mani giunte e un ginocchio piegato. È un gesto che a noi ebrei non è stato tramandato di generazione in generazione. Ho dovuto impararlo a fatica. È l’eredità più preziosa che io abbia ricevuto dall’uomo di cui ho quasi dimenticato il nome, ma la cui parte migliore continua a vivere in me. Com’è strana la mia storia – la storia della ragazza che non sapeva inginocchiarsi. O con una variante della ragazza che aveva imparato a pregare. È il suo gesto più intimo, ancor più intimo dei gesti che ho per un uomo. Non si può certo riversare tutto il proprio amore su una persona sola. (Etty Hillesum, Diario 1941-1943).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 30 Novembre 2016ultima modifica: 2016-11-30T22:46:50+01:00da fraternidade
Reposta per primo quest’articolo