Giorno per giorno – 25 Maggio 2016

Carissimi,
“Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere. Fra voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti” (Mc 10, 42-44). È la maniera di dire: quanto sono lontani dal regno di Dio coloro che governano e sgovernano le nazioni. Dal regno di Dio, cioè dalla maniera che Dio ha di regnare, che è quella di servire. Contro l’esibizionismo e il narcisismo dei nostri capi (ci sono momenti nella storia in cui questo appare ancora più eclatante e loro, i capi, neppure si accorgono di coprirsi di ridicolo, agli occhi almeno di chi non è ancora del tutto accecato dalle passioni di parte o dal servilismo di professione), Gesù ce ne svela, nella parola e nella pratica, la logica (non la retorica) del servizio. Dio “serve”, incessantemente, di nascosto, senza nemmeno farsi vedere. Sì, certo, la cosa suona buffa, per noi anche solo un po’ smaliziati abitanti del ventunesimo secolo, come spiegavamo nel pomeriggio alla chácara de recupero (ci siamo andati oggi, perché domani è la festa di Corpus Christi), ma questo, il linguaggio della nostra esperienza umana, è l’unico modo con cui possiamo parlare dei significati ultimi. Quello che è certo è che Gesù, il quale dice altrove nel vangelo che il re (che strano questo re!), al suo ritorno, sarà Lui a servirci a tavola (cf Lc 12, 37), ce lo dice, perché si faccia di questo il nostro modo di essere nella chiesa (la cerchia dei discepoli) e nella società. E, invece, i pur cristianissimi (ormai, forse, solo pochi) governanti sono, si direbbe, fatti e sputati gli altri. Come, del resto, a lungo, anche i leader ecclesiastici (di un po’ tutte le chiese, con solo poche eccezioni), hanno fatto loro lo stile del mondo, del Sistema, con esibizione e pratica di potere (se non di arbitrio), ricchezze, lusso, titoli, ecc. Da noi ci è voluto il miracolo di papa Francesco per vedere ribaltare (ma fino a quando?) le cose. Ma, per venire a noi, cos’è che muove noi, nelle nostre relazioni, a partire da dentro di casa e poi, via via, là dove si svolge la nostra vita? Siamo mossi dall’ambizione di servire o da quella di asservire gli altri, pur nel nostro piccolo? Beh, il vangelo di oggi ci invita a darci una mossa.

Il calendario ci porta oggi le memorie di Maria Maddalena de’ Pazzi, monaca carmelitana e mistica, e di Dave Dellinger, combattente della pace per tutta la vita.

Caterina (questo il nome con cui fu battezzata) era nata a Firenze il 2 aprile 1566 da Maddalena Maria Buondelmonti e da Camillo di Geri de’ Pazzi. Sedicenne era entrata nel Monastero carmelitano di Santa Maria degli Angeli, dove aveva preso il nome di suor Maria Maddalena. Dopo la professione religiosa, il 27 maggio 1584, cominciò a ricevere, in stato di estasi, rivelazioni dall’alto, il cui contenuto fu, per volontà dei suoi direttori di spirito, annotato dalle consorelle e raccolto in quattro grossi volumi di manoscritti originali. Dal 1585 al 1590 sperimentò una tremenda notte spirituale, con tristezza, scoraggiamento e aridità. Nel frattempo le sue “voci” le chiesero di promuovere il rinnovamento della Chiesa, dirigendo esortazioni e ammonizioni alle sue gerarchie. Nell’ottobre 1598 le fu dato l’incarico di maestra delle novizie, che esercitò con grande spirito di dedizione, finché nell’autunno 1602 si manifestarono i primi sintomi di quella tubercolosi che l’avrebbe costretta a letto nel 1604, e portata alla morte il 25 maggio 1607.

David Dellinger era nato il 22 agosto 1915 a Wakefield, nel Massachusetts, da una facoltosa famiglia. Studiò a Yale e Oxford, ma anche teologia all’Union Theological Seminary, a Manhattan. Durante la Grande Depressione, tuttavia, lasciò gli studi e le sicurezze del suo ambiente, per andare a vivere con i senza-tetto. Obiettore di coscienza durante la Seconda Guerra Mondiale, continuò per tutti gli anni successivi, le sue battaglie per la pace, con metodi gandhiani, in difesa dei diritti civili e per un cambiamento nonviolento della società. Essendo, a motivo di ciò, ripetutamente arrestato e imprigionato. Fu amico di Martin Luther King, Eleanor Roosvelt, Abraham Muste, Ho Chi Minh. Contratto il morbo di Alzheimer, si spense il 25 maggio 2004. Qualche tempo prima di morire, scrisse questi pochi versi che ne riassumono con ironica semplicitá la testimonianza: “Amo tutti, /anche chi non è d’accordo con me. // Sì, amo tutti, / persino coloro che la pensano come me. // Amo tutti, / ricchi e poveri, / amo i figli delle diverse razze, / compresi gli indigeni, / ovunque essi vivano, in questo paese o altrove. // Amo tutti, / di qualsivoglia religione, e anche gli atei. // E le persone che meditano, ovunque questo li conduca. // Amo tutti, / nel mio cuore e nel mio quotidiano”.

I testi che la liturgia odierna propone alla nostra riflessione sono tratti da:
1ª Lettera di Pietro, cap.1, 18-25; Salmo 147; Vangelo di Marco, cap.10, 32-45.

La preghiera del mercoledì è in comunione con quanti ricercano l’Assoluto della loro vita nella testimonianza per la pace, la fraternità e la giustizia.

È tutto, per stasera. Noi ci si congeda qui, lasciandovi alla lettura di un brano di Maria Maddalena de’ Pazzi, tratto dal suo “Renovatione della Chiesa, Dodici meditazioni”. Che è, per oggi, il nostro

PENSIERO DEL GIORNO
Noi potremo considerare che Gesù nella sua natività ci mostrò le medesime virtù che ci dimostrò in croce, cioè la sua povertà e l’umiltà. Nella natività si umiliò tanto, che volle esser posto in mezzo a due animali e fu tanto poverino che nacque in povera stalla, manchevole d’ogni aiuto umano. In croce non ebbe dove reclinare il suo sacratissimo capo, e si abbassò tanto sino a voler esser crocifisso in mezzo a due ladroni. Gesù, quando nacque, ricevette il latte, e in croce ci dette il suo Sangue, dimostrandoci che quando l’anima nasce a Dio riceve da lui il latte delle consolazioni, ma poi deve lasciare questo soave cibo e in cambio dar sangue, cioè esempio di verace virtù e di un vero patire per amor di Dio. Potremo considerare che quando Gesù nacque, nacque nudo e volse esser posto sul duro fieno, in mezzo a due vili animali, per dimostrare che si compiace e riposa in quell’anima che è umile e mortificata in tutte le sue potenze e sentimenti, e che terrà la concupiscibile e l’irascibile a mo’ di freno, affinché l’una non desideri nessuna cosa contro la volontà di Dio, e l’altra non si muova e risenta se non in quelle cose che appartengono all’onore di Dio e alla salute del prossimo. Ancora nacque nudo, per dimostrare quanto si compiace nell’anima che è nuda e spoglia di ogni proprio volere, e non solamente nelle cose esteriori, ma che ancora non voglia servire Dio a suo modo ma come Dio si compiace. Noi potremo considerare il grande amore che ci dimostrò Gesù in croce, e particolarmente in quelle tre parole che disse, e nelle quali ci dimostrò ancora la sua grande misericordia e infinita sapienza. Nella parola: Pater ignosce illis (Lc 23, 34), dimostrò la misericordia pregando per quelli che lo crocifiggevano. Dicendo: Sitio (Gv 19, 28), ci dimostrò l’amore, perché aveva più sete della salute delle anime nostre che di quella che esteriormente tanto l’affliggeva. E noi se vogliamo placare la sete a Gesù, bisogna che abbiamo una gran sete del suo onore e della salute delle anime. E per il contrario che non dobbiamo aver sete e desiderio delle cose del mondo, perché verremo in tal modo a dare da bere a Gesù aceto e fiele. E come l’aceto e il fiele oltre ad essere amaro al gusto è anche nocivo, cosi è all’anima nocivo il nostro ridurre questa sete alle cose del mondo. In quella parola: Consummatum est (Gv 19, 30), dimostrò la sua infinita sapienza con la quale seppe trovar modo di riportare le sue creature all’innocenza in cui le aveva create, consumando con tanto suo patire l’opera che il Padre eterno gli aveva [affidato]. (Maria Maddalena de’ Pazzi, Renovatione della Chiesa, Dodici meditazioni 2-4).

Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro.

Giorno per giorno – 25 Maggio 2016ultima modifica: 2016-05-25T22:22:32+02:00da fraternidade
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